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Prologo: La strada da intraprendere

Aggiornamento: 29 ott 2023

Newbie Adventurer arc


??? - ??? - ??? - ??? POV


Fin dai tempi più remoti venne creato un mondo che conteneva come obbiettivo quello di progredire e vivere per centinaia e migliaia di anni, una terra molto prospera e ricca che poteva donare un grande futuro per tantissime generazioni; ma in centinaia di anni non eravamo mai riusciti ad evolverci talmente tanto, da poter creare parecchie nazioni per poter ricevere infinite possibilità e futuri alquanto intrinsechi. Durante la mia tenera età non riuscii mai a capire quale fosse il mio obbiettivo, né perché fossi venuto al mondo; ognuno di noi era il protagonista della propria vita ed io non trovai nessuna possibilità per comprendere il mio ideale: fino a quando non accadde in un certo periodo, qualcosa che mi accese una fiamma dentro di me e che mi diede la giusta grinta per diventare ciò che volevo; un eroe che credeva nella speranza e nei desideri delle stelle.


Airontes - Anno 644 - 8 Novembre - ??? POV


Era una notte buia e le fiamme invadevano tutto il paese, in quel momento non sapevo nulla di quello che stesse accadendo: il cielo era tutto nero ed unito ad un arancione ardente e bruciante, sentendo anche quel forte odore delle fiamme che pervadeva nel proprio naso per tantissimo tempo. Mentre stavo passeggiando e zoppicando affiancato al muretto di una casa, essa mi crollò addosso subito dopo, non riuscendo a capire più nulla di ciò che potesse accadere e perdendo quasi ogni senso del mio corpo: mi rimase solamente l'udito visto che le macerie della struttura mi coprirono la vista ed altri sensi come il tatto, gusto ed olfatto non riuscii più a percepirli per la paura che provavo. I miei genitori videro la scena e cercarono di soccorrermi, provandomi a liberare mentre ero quasi privo di sensi, essendo un semplice bambino di 8 anni che non riusciva a reagire, non potevo fare nulla, se non semplicemente aspettare qualcuno che mi potesse salvare. La mia famiglia disperatamente provò a cercarmi, mentre giacevo sotto a delle macerie di legno in pericolo di vita; sentii dei versi assurdi e strazianti, erano dei mostri che avevano invaso l'impero per puro divertimento, sicuramente provenivano da qualche altro luogo al di là del nostro. C'erano goblin e valchirie oscure che saccheggiavano e distruggevano le case, uccidevano le persone sorridendo e facevano urlare le vittime in modo straziante; logicamente erano felici di fare una cosa del genere, ovvero spegnere delle vite umane vista la loro natura putrida e mostruosa, erano degli esseri senza pietà e privi di cuore: c'erano spargimenti di sangue in molti luoghi, nelle case e anche in parecchi percorsi del paese. Visto che per alcuni avventurieri era stata una mossa del tutto inaspettata, provarono a fermarli ma non con troppo successo.


"Forza ragazzi, non siate intimoriti, insieme... potremo sconfiggerli!" L'avventuriero provò a spronare gli altri mettendosi ad urlare con molta grinta, dovevano proteggere più vite possibili a tutti i costi. L'avventuriero vestiva un cappotto marrone da principiante, dei pantaloni neri e usava una spada di ferro come arma, tenendo un aspetto piuttosto giovanile.


"Non la farete franca, vi sterminerò!" Tirò fuori la sua spada dal fodero sulla schiena e corse verso i goblin, tenendo uno sguardo determinato mentre stringeva i suoi denti. I goblin erano di carnagione verde con occhi completamente neri senza pupille, come arma usavano un'ascia d'acciaio grigia, tenente un manico di legno.


Intanto la mia mamma e il mio papà riuscirono a tirarmi fuori dalle macerie e li rividi di nuovo, anche se in un modo abbastanza sfocato.


Rin Maedra: aveva lunghi capelli biondi e una corporatura snella con degli occhi castani, alta circa 1,60 m e dimensioni del seno molto grandi; lo sguardo di felicità che emanava quando vide che ero ancora vivo era indescrivibile. Vestiva di un abito bianco a maniche lunghe, con una gonna nera che le arrivava fino alle ginocchia e scarpette marroni.


Mio papà invece si chiamava Goro Nakamura: anche lui possedeva una corporatura snella, aveva dei corti capelli neri e occhi dello stesso colore, insieme dei piccoli baffetti leggermente sopra il labbro e alto circa 1,70 m. Indossava un abito elegante in giacca marrone con il vestiario interno bianco, i pantaloni e le scarpe erano del medesimo colore, con infine una cravatta sul collo che era rossa. Entrambi avevano uno sguardo dolce, da genitori fantastici: non c'era un pizzico di cattiveria in loro.


"Finalmente... lo abbiamo trovato, tesoro!" A mia mamma le scesero delle lacrime agli occhi, insieme ad un grande sorriso di felicità; nel mentre la mia vista ricominciò a tornare nitida con il passare dei secondi ed incominciai a sentire il forte odore del sangue che giaceva in parecchi luoghi.


"Si, ora possiamo anche andarcene per trovare un posto sicuro!" Mio papà mi prese velocemente in braccio sulla schiena; appena lo fece iniziò a correre insieme a mia mamma fianco a fianco.


Quando ce ne stavamo andando via, improvvisamente una valchiria oscura con ali dorate venne in picchiata contro di noi: aveva degli occhi assetati di sangue e non vedeva l'ora di poterci uccidere nel modo più atroce possibile, facendo anche dei versi alquanto mostruosi mentre venne verso di noi.


"OH NO, DANNAZIONE!" Mio papà preoccupato si mise a correre nel modo più veloce possibile, ma era troppo lento; improvvisamente alle nostre spalle però, si mise mia mamma per proteggerci, aprendo e distendendo le sue braccia lateralmente.


"Tesoro... porta il bambino in salvo." Appena mia mamma disse ciò, girò il suo sguardo per metà e mi fece un sorriso candido e sincero, come se il suo tempo fosse agli sgoccioli.


"Nooooo, mammaaaaa!" Urlai a squarciagola più forte che mai mentre distendevo il mio braccio destro, non volevo che le due uniche cose a cui tenevo di più potessero morire. La mia famiglia era la cosa che amavo di più: in tutti gli anni in cui stavo vivendo, non mi avevano mai tradito e mi davano sempre tutto l'amore di questo mondo. Anche quando mi sentivo disperato e senza speranze, loro erano la luce infondo ad una galleria oscura e buia.


Nel momento esatto in cui la valchiria stava per colpire mia mamma, un cavaliere fece la sua comparsa e respinse la valchiria, utilizzando la sua potente spada mentre tenne una postura possente e coordinata.


"Tu adesso te la vedrai con me... brutto mostro!" Un cavaliere tenente un'armatura argentea con una spada del medesimo colore, insieme ad un filo blu al centro della lama fino a raggiungerne la punta; possedeva dei capelli biondi a caschetto ed occhi verdi con corporatura non troppo robusta: infine il suo viso anche se giovanile, lo faceva sembrare più maturo del normale. Mettendo più forza sulla sua spada, fece indietreggiare la valchiria di qualche metro e si girò subito dopo verso di noi.


"Scappate! Mi occuperò io di questa belva." Ordinò il cavaliere misterioso che ci salvò la vita con un tono molto autoritario, rigirandosi verso la valchiria subito dopo per mantenerla sotto il suo controllo: in lontananza riuscii a percepire l'odore tetro ed acido che poteva emanare quel mostro, deglutendo un sapore amaro nella mia gola.


"Davvero, le saremo infinitamente grati per quello che ha fatto oggi!" Mia mamma fece un inchino veloce sorridendo, scappando via per poterci raggiungere.


"(Quindi questo vuol dire essere eroi?)" Pensai sopra la spalla di mio papà mentre ce ne andavamo via, vedendo ed ammirando il cavaliere combattere contro la valchiria: era davvero agile e veloce, tenendo anche una forza devastante; mi esaltai davvero tanto nel vederlo e tutte le brutte sensazioni che provai, scomparvero immediatamente.


"Certo che sei insistente eh?!" Disse il cavaliere alla valchiria mentre respingeva i suoi continui attacchi con violenza: l'essere lo voleva lacerare con gli artigli.


La valchiria con le sue zanne provò a lacerare qualche parte del corpo al misterioso cavaliere ma senza successo, visto che con la sua spada respingeva ogni colpo che gli veniva incontro. Inaspettatamente a velocità molto elevata, la valchiria volò per andargli dietro le spalle, in questo modo li poteva lacerare la schiena, fortunatamente prevedendo ciò, il cavaliere fece un salto e quando tornò a terra, il suo corpo cominciò ad illuminarsi di bianco e disse:


"Oh, mia cara dea che mi hai reso dono di questo potere, la ripagherò uccidendo coloro che la osano intralciare... Ray of Ice!" Un raggio di puro ghiaccio prese la schiena della valchiria trafiggendola completamente, uccidendola in un atroce verso di sofferenza e facendola scomparire in una nuvola di cenere nera.


Vedendo quella scena rimasi ammaliato e senza parole, era davvero incredibile come un cavaliere di quel calibro, riuscii ad uccidere un mostro così spaventoso con tanta facilità, mi sarebbe davvero tanto piaciuto voler diventare come lui a quei tempi.


"(Quindi questo vuol dire essere cavalieri...? E' davvero assurdo, si può essere così forti per poter proteggere i propri cari? Io vorrei davvero tanto proteggere i miei genitori...ho deciso! Un giorno diventerò un avventuriero e poi un cavaliere. Così potrò proteggere le persone a me care e non temere più nessuno! Non sarà facile... ma mi impegnerò!)" Pensai dentro di me sorridendo, mentre stringevo il mio piccolo pugno destro.


Dopo quella tragedia vivemmo a casa di un amico di mio papà che gli doveva un favore, perciò ci ospitò in quella zona finché il paese non venne ricostruito. Dopo quasi un anno eravamo riusciti a ritornare nel nostro paese natale.


Quando arrivai all'età di 12 anni iniziai ad allenarmi con la spada, volevo riuscire a difendermi a tutti i costi: non si poteva continuare in quel modo, altrimenti se quei mostri fossero tornati, avrebbero potuto uccidere tante altre persone e distruggere vari paesi, sapendo anche la notizia che alcuni di essi provenivano dall'impero delle ombre, una zona molto grande che si trovava da tutt'altra parte rispetto a noi, governata da un imperatore spietato. Verso la sera mi allenai spesso in un parco accanto alla mia casa, ovviamente dovevo tornare anche presto, visto che ero nel periodo di istruzione. Dai 10 fino all'età di 13 anni, si frequentavano dei corsi dove imparavamo di tutto: la storia del passato, le magie basilari, la lingua e anche la geografia, per saperne di più sul posto in cui vivevamo o su quello che ci circondava.


Ogni sera davo colpi di spada su un albero del parco, vestivo di una maglietta e pantaloni blu normali, a quell'età tenevo i capelli a caschetto e dovevo abituarmi a tutto inizialmente: alla coordinazione e al peso in particolare; usavo una semplice spada di ferro che mi prestò mio papà, sapeva che in futuro sarei voluto diventare un cavaliere: lo avevo ovviamente annunciato ai miei, questo desiderio che mi fermentava da molti anni. Inizialmente non erano d'accordo, ma devo dire che anche io non ero molto convinto, visto che quella volta mi ero semplicemente esaltato sul momento, mi dicevano che era pericoloso, ma dopo un incubo che feci ero più deciso che mai. Ogni volta, prima di tornare a casa, alzavo lo sguardo e vedevo un meraviglioso cielo stellato: non pensavo mai alla vastità del mondo, a quanto potesse essere enorme e spettacolare. C'erano tre grossi cilindri di un materiale molto duro in acciaio al centro del parco: mi misi sopra a uno di quelli e cominciai a pregare. Desideravo essere un eroe e che tutte le persone a cui tenevo stessero bene: mi ero messo in ginocchio, iniziando a pregare con gli occhi chiusi e unendo le mie mani. Dopo aver finito, rialzai lo sguardo e vidi una stella cadente; in quel momento pensai che mi potessero sentire e che avrebbero potuto rispondere alla mia preghiera.


Airontes - Anno 652 - 1 Settembre - Ore 8:00 - Kevin's POV


Ero un ragazzo di 16 anni che voleva diventare un avventuriero. Mi chiamavo Kevin Nakamura: ero snello ed alto 1,78 m, avevo i capelli castani tirati verso l'alto e possedevo degli occhi dallo stesso colore, ma con una piccola sfumatura dorata.


Non vedevo l'ora di poter iniziare la mia avventura, visto che era arrivato il grande giorno. Avevo uno sguardo che sembrava molto docile e che emanava dolcezza, ma alla fine pensavo che se avessi fatto seriamente mi avrebbero dovuto temere tutti quanti; sicuramente sarei diventato fortissimo e avrei protetto qualsiasi persona a me cara.


Erano passati quasi 8 anni da quel tragico evento, quando ammirai quel cavaliere con l'armatura argentea e speravo che prima o poi lo avrei potuto incontrare nella mia avventura, potendo sentire delle emozioni straordinarie.


Mi iniziai a vestire la mattina presto con un abito da avventuriero novellino: era per la maggior parte marrone e con una sciarpetta bianca sul collo, insieme a dei pantaloni neri e scarpe del medesimo colore; il tessuto di quell'indumento poteva sembrare abbastanza ruvido e spesso appena lo si toccava.


"Ah cavoli, spero di poter cambiare armatura a breve: avere sta roba addosso non mi fa sembrare un grande combattente." Contemplai allo specchio in modo abbastanza deluso. Appena si entrava nella mia stanza, si poteva notare frontalmente una scrivania tenente degli scaffali in legno con una sedia del medesimo materiale, sulla sinistra un letto con delle lenzuola bianche sopra e grande per tenerci solamente una persona, dove sul muro, sempre da quel lato, si trovava una finestra rettangolare non troppo grande: si poteva notare il forte sole che entrava da essa.


"Va beneeee dai... tutti iniziano così, appena tornerò qui sarò irriconoscibile!" Uscii dalla mia camera determinato e scesi giù, dove in cucina sicuramente c'erano i miei genitori, ma io andai direttamente verso l'uscita di casa. L'entrata teneva un portaombrelli alla sinistra della porta, invece sulla destra si potevano appendere i giubbotti o le giacche, il pavimento e tutto il resto era in legno.


"Eccomi qui. Ora vado a registrarmi per la tessera!" Esclamai carico mentre scesi le scale in legno, correndo verso la porta di uscita con uno zaino di colore grigio.


"Ehi, aspetta tesoro!" Alzò la voce mia mamma usando un tono affettuoso, fermandomi improvvisamente. Indossava un vestiario simile di quando successe quella tragedia, ma con un grembiule bianco sopra e a maniche corte; il suo viso era anche maturato leggermente ed il suo odore emanava una dolcezza assoluta, facendo capire che mia mamma era davvero magnifica.


"Mmhh? Che c'è?" Mi girai improvvisamente verso di lei prima di andare a registrarmi, presentando un volto leggermente perplesso: ero davvero molto impulsivo in quel momento.


"Finalmente sei diventato grande, quindi... come da consueto, ti diamo qualche consiglio prima che tu vada per la tua avventura." Mi disse mio papà con voce da intellettuale, avvicinandosi a me e dandomi un fodero con dentro una spada di ferro. Vestiva dello stesso identico abito elegante, ma con giacca rossa e pantaloni neri.


"Voglio che la porti con te... e che tu faccia vedere al mondo chi sei! Se metterai la tua massima volontà anche nei momenti più difficili... ne uscirai vincitore! Ricordatelo sempre," Disse mio papà sorridendomi in modo fiero e convinto.


"P-papà... lo farò!" Risposi rimanendo con un volto meravigliato e sorpreso. Presi la spada e la appesi dietro di me, lungo la schiena tenendo anche lo zaino allo stesso momento.


"Ti sta benissimo, Kevin!" Mia mamma sorrise e si avvicinò per darmi il pranzo al sacco.


"Questo ti servirà, dato che come al solito ti nutri tantissimo, eheh..." Mia mamma fece uscire una tenera risatina, mettendo la sua mano destra davanti alla bocca.


"Si... è... è vero." Risposi, abbassando lo sguardo e diventando triste all'improvviso.


"Mmhh? Che hai tesoro?" Domandò mia mamma diventando leggermente preoccupata.


"Beh... io ho fatto sempre affidamento su di voi in questi anni... e ora così, all'improvviso, abbandonarvi e partire per una strada pericolosa... tutto da solo... chi mi cucinerà dei gustosissimi pasti...? Chi mi aiuterà a dormire se non riuscirò a prendere sonno...?" Dicendo tutto questo, mi cominciò a scendere una lacrima; mia mamma venne vicino a me ed abbracciandomi mi disse:


"Tesoro... tu ce la puoi fare..." Anche a lei scese una lacrima mentre provava a trattenersi, tenendo un candido sorriso.


"Esatto! Non avere paura delle avversità! Affrontale a testa alta e andrai lontano!" Mio papà strinse il pugno come segno di sicurezza mentre gli venivano gli occhi lucidi.


"Intraprendi la tua avventura, diventa forte, ragazzo mio...e quando avrai raggiunto il tuo obbiettivo, torna a casa. Vivremo di nuovo come una famiglia!" Mia mamma si allontanò e mi aprì la porta.


"V-va bene... allora vado... ciao mamma... ciao papà... prometto che tornerò presto!" Mi misi a correre con ancora le lacrime agli occhi, andando verso la guildhouse che mi avrebbe registrato e dato la tessera da avventuriero.


"Buon viaggio figlio mio!" Urlarono mia mamma e mio papà contemporaneamente, alzando entrambi il loro braccio destro salutandomi.


Airontes era il mio paese natale, molto tranquillo e pacifico: uscendo da sud ci si ritrovava in una natura infinita e senza fine; l'uscita nord invece serviva per andare al prossimo paese. C'era tutto quello che serviva: dei ristoranti dove si passavano serate divertendosi, degli alberghi dove i visitatori potevano alloggiare e molto altro; aveva uno stile molto antico con gli edifici in legno, insieme ad un bel terreno candido, che continuava fino a quando non si usciva dal paese per andare verso la foresta.

Arrivai di fronte alla guildhouse che possedeva una grande insegna con il suo nome, dall'esterno sembrava davvero fatta bene ed era larga circa una decina di metri e alta cinque.


"(Finalmente... il momento è arrivato.)" Rimasi davanti alla struttura per qualche minuto rimanendo intimorito, deglutii e poi dissi:


"È ora di diventare un avventuriero!" Con coraggio entrai nella guildhouse, per potermi registrare e iniziare la mia avventura.


Fine Prologo


Note dello scrittore:


Benvenuti ragazzi! Indovinate chi sonoooo... l'autore della storia ahahahah! E' la prima volta che mi faccio sentire e spero di starvi anche simpatico u.u. Questa è la prima volta che metto un'extra... e riguarderà addirittura... le note dello scrittore! Beh, penso che lo farò spesso visto che possono ritenersi utili! Comunque, cosa accadrà al nostro grande avventuriero appena inizierà la sua avventura? Lo vedremo molto presto... quindi confido in voi! Ma soprattutto non perdete mai gli extra dei capitoli, potrebbero essere nozioni o situazioni importanti... come anche avvenimenti divertenti... oppure anche le mie semplici note dello scrittore senza senso... che faccio tanto per farmi sentire o per darvi fastidio, ovviamente scherzo ahah! Detto questo, vi auguro un buon proseguimento... il meglio deve ancora divenire su di noi!

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