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Capitolo 6: Systeme in betrieb!

<<Nuovo obiettivo: sterminare i Monster der Hölle!>>


Quel lontano giorno, vidi una stella splendere.

Stava di fronte a me, ma era come se fosse lontana.

Non riuscivo a raggiungerla anche se stendevo la mia mano. Ci provavo, ma era impossibile.

Poiché quella stella se ne era già andata, cadente, mentre proteggeva un umano debole come me.

E mentre cadeva, mi chiedevo il perché continuasse a volare, solo per proteggere me...


E con la stessa velocità di una stella cadente, l'unità meccanica si spinse verso il lupo a tre teste di poc'anzi, sparandogli con il suo arsenale che portava dietro di sé, mentre con la spada provava a colpire un Minotauro che era nato insieme ai lupi a tre teste. Era alto minimo tre metri, di carnagione sempre viola e con un’ascia dalla lama liquida; poteva usarla come se fosse controllata dal portatore.

I colpi sparati da Ex-62 erano di colore verde, e in confronto al resto che portava dietro di sé non sparava oggetti metallici; ciò che sparava sembravano attacchi magici, ma che venivano innescati senza una formula dettata.

<<Fantastico... Riesce molto facilmente a colpire due obiettivi insieme! Quell'attrezzatura è veramente potente...>> contemplai meravigliato, ma nel mentre altri due lupi a tre teste la stavano colpendo da dietro le sue spalle, prendendo di mira i suoi equipaggiamenti.

<<Attenta!!>> esclamai, appena lei sentì il mio urlo: lasciò la presa con il Minotauro, si girò di schiena per prendere come obiettivi gli altri tre lupi e gridò;

<<Emissione abilità: Himmelzereißen!>> uno dei suoi due aggeggi metallici caricò un colpo viola, dopodiché innescò una carica di energia gigante, creando un fascio di luce enorme di color viola, incenerendo tutti e tre i lupi.

<<Ora comprendo perché i Tex-Mechaniker sono mal visti da tutti... Sono di una potenza letteralmente distruttiva.>>

Non appena l'unità meccanica disintegrò i lupi a tre teste, tagliò la testa al Minotauro e poi infilzò la spada nel torace del lupo, uccidendolo sul colpo e disintegrandole in delle particelle viola.


<<Rilevamento attività ostili: diagnosi in corso.>>

Dopo un attimo che l'unità rimase ferma, completò con;

<<Diagnosi completa: nessun nemico rilevato.>>

<<Nessun nemico..?>> mi chiesi tra me e me, ciò voleva dire che non mi rilevava come ostile! Almeno mi rincuorava sentire ciò, in quel momento.

Mi rivestii velocemente, raccogliendo i miei abiti sparsi per terra. Anche se pieni di polvere e quasi andati distrutti, era comunque sia meglio di stare a petto nudo. Presi la mia spada e provai ad avvicinarmi all'unità meccanica.

<<Richiesta:>> disse improvvisamente l'unità meccanica, tagliando il silenzio tombale della grotta. Senza che si girò, notò subito che mi ero avvicinato a lei. Girò lentamente il suo capo verso di me, e chiese;

<<Hai ancora paura?>>

Perché si era fissata con quella domanda? Non compresi bene le sue intenzioni, ma presi un bel respiro e risposi;

<<N-no... Non ne ho più.>>

L'unità mi ridiede le spalle, facendo rientrare le sue armi dentro il suo corpo.

<<Spiegazione: Io sono un'unità Tex-Mechaniker combattiva di supporto M29EK957EX-62. Non faccio parte di un battaglione Tex Narkmeccanica, così neanche del battaglione Flugel. Sono un'unità solitaria. Come puoi vedere dal mio corpo, i miei cavi di formazione sono singoli.>> disse, uscendo dalla sua schiena due cavi di color rosso. Non comprendevo bene cosa volesse insinuare con ciò, ma i cavi erano difatti spenti, come se non avessero energia.

<<Cavi di... Formazione?>> chiesi. Ero confuso, quegli argomenti erano veramente bizzarri da comprendere.

<<Domanda: voi umani non avete dei cavi di formazione?" chiese l'unità, girandosi verso di me e avendo fatto rientrare i suoi cavi di formazione dentro la sua schiena. Appena chiese la domanda, mosse la sua testa in cenno di dubbio.

<<N-no... Non abbiamo nulla di simile noi. Non so nemmeno cosa siano...>> risposi con molta confusione, la mia testa stava per esplodere. Però provai a fare il primo passo per conoscerla meglio;

<<Tu... Non hai un nome?>> chiesi, mostrando risolutezza sul mio volto.

<<Elaborazione: Nome? Risposta: Il mio codice di fabbricazione è: M29EK957EX-62.>>

<<Nono! Ma è troppo lungo! Non lo ricorderei mai...>> risposi. Dopo un breve lasso di pensiero, esclamai;

<<Allora fammi pensare, hmmm... Ti chiamerò Xisuna!>>

<<Elaborazione: Xisuna? Domanda: A cosa mi serve un nome?>>

<<P-perché...? Beh, un nome è utile per poterti chiamare o... Robe simili.>> risposi, dando come risposta una spiegazione veramente penosa.

L'unità in tutto ciò non mi degnò neanche di una risposta o gradimento per ciò.

E io, senza dire nulla a mia volta, mi voltai e tornai vicino alla sponda dove giacevano Misuta, Marco e Manuel.

Controllai le loro condizioni e... Erano veramente morti.

Improvvisamente sentii l'unità avvicinarsi a me e chiese;

<<Domanda: Loro erano tuoi amici?>>

Stavo provando a trattenere le lacrime, ma a questa domanda non riuscii più a trattenerle.

Ero ancora distrutto per la perdita dei miei compagni, e con le poche forze che avevo in corpo, decisi di rispondere;

<<Sì... Lo erano.>>

<<...Teoria: La Barriera Magica è ancora intatta.>> disse Xisuna, citando una cosa che disse anche poc'anzi quando mi fece volare in aria, provando ad uscire dalla grotta.

<<Barriera Magica...?!>> chiesi, alzando lo sguardo verso di lei. Era vicina a me, guardando i corpi morti dei miei compagni.

<<Spiegazione: Qualche Monster sta ancora mantenendo innalzata una barriera magica che blocca la grotta. Dobbiamo eliminarlo per far sì che la barriera cada. Questa carne qui non è reale.>>

<<Devo dire che ha un modo veramente buffo di spiegare...>>


Però Xisuna aveva ragione; quando provammo a scappare qualcosa ci respinse indietro, e quel qualcosa era una barriera magica.

Prima che vedessi i corpi morti, non c'era nulla che permise la loro morte; dunque, quella era tutta una creazione di quei mostri.


"Questo posto non è reale!"


Impugnai con forza la mia spada e l'alzai sopra il corpo di Misuta.

<<Non osate... Mai più... Prendervi gioco di me!!>>

Infine, infilzai la spada dentro il suo corpo, provocando improvvisamente un cambio di stato del corpo, illuminandolo di viola e frammentandosi nell'aria, come dei piccoli cristalli.

<<C-cosa succede ora?!>> esclamai, cadendo all'indietro ed indietreggiando.

Numerosi piccoli cristalli viola creatosi dal corpo iniziarono a circolare su loro stessi, dunque creando nuovamente il corpo di Misuta.

Il corpo di Misuta prese un colorito che ricordava lo schema dei colori dei mostri dell'Hyllfring, e gli occhi di Misuta erano di un viola acceso. Dietro di lui si crearono anche le copie di Marco e Manuel, con le loro spade di metallo in mano.

Cercai di alzarmi immediatamente, scappando verso Xisuna. Appena la raggiunsi, iniziò ad aprire nuovamente la sua schiena per schierare le sue armi da fuoco.

<<Waffen in Angriffsposition! Yukkito, approfittane per scappare.>>


"Perché?"


<<Perché mi stai difendendo...? Le nostre nazioni si sono sempre combattute, ma perché tu mi continui a difendere?!>>

L'unità non rispose, bensì iniziò a combattere contro le copie di Misuta, Marco e Manuel.

Le copie erano tremendamente forti, tenevano testa a Xisuna, tant'è che sembrava pure in difficoltà.

Però io... Non potevo fare nulla, ero troppo debole. Potevo solo rimanere a guardare.


L'unità continuava a proteggersi dai colpi incassati dalle spade affilate, danneggiando ripetutamente il suo corpo. Il suo metallico corpo iniziava a portare innumerevoli ferite, sgorgando piccoli scintillii statici per tutte le ferite. Se non l'avessi aiutata... Se non avessi fatto qualcosa... Sarebbe sicuramente morta.

<<Io non riesco a fare nulla, non so combattere, non so nemmeno stare davanti ad un nemico, che incasserei solamente! Sono un bersaglio facile, morirei se combattessi...>> pensai, appena presi la mia spada da terra. Ero tremolante dinnanzi ad un vero combattimento. Non ero pronto per tutto ciò. Non riuscivo a camminare. Riuscivo solo a fissare la lama tagliente della mia spada.


"Ma la devo assolutamente aiutare! Questo corpo... Deve reagire! Non posso farmi difendere per sempre... Non posso essere sempre colui che viene salvato dai pericoli!!"


Strinsi lentamente la lunga spada di metallo, alzandola gradualmente verso la copia di Misuta e deglutendo.

Appena inspirai ed espirai, spalancai i miei occhi ed iniziai a correre verso la copia del Dottor Misuta.


<<Controllo: Umano, cosa vuoi fare? Ti avevo detto di scappare!" esclamò Xisuna contro di me, appena la raggiunsi, risposi con un;

<<Non scapperò, non stavolta!>>


Non potevo scappare nuovamente, dovevo combattere, dovevo difendere qualcuno!

Rimasi sempre quello che veniva aiutato, sia ai tempi della scuola, sia durante i primi giorni all'accademia.

Inoltre, fu anche per questo motivo che Lya venne portata via. Poiché non ebbi il coraggio di andare contro suo padre.

Poiché non riuscii a far altro che piangere in quell'istante!

E anche per questo motivo Xisuna sta sacrificando la sua vita... Poiché non feci altro che piangere su me stesso.

Ma per la prima volta nella mia vita... Volevo combattere per difendere qualcuno!


L'unità mi guardò sbalordita, i suoi piccoli cerchi negli occhi giravano, finché non si fermarono improvvisamente.

<<Dimensione massima dello stack di richiamo superato: Questo... Non lo comprendo.>> rispose con tono freddo. Nel mentre, le copie la stavano per attaccare tutte e tre insieme, e prima che lei se ne accorgesse...


"Non lo permetterò!"


Scattai più velocemente possibile verso la copia di Misuta, innalzando la punta della spada orizzontalmente e colpendo la spalla del Dottore. Il suo slancio venne notevolmente rallentato grazie al mio attacco, mentre Xisuna, grazie ai suoi due armamenti laterali, sparò dei ganci che colpirono sia la copia di Marco che quella di Manuel, tenendoli a distanza e fermando il loro colpo caricato.

La copia di Misuta si sciolse in un liquido viola e si generò in un batter d'occhio dietro di me, senza che me accorgessi.

<<Cosa diamine vuol dire...?>> pensai, non avendo compreso molto bene cosa fosse successo. Eppure, come se Xisuna avesse compreso bene la situazione, riuscii a scagliarmi contro il corpo di Marco e Manuel contro quello di Misuta. Appena i due corpi dei miei compagni di stanza vennero catapultati contro quello di Misuta, volarono di svariati metri, raggiungendo il muro più esterno della grotta. Quello che un tempo era una grotta paradisiaca, divenne un campo di battaglia; il lago pieno di macerie, le mura ricolme di buche causate dagli attacchi devastanti di Xisuna, l'aria circostante piena di particelle oscure. Era veramente triste pensare a come si fosse ridotto quel posto.

<<Ma questi così sono immortali o cosa?! Come dovremmo sconfiggerli...?>> chiesi disperatamente raggiungendo Xisuna. Lei rispose in modo tranquillo e con sua voce sempre metallica;

<<Soluzione: Loro non sono immortali, dovremmo distruggere ogni singola cellula.>> rispose, lasciando più dubbi che risposte. Il suo sguardo era concentrato su quei corpi che ancora non si erano rialzati, ma neanche morti. Eppure, da un lato, ero molto felice di non averla come nemica...

Ad ogni modo, come diavolo dovevamo distruggere ogni singola cellula? Poi Xisuna continuò;

<<Risultato: il mio telaio combatte i Monster der Hölle già da diverso tempo. So come sono fatti, e so bene quanto siano temibili, visto che hanno ucciso diverse mie conoscenze. La mia razza venne lentamente sterminata da loro, ecco perché ho il personale obiettivo di sterminarli tutti.>>


Perciò anche loro passarono dei momenti bruschi...

Era pazzesco come per l'Ordine della Guerraglia, Yorung venisse considerata come nazione nemica da oltre 700 anni. Eppure, vedere che anche loro possedevano un cuore sotto quegli ingranaggi meccanici, mi faceva star male.


<<Allora ti aiuterò anche io. Dimmi come li dobbiamo uccidere.>>

<<Calcolo della variabile: È impossibile che tu possa essermi d'aiuto.>> rispose senza batter ciglio Xisuna.

<<Ahia... Senza delicatezza...>> pensai con uno sguardo neutro, non sapendo come rimanerci dopo aver sentito una tale risposta. Ma dopo un breve lasso di tempo, Xisuna continuò;

<<Risposta: Tuttavia, accetto volentieri la tua offerta.>> i suoi pesanti occhi rossi scuri divennero lentamente più limpidi, come se gli avessi levato un peso dalle spalle.

<<Piano d'attacco Alpha: prenderò l'attenzione di loro tre, tu devi solamente colpire da dietro, dritti al loro cuore. Questa mossa li farà sciogliere, ed è allora che dovremmo disintegrare le loro cellule. Chiaro, Yukkito?>> spiegò velocemente Xisuna mentre teneva a bada i nemici, che per qualche ragione iniziavano a diventare sempre più forti. Era come se ogni minuto che passasse, permettesse a loro di potenziarsi.

<<V-va bene, credo di aver capito...>> risposi con non troppa fiducia in me stesso, ma dovevo farlo; non potevo scappare lasciando Xisuna morire contro di loro. E dopotutto, se potevo essere in qualche modo d'aiuto, non avrei esitato a farlo!


Xisuna gli lanciò vari colpi energetici usando i cannoni attraverso i palmi delle sue mani, prendendo la loro attenzione e facendo in modo che iniziassero tutti a seguirla.

<<Bene, il tempo che si avvicinano tutti lì...>>

Appena vennero colpiti, i corpi di Marco, Manuel e Misuta si girarono, iniziando a slanciarsi verso Xisuna. A poco a poco si avvicinarono sempre di più, e non appena la stavano per attaccare..

<<Ora!!>> iniziai a correre, avvicinandomi alla copia di Misuta e trafiggendolo nella parte del cuore, usando la mia spada.

La copia iniziò a sciogliersi e non appena Xisuna riuscì a scrollarsi d'addosso le altre copie urlò;

<<Emissione abilità: Himmelzereißen!>> la stessa mossa che usò contro i tre lupi; un attacco energetico su larga scala di color viola, talmente potente che non appena toccò una parete della grotta, la disintegrò sul colpo, creando un'immensa voragine. Inutile dire che distrusse completamente la copia di Misuta, non facendo restare neanche una singola particella.

<<E uno è andato!>> esclamai felice, saltando e stringendo il pugno in aria.

<<Pericolo: Non abbassare la guardia!>> esclamò Xisuna, alzando subito il palmo della sua mano e lanciando un devastante attacco energetico verso la copia di Manuel; che si trovava dietro di me.


La copia riuscì a schivare l'attacco in tempo, con un atletico salto all'indietro e parandosi con la spada di metallo che si trovava nella sua mano destra.

Mi girai immediatamente e, impugnando allo stesso modo la spada di metallo, colpii rapidamente la copia cercando di abbatterla.

Non appena credevo di averla colpita, Manuel si sciolse nuovamente, scomparendo dalla mia vista.

Cercai di stare attento all'ambiente circostante, notando anche che nel mentre Xisuna era impegnata a combattere la copia di Marco.


<<Esci fuori... Lo so che compari da dietro, dannata copia!>> pensai, mentre tenevo saldamente in mano la mia spada di metallo. Ma tremava. La mia mano tremava. Non riuscivo a rimanere focalizzato, essendo che tremavo.

Deglutii, mentre sentii una presenza dietro di me.

<<Beccato!>> esclamai, oscillando la mia spada verso destra e girandomi di scatto, ma notai che era la copia di Marco, e stava venendo messo alle strette da parte di Xisuna.

<<Cosa...?>> pensai, mentre colpii la copia di Marco e lo disintegrai.

Nello stesso istante, la copia di Manuel comparve dietro di me.

<<Oh... Allora sono veramente uno stupido.>>


Senza che me ne accorgessi, la copia di Manuel mi colpì da dietro, mentre ero girato ad ammirare lo stupendo fascio di luce generato dall'arma di Xisuna, che una volta terminato l'attacco, lasciava fluttuare in aria delle stupende particelle violacei, che brillavano alla luce lunare. Il corpo di Marco venne disintegrato in quello stesso momento, ma anche io venni abbattuto.

Mentre venni colpito, e cadevo lentamente a terra, potevo sgorgare uno stupendo panorama;

Un immenso lago cristallino, con delle rocce su di essa per creare un ponticello che univa le due sponde, ornato con uno stupendo fascio lunare che faceva riflettere le particelle violacee create dall'attacco distruttivo di Xisuna.

Che dire, un ottimo modo per morire.

.

.


"Veramente, stupendo..."


<<Non morire anche tu!>>

Sentivo delle voci. Erano di Xisuna.

<<Allora non sono ancora morto... Che strano.>>

<<Perché... Perché voi maledetti dovete uccidere tutti quelli che incontro, perché dovete tormentarmi così tanto?! Maledetti... DOVETE FINIRE TUTTI ALL'INFERNO, TORNATE DA DOVE SIETE ARRIVATI!!>>

Dovevo vedere... Dovevo aprire gli occhi...


Xisuna strinse fortemente i suoi pugni, i suoi occhi si erano accesi di un rosso intenso, facendo comparire delle strane scritte sui suoi occhi: "Error 0x800701E3"


<<Error..? Che cosa significa?>> mi chiesi, pensando tra me e me.

Dalla sua mano destra uscirono tre lame, e successivamente dalla sua sinistra rispettivamente altre tre lame.

Ancora non capivo perché mi volesse difendere così tanto, ma una cosa la potevo dire... Era veramente forte e splendente. Semmai saremmo usciti vivi, mi sarebbe tanto piaciuto essere suo amico...


Successivamente caddi in un sonno profondo, lasciando tutto nelle mani di Xisuna.


Di quello che successe dopo, non lo ricordai.


Yorung - Deserto Cremisi, Caverna sconosciuta - Anno 703 5 settembre, due ore dopo l'accaduto


<<Virtus!! Virtus!>> sentivo qualcuno chiamarmi, ma non riuscivo ad aprire gli occhi.

Ero stordito per qualcosa che mi successe, ma non ricordavo cosa.

<<Ehi, Virtus!>> una voce odiosa, era... Di Marco, quindi io...

Aprii lentamente gli occhi; la luce lunare era ancora presente, e sopra la mia testa vedevo quella di Marco, curioso di vedere quando mi sarei svegliato.

Improvvisamente, ricordai cosa mi fosse successo.

<<Marco... Manuel... Ragazzi!>> esclamai felicemente. Mi alzai di scatto, abbracciandoli.

<<Ehi ehi, calma un po'...>> disse Marco imbarazzato dell'abbraccio.

<<Sono felice che sei tornato in te. Ci eravamo preoccupati molto, sai?.>> disse Manuel, apparentemente si era svegliato, ma la sua voce era ancora assonnata.

<<Anche io... Ma, Misuta dove sta?>> chiesi subito dopo.

Manuel mi indicò l'entrata della grotta, a quanto pare, stava facendo da guardia mentre mi riprendevo. Mi alzai lentamente, cercando di riprendere l'equilibrio, e non appena presi i miei vestiti mi diressi subito dal Dottor Misuta.

Mi avvicinai. Era poggiato sul muro dell'entrata della grotta, notai che i suoi vestiti erano umidi e aveva appena gettato una cicca per terra, e non appena notò che mi ripresi, si girò da me e chiese;

<<Ti sei ripreso? Non sarà stata una bell'esperienza incontrare quei mostri dell'Hyllfring.>>

<<Come fai a saperlo?>> chiesi a mia volta, mentre mi stavo rimettendo la mia uniforme dell'accademia color marrone. Mentre stava di guardia, notai che a terra giacevano numerosi sigari, ne contai circa sette. Per quanto tempo ero stato via?

<<Hm. Lo spiegai già a Marco; sapevo bene cosa si trovasse dentro questa grotta, e allo stesso tempo, le ansie di Ex-32 erano ovviamente fondate. Solo che... Dannazione, sei andato senza portarti dietro la gemma che ci ha dato Ex-32.>> disse il Dottor Misuta, a quanto pare, era molto preoccupato... Ma lo era più per me, o per il suo lavoro?

<<Ahah... Scusa se vi ho fatto preoccupare... >> dissi, grattandomi il capo dal nervosismo.

<<A tal proposito, quanto tempo sono stato via?>>

<<Quasi due ore.>> rispose, mentre si era acceso un altro sigaro.

<<A dire il vero, ero ormai certo che non ti saresti più svegliato. Distruggere la barriera che ti divide dal mondo umano al mondo dell'Hyllfring non è per nulla facile. Li hai fatti fuori tu?>> chiese Misuta, riferendosi ai mostri che avevo incontrato dentro la barriera.

<<Eeh... Onestamente, non proprio. Incontrai un'altra persona che era intrappolata dentro la barriera, era una Tex-Mechaniker->>

Misuta, non lasciandomi terminare neanche la frase, mi interruppe;

<<Ti ricordi il numero?>> mi guardò intensamente, come se mi volesse levare le parole di bocca.

<<Numero...? 62.>> risposi, ricordarselo non era facile, soprattutto dopo un’esperienza simile.

<<Proprio lei...>> disse, con sguardo serio. Si diede una spinta per mettersi in postura dritta e continuò;

<<Preparati, ce ne andiamo. Già la pianta l'ho raccolta, e mentre dormivi ho preparato anche la cura che serve a noi. Manuel mi ha aiutato, essendo che voleva imparare questa cura. Appena ritorniamo gliela potete dare direttamente al vostro amico.>>


Ero confuso, cosa voleva dire? A proposito... Cosa successe dopo che svenni? Non dirmi che...


Misuta raggiunse Manuel e Marco, lasciandomi all'entrata.

Improvvisamente girai le spalle e scappai senza farmi vedere.

Dovevo trovare Xisuna, sicuramente se era viva, non era ancora andata via!


Nel mentre...

<<Dov'è Virtus?>> chiese Marco a Misuta, guardandosi in giro appena avevano finito di sistemare le cose nei loro zaini.

<<Non lo so, pensavo si stesse preparando per partire.>> rispose Misuta, mentre stava immagazzinando altre piante di Aloe nel suo zaino, si stava facendo una scorta prima di lasciare Yorung.

<<Non dirmi che... Sta provando a cercare Ex-62?>> continuò Misuta, in preda al panico.

<<Ex-62?>> chiese Marco stranito, non sapeva ancora nulla di quella storia.

<<Andiamo a cercarlo. Non deve incontrarla.>> disse ancora Misuta, accompagnato da un sonoro "Va bene!" di Marco e Manuel.


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<<Xisunaaa!! Xisunaaaa!!>> continuavo a girare per la caverna, urlando il suo nome. Volevo almeno incontrarla un'ultima volta per poterla ringraziare.


<<Dove sarà finita...?>> mi chiedevo dopo minuti e minuti passati a cercarla.

<<Non vorrei che fosse morta...>> dissi, ma poi continuai;

<<No, non può essere. Se lo fosse veramente, non sarei mai riuscito ad uscire dalla barriera magica. Sarà già andata avanti.>>


Dopo un po', girando svariati angoli, trovai delle orme per terra. Il pavimento in quella zona era più terroso che pietroso; dunque, si poteva notare immediatamente il passaggio di qualcuno.

<<Dev'essere qui vicino!>> esclamai, seguendo le orme che portavano verso un’uscita luminosa, stavo camminando già da parecchio tempo; perciò, credevo che lentamente stessi per raggiungere l'uscita della caverna del Deserto Cremisi.

E in men che non si dica... Mi ritrovai davanti un enorme deserto rosso. Un infinito deserto, lo stesso che ci accolse non appena arrivammo alla nazione di Yorung.

Le orme erano finite non appena arrivato all'uscita, ciò voleva dire che Xisuna si trovava qui, ma poi...? Dove sarà mai finita?


<<Richiesta: Umano, mi stavi cercando?>> chiese una voce metallica, dal tono femminile.

<<Xisuna!>> esclamai, girandomi in tondo, ma non vedevo nessuno.

<<Quassù.>> disse l'unità, stava sopra l'entrata della caverna, seduta su una pila di rocce.

<<Xisuna...>> l'unità era enormemente danneggiata, aveva varie parti del corpo aperte, scintillii metallici di color bianco e alcune strutture del corpo malfunzionanti.

<<Sei ferita...>> sussurrai, Xisuna, con volto neutro, rispose;

<<Spiegazione: Non è nulla, sono abituata a rompermi, e queste ferite posso anche sistemarle, semmai dovessi ritornare dal Padre.>> spiegò Xisuna, menzionando un "Padre".

<<Mi spiace esserti stato d'impiccio.>> dissi, con tono più triste.

<<Tesi: Non devi, anzi, è stato anche grazie a te se sono riuscita a sopravvivere. Stavo rinchiusa in quella dimensione da oltre tre anni, e non riuscivo a fuggire poiché non trovavo colui che creò la Barriera Magica che mi teneva imprigionata. Ma per fortuna trovai te, Yukkito. Mi spiace di averti usato.>>

<<Heh, più che usato, è grazie a te se anche io sono ancora vivo... Possiamo definirlo un ottimo scambio di aiuto?>> chiesi, ridacchiando e arrossendo un po', mentre con l'indice destro mi grattavo la mia guancia..

<<Risposta: Considero questa condizione come appropriata.>>


Un piccolo venticello iniziò a muovere i suoi violacei e lisci capelli splendenti, che riflettevano al chiaro di luna. Non erano capelli normali, erano lucidi... Che anche quei capelli fossero metallici?

Xisuna si alzò dalla pietra e accese i suoi dispositivi di movimento, rilasciando una specie di gas intenso.


<<Vuoi andare già via?>> chiesi alla macchina.

<<Conclusione: Devi far finta che tutto quello che è successo stanotte non sia mai accaduto. Quello che hai vissuto insieme a me non doveva capitare. Le nostre razze sono da sempre in guerra, e semmai dovremmo nuovamente incontrarci, ma come nemici, dovremmo combatterci. È una normalità che non possiamo cambiare. Noi siamo nati in un mondo in preda alla guerra, siamo stati cresciuti con queste leggi disumane, siamo stati allenati per essere macchine da guerra, per servire un falso dio. Non esiste altro che spargimento di sangue, odore di polvere da sparo, tristezza e morte. Soprattutto noi unità Tex-Mechaniker, unità di combattimento nate solo per distruggere.>>

<<Non hai risposto comunque sia alla mia domanda...>> dissi con tono infastidito, lei rispose alla mia domanda con una risposta molto criptica:

<<Analisi: questo posto non appartiene alla banca dati della M29EK957EX-62, il sistema ha denegato la mia persistenza nella linea di connessione Tex, bannando il mio collettivo con Ex-31.>>

<<Eh? Non penso di aver capito...>> risposi con volto stranito, sembrava una lingua sconosciuta, seppur era la mia.

<<Conclusione: Non ha importanza.>>

<<...>> rimasi a guardarla, ormai era certo che non potevo più fare nulla per alterare il destino già prescritto.


In questo mondo, che si presentava come un posto pacifico e ricolmo di amore, in realtà si celava più di una cruda realtà.

Le menzogne dette dagli abitanti di Giarogia; il fatto che da oltre 700 anni siamo chiusi dentro quelle mura, ormai diventata una normale vita...

Perché hanno sempre insabbiato ciò che si celava al di fuori di esse?

L'ordine della Guerraglia combatte contro i Tex-Mechaniker da centinaia di anni, per sopravvivere e continuare una tremenda e falsa esistenza, visto che, apparentemente, una nazione non può convivere con un’altra... Come se fossero una nemesi.

Ma allo stesso tempo, Yorung è sempre sotto attacco dall'Hyllfring, per qualche assurdo motivo.

Si dice che i Tex-Mechaniker siano sull'orlo dell'estinzione, combattendo per portare in alto il loro orgoglio metallico per continuare a sopravvivere.

Apparentemente, sembra che la nazione che se la passa peggio sia Yorung...

Ma noi continuiamo a combatterci.

Così finirà che la nazione metallica perirà, e noi supporteremo una simile tragedia..

Forse non saranno tutti così, ma Xisuna ed Ex-32 hanno pur sempre un cuore; ma quindi perché li combattiamo?

L'Hyllfring assaltò Yorung, ma non so per quale motivo. Imprigionò Xisuna, e finché non incontrò me dentro la barriera magica da loro creata, ci era rimasta dentro per oltre tre anni.

Difatti, nei libri di storia non furono mai narrate vicende di guerre contro l'Hyllfring, oppure rapporti dove testimoniavano forze armate dell'Hyllfring ad attaccare la nazione di Yorung. Pure se quest'ultima si potrebbe giustificare con le barriere magiche che ricoprono il tutto.

Ma allora... Come può essere che i Tex-Mechaniker sono sull'orlo della rovina? Come può essere che così tante unità vennero abbattute? E Giarogia è l'ultima nazione che potrebbe essere stata la causa. Noi non abbiamo mai avuto forze militari così avanzate da poter distruggerli. Che siano stati i Signori della Guerra?

Troppe domande... E io devo riuscire a venirne a capo.


Mentre riflettevo, vedevo la morente Xisuna volare via; mi chiedevo semmai non appena avrebbe raggiunto casa, potesse guarire...

Improvvisamente sentii delle voci;

<<Virtus! Ti abbiamo cercato ovunque, perché diavolo sei scappato via? Oggi ci vuoi far venire un infarto a tutti e tre...>> disse Marco col fiatone, dietro di lui c'erano Manuel e Misuta.

<<Uh... Beh...>> non potevo di certo raccontare quello che successe; perciò, provai ad insabbiare il tutto con una stupida scusa;

<<Volevo uscire il prima possibile da quella caverna, si gelava.>>

Marco mi guardò come se avessi detto qualcosa di estremamente stupido, e rispose;

<<Bastava dirlo, pensavamo che ti avessimo nuovamente perso... Diamine.>>

<<Hehe, scusatemi!>> esclamai, grattandomi la testa e ridacchiando.

<<Bene, giovincelli, visto che siamo nuovamente uniti, e il nostro bottino lo portiamo già nelle nostre tasche, possiamo fare rotta verso casa.>> disse Misuta, alzando il pugno in alto e dirigendosi verso il carro. Mentre iniziammo a camminare, mi girai guardando il cielo e pensando;

<<Xisuna... Spero che un giorno ci potremmo incontrare nuovamente, sperando non come nemici.>>


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Il carro non era troppo distante, e per fortuna Misuta era sempre attrezzato: difatti per orientarsi usava la mappa di Yorung e una bussola, così riuscimmo a trovare il carro parcheggiato vicino all'ingresso di Yorung.

Ma qualcosa ci aspettava... La nostra operazione apparentemente non passò inosservata.


<<Gut gut, so wir haben den gefunden.>> un Tex-Mechaniker differente da quelli appena incontrati ci aspettava davanti al carro, sicuro che saremmo tornati indietro.

E con loro si trovava...

<<Cosa... Xisuna...>> chiesi incredulo.


Un Tex-Mechaniker con capelli corti e occhi di un colore nero metallico puro, alto quanto Misuta, che teneva in mano una strana arma metallica che ricordava una sciabola... Che voleva dire ciò? Perché lei ci aspettava con questo Tex-Mechaniker?!


<<Xisuna? La conosci, Virtus??>> esclamò Marco, con tono abbastanza agitato.

<<Eh... A questo punto è inutile che lo nascondo. Io sono uscito dalla dimensione solo grazie a Xisuna o, meglio, dire Ex-62.> raccontai, abbassando lo sguardo.

<<Ecco perché volevo andare via il prima possibile. Per evitare di incontrare proprio te, Ex-61.>> disse Misuta, facendo due passi in avanti, per parlare dritto in faccia con Ex-61.

<<Quante conoscenze ha il Dottor Misuta con la nazione di Yorung...?>> chiesi sottotono, Marco rispose;

<<Se non ho capito male, Misuta non ha collegamenti con Yorung stesso, bensì solo con Ex-32. E molto probabilmente, Ex-61 ed Ex-62 hanno dei collegamenti con esso.>>


La faccia di Xisuna era molto indifferente, ferma, vuota. Era come se fosse stata costretta a venire lì.

<<Xisuna...spiegami, perché sei qui?!>> esclamai, ma Xisuna fece finta di non capirmi.

<<Wir müssen garnicht erklären! Ihr seid feindlich gegen die Region von Yorung, und ihr soll also sterben!>> Xisuna si portò avanti, traducendo quello che disse Ex-61;

<<Traduzione: Non dobbiamo porre nessuna spiegazione. Voi siete degli ostili verso la regione di Yorung, e dunque dovrete morire!>>


Mi ricordai di quello che disse Xisuna giusto attimi fa;

<<Conclusione: Devi far finta che tutto quello che è successo stanotte non sia mai accaduto. Quello che hai vissuto insieme a me non doveva capitare. Le nostre razze sono da sempre in guerra, e semmai dovremmo nuovamente incontrarci, ma come nemici, dovremmo combatterci. È una normalità che non possiamo cambiare. Noi siamo nati in un mondo in preda alla guerra, siamo stati cresciuti con queste leggi disumane, siamo stati allenati per essere macchine da guerra, per servire un falso dio. Non esiste altro che spargimento di sangue, odore di polvere da sparo, tristezza e morte. Soprattutto noi unità Tex-Mechaniker, unità di combattimento nate solo per distruggere.>>

<<Quindi a questo ti riferivi... Xisuna?>> pensai. Non riuscivo ad accettarlo... Non dopo che mi salvò la vita. Subito dopo mi tornò un’altra sua frase in mente;

<<Perché... Perché voi maledetti dovete uccidere tutti quelli che incontro, perché dovete tormentarmi così tanto?! Maledetti... DOVETE FINIRE TUTTI ALL'INFERNO, TORNATE DA DOVE SIETE ARRIVATI!!>>


Mi scesero delle lacrime dal viso, e poi chiesi;

<<Quindi era questo che dicevi, non è così, Xisuna?>> dissi, alzando lentamente il volto e osservando la Tex-Mechaniker. Il mio viso era completamente ricoperto di lacrime, e dissi;

<<E va bene, allora faremo come mi hai detto tu, combatteremo!!>>

Non appena dissi queste parole, Misuta mi prese il braccio e disse;

<<Se vuoi veramente scontrarti contro un Tex-Mechaniker per morire, fai pure. Ma non oggi. Oggi sei sotto la mia responsabilità, e come docente, devo tutelare la tua salute. Non posso permettere che tu muoia, ne va il mio posto di lavoro.>> disse Misuta. Allora gli interessava veramente più il suo posto di lavoro che me! Ma, effettivamente, ricordandomi come Xisuna combatteva, non potrei mai competerci.


Xisuna mi puntò una spada di metallo contro, con un volto freddo e vuoto.

La guardai con uno sguardo profondo e deluso.


Puntarmi una spada; colei che mi ha salvato, colei che ha lottato, seppur per poco tempo, disgraziatamente contro dei mostri...


Ero deluso di come le carte in tavola si ribaltarono così facilmente, deluso di come non ti puoi fidare di nessuno, deluso di come sia dannatamente facile puntarsi le armi contro.


E deluso di questo mondo.


Misuta, dopo avermi fatto indietreggiare, disse a Ex-61;

<<Noi non siamo ostili. Non siamo venuti per combattere, né tanto meno dichiarare una guerra. Siamo venuti solo per reperire una pianta che nasce solo nella caverna da dove tua sorella era rimasta intrappolata. Dovresti essere anche debitore visto che il mio studente, ehm... Ah sì, Virtus, l'ha salvata." disse Misuta in difesa. Ex-61 rispose in lingua sconosciuta;

<<So, du meinst, dass wir müssen uns sogar gratulieren?>> e Xisuna tradusse immediatamente;

<<Traduzione: Quindi, intendi dire che noi ci dovremmo pure complimentare con voi?>>

<<Non proprio complimentare, bensì essere debitori.>> rispose Misuta, con tono ironico.

<<Mir ist scheiße egal!!>>


Misuta, anche se non comprese ciò che disse Ex-61, avvertì subito un senso di ostilità nei confronti del Tex, che provò ad attaccare Misuta.

Ex-61 lo attaccò frontalmente con la sciabola, colpendo il terreno essendo che Misuta si scansò giusto in tempo, effettuando un salto all'indietro. Misuta portava ancora le sue mani dentro la sua tunica da medico bianca, come se fosse impegnato a fare altro nel mentre...

Appena Ex-61 si innervosì del comportamento di Misuta, fece cadere la lama della sua sciabola per terra, formandone una energetica. Era di colore rosso, e la lama che cadde per terra iniziò a fluttuare, attaccandosi nel lato inferiore del manico della sciabola e formando una doppia lama; una metallica ed una energetica.

<<Oh, stai facendo già seriamente?>> chiese con tono ironico Misuta, notando il cambio di tattica di Ex-31.

<<Bruder! Du musst nicht so ernsthaft kämpfen!>> esclamò Ex-62, allungando il braccio destro e mostrando per la prima volta un viso ricolmo di panico.

Ma senza che Ex-61 reagì, corse nuovamente contro Misuta, puntando la lama metallica contro.

Mentre correva, agitava la lama facendola roteare sulla sua stessa mano, come se fosse esperto ad usare queste tipo di armi.

E non appena raggiunse Misuta, saltò in aria e colpì nuovamente il nostro Dottore, ma anche questa volta finì con Misuta che schivò il colpo. Ma una cosa cambiò; non appena la lama metallica colpì il terreno sabbioso, Ex-61 approfittò del polverone per attaccare alla sprovvista Misuta con la lama energetica. Anche se Misuta non riusciva a vedere il Tex, egli poteva rilevare i battiti cardiaci dei suoi avversari, riconoscendo subito la loro posizione.

<<Hier!!>> esclamò Ex-61, colpendo il corpo del Dottor Misuta.

<<No!! Misutaaa!!>> esclamai in preda al panico, ma appena venne colpito, un enorme raggio energetico ci travolse tutti quanti. Senza che Ex-61 se ne accorse, Misuta aveva un incantesimo attivo da tutto il tempo dello scontro; un incantesimo che, non appena la lama toccò il corpo di Misuta, si disattivò improvvisamente, come se la fonte energetica scomparve.

Non appena il raggio color cremisi scomparve, anche il grosso polverone si dissipò.

<<Cosa?!>> esclamammo sopraffatti. Nel mentre, anche Ex-61 rimase sorpreso, avendo la sua lama disattivata perse il suo equilibrio, che lo portò a cadere lentamente verso Misuta.

<<Non sottovalutate MAI un medico da battaglia, macchine.>> disse Misuta tirando subito dopo una ginocchiata a Ex-61 e facendolo volare via, fino a raggiungere la posizione di Xisuna.

<<Bruder!>> esclamò Ex-62, prendendolo al volo e tenendo sollevata la sua schiena metallica.

<<Che razza di incantesimo era quello...?!>> chiesi, Marco rispose;

<<Non è esattamente un incantesimo, ma non sembra essere neanche un'Ereditaria...>> disse sconvolto Marco.

<<Neanche io, negli anelli più interni non ho mai visto un'abilità così...>> sussurrò Manuel.


Nel mentre, Ex-61 sussurrò a sua sorella;

<<Gehen wir.>> e così, improvvisamente lasciarono l'area di combattimento.


Mentre volavano via, grazie ai dispositivi di Xisuna, vidi il suo sguardo incrociare il mio, e per l'ultima volta vidi quegli stranissimi ma attraenti occhi rossi, che continuavano a far girare molteplici cerchi al loro interno; come se volesse passarmi un messaggio criptico, di cui però non venni mai al capo.

Lasciandomi con l'amaro in bocca.

Senza mai più rivederci.

Questo era un addio, o un arrivederci?


Yorung - Deserto Cremisi, Caverna sconosciuta - Anno 703 5 settembre, partenza da Yorung


<<Ahh... Che bello... Finalmente possiamo riposarci.>> esclamò Manuel addormentandosi in mezzo nanosecondo sul carro.

<<Caspita Manuel, poi competere contro Virtus quando si parla di dormire. Non avrei mai immaginato che qualcuno riuscisse ad addormentarsi più veloce di lui.>> disse ridacchiando. Ma io avevo i miei pensieri su tutt'altro; con la mia visuale girata verso il vasto ed infinito deserto di Yorung.


Pensavo ancora a quello che successe quella notte, una tremenda notte si può ben definire.

Ma anche una notte che mi aprì gli occhi verso il vero mondo che si distendeva fuori dalle mura di Giarogia.

<<Virtus... Per quanto tempo vuoi pensarci ancora?>> chiese Marco, io mi voltai e con sguardo leggermente freddo risposi con;

<<Non ci sto più pensando...>>

<<*sigh* si vede da un miglio che ci stai ancora pensando. Lo sai ch──>>

Lo interruppi con tono infastidito;

<<So che loro sono nostri nemici, e che la razza Tex-Mechaniker vogliono la morte della nostra razza. Ma non tutti sono così! Ti giuro che Xisuna ha un cuore!>> terminai la frase con un tono più presuntuoso. Misuta disse da lontano;

<<Infatti non tutti i Tex-Mechaniker vogliono annientare l'umanità, per esempio alcuni Tex-Mechaniker vogliono annientare altri Tex-Mechaniker.>>

<<In che senso?>> chiesi, cambiando tono da freddo a curioso.

<<Semplice, succede anche in Giarogia. Non penserete mica che in questi lunghi 700 anni fu tutto rosa e fiori.>> raccontò Misuta, fumando un sigaro. Continuò;

<<Il Casato Reale ebbe sempre svariati problemi con numerosi casati, soprattutto a causa di un certo Casato Redefelt, che provarono a mettere a soqquadro l'ordine reale di Giarogia. O altri casi che semplicemente assassinavano nobili per conto di qualche disgraziato. E' una cosa che succede sempre, o che alle volte provano ad insabbiare per non allarmare gli abitanti. Non credete che possa succedere anche tra le altre razze?>> chiese Misuta. Poi porse un'altra domanda;

<<Secondo voi, perché allora a Ex-32 stese bene il contatto con noi umani? Poiché venne bandito da Yorung, perdendo i loro figli... Ex-61 ed Ex-62. Non so cosa quei due fratelli hanno in programma, ma è evidente che Ex-61 prese in custodia Ex-62, e ora lei deve seguire gli ordini di suo fratello.>>

<<Quindi quello che lei vuole dire è...>> dissi con molta curiosità, Misuta rispose con;

<<Sì, Ex-62, o Xisuna come la chiami tu, segue solo gli ordini di suo fratello, ma sicuramente per via dell'influenza di suo padre, Ex-32, non vede gli umani come ostili.>>


Mai delle parole mi rincuorarono così tanto.

Però se il Dottor Misuta aveva ragione, allora Xisuna non era veramente ostile nei nostri confronti.

E quello mi rese estremamente felice... Però non cambiava il fatto che le nostre nazioni erano ostili fra di loro.


<<Purtroppo questo mondo è avvelenato dalla sete di guerra, e mai potremmo vedere della pace... La guerra non cambierà mai. E la sete di potere tanto meno. Dovrete convivere con questa idea.>>


Con questa frase la discussione si concluse, e dopo qualche istante mi addormentai sul carro, e Marco tanto quanto me.

Con l'aria che ci rinfrescava, superando i confini di Yorung ed entrando nel Passo della Culla, dopo qualche ora di viaggio arrivammo finalmente a Giarogia.


────────────────────────────


Giarogia - Nubilon, Accademia della Spada Argentata - Anno 703 5 settembre


Con la luce solare che ci accecò, sentimmo la voce di Misuta chiamarci;


<<Sveglia, sveglia! È ora della colazione, o volete arrivare anche oggi al campo di addestramento senza aver mangiato?>> chiese Misuta con molta grinta.

<<Nggh... Oh? È giorno... Abbiamo passato l'intera nottata a dormire sul carro, quindi...>> chiesi, sbadigliando ed alzandomi lentamente.

<<Ahi ahi... La schiena. Questo carro è scomodissimo.>> disse Marco, alzandosi dalla panca del carro.

<<Hmm... Tu dici? Io ho dormito bene.>> disse Manuel, alzandosi dal pavimento del carro.

<<Tu... Pure se dormissi sopra una roccia diresti che hai dormito bene.>> rispose Marco, sconvolto.

<<Ah giusto, riguardo Kevin...>> dissi, uscendo subito dal carro e girandomi verso Misuta. Ci trovavamo nel parcheggio dei cavalli nel retro dell'Accademia.

<<Tranquilli, è fuori pericolo, siamo arrivati a Giarogia mezz'ora fa. Non appena siamo arrivati gli somministrai subito la medicina. Non l'aveva apprezzata molto, quindi dovetti passare alla violenza per somministragliela, ma in fin dei conti tutto filò liscio.>> rispose, con sguardo poco fidabile.

<<Perché ho paura che stia più male di prima...?>> chiesi, con tono e volto preoccupato.

<<Però oltre questo, ha ancora bisogno di un giorno di riposo. Sicuramente domani ritornerà ad essere di nuovo sano come un pesce.>>

<<*sigh* allora questa tremenda spedizione non fu vana... Ne sono felice.>> risposi, Marco e Manuel sorrisero a loro volta, e come si suol dire..


"Tutto è bene ciò che finisce bene."


────────────────────────────


Quando iniziai la mia avventura, non avrei mai immaginato che sarei finito ad esplorare le terre selvagge di Yorung, popolate da entità meccaniche che prendono il nome di Tex-Mechaniker. E come se non fosse abbastanza, da entità misteriose e poco raffigurative chiamate Mostri dell'Hyllfring- mostri combattenti del Kazumu.

E per finire, venir salvate dal nemico──da Ex-62, Xisuna.

La mia vita da allora non sarebbe mai stata più la stessa. Già lo sapevo, e ne ero al corrente.

Il solo aver incontrato il mio nemico, e il nemico del mio nemico, fa già capire molto... Pure se, come si suol dire "Il nemico del mio nemico, è il mio amico"... Non so quanto possa essere veritiero in questo caso, visto che l'Hyllfring, da come mi venne presentato, non sono entità molto collaborative.


────────────────────────────


Non appena raggiungemmo le nostre stanze per cambiarci, rimasi brevemente sul mio letto, pensieroso di come stesse Kevin in quel momento.

Manuel si stava facendo una doccia nel bagno della nostra stanza, mentre Marco ed io stavamo seduti uno di fronte all'altro nei letti della stanza.

Quell'esperienza ci segnò parecchio, ed eravamo molto confusi su come la dovevamo prendere; se essere felici per aver salvato Kevin, oppure sconvolti per tutte le scoperte effettuate.

<<Senti... Virtus...>> disse Marco, spezzando il silenzio. Lo guardai e aspettai che continuasse.

<<Sai, ci conosciamo già da diversi anni, eppure a volte sembra che stia imparando a conoscerti solo adesso. È pazzesco come quest'Accademia sta facendo fuoriuscire dei lati a noi sconosciuti...>> disse, rimanendo brevemente in silenzio. Stava cercando di trovare le parole giuste, e questo lo notai. Ma rimasi in silenzio, aspettando che continuasse;

<<Io... Sono sempre stato uno che fece di tutto per proteggerti. Anche a scuola, quando gli altri bambini ti prendevano in giro per la storia che non avevi nessun parente. Feci sempre di tutto per proteggerti, e tutt'oggi, se in battaglia oppure in amicizia, continuo sempre a proteggerti.>> continuò, prendendo fiato e continuando ancora;

<<Eppure, so che devo iniziare a lasciarti andare. Sto comprendendo che hai i tuoi ideali, i tuoi obiettivi, il tuo modo di vedere questo mondo. Da quando perdemmo Lya, il tuo carattere cambiò drasticamente; prima non vivevi la tua vita pensando al futuro, ma solo al presente. E lo stesso senso di cambiamento lo notai ieri, durante la nostra spedizione a Yorung.>>


Nel mentre, senza che lo notammo, una persona stava per bussare alla nostra porta; era Zeliska, per condividere le informazioni che aveva riguardante le condizioni di Kevin. Ma appena sentì parlare noi due, si fermò subito, origliando quello che stavamo dicendo.


<<Hm.>> annuii, mentre abbassai lentamente il viso.

<<Se il tuo vero obiettivo è quello di salvare Lya, e far comprendere a tutti che i Tex-Mechaniker non sono nostri nemici, puoi benissimo farlo: non sono nessuno per fermarti. Ma... Ricordati una cosa, Virtus.>> continuò Marco, alzandosi in piedi e poggiando la sua mano sulla mia spalla sinistra;

<<Io ci sarò sempre al tuo fianco. Costi quel che costi, ti aiuterò sempre con i tuoi obiettivi. Che sia salvare Lya e andare contro Giarogia, oppure far comprendere alle persone della neutralità di alcuni Tex, sarò disposto a farlo.>>

<<Marco...>> risposi alzando lievemente il mio volto e notando quello sicuro di sé stesso di Marco; mostrava un sorriso che non vedevo da tempo. Anche lui...

<<Anche tu sei cambiato molto, mi tratti sempre meno male, o sbaglio?>> chiesi con tono ironico, stuzzicandolo.

<<Ehi, non solo ti dico una cosa carina di tanto in tanto!>> esclamò offeso Marco, girandosi con modo arrabbiato.

<<Ahah, stavo scherzando.>>


<<Quindi era vero...>> sussurrò Zeliska, andandosene via e senza lasciare nessuna informazione a Marco e me.


────────────────────────────


<<Uuf, eccomi.>> disse Manuel entrando in stanza. Portava un asciugamano per il collo, essendo appena uscito dalla doccia.

<<Siete pronti?>> chiese ancora, poggiando il suo asciugamano nella sedia accostata vicino alla piccola scrivania di legno della nostra stanza.

Marco ed io ci preparammo in anticipo, così da poter passare da Kevin prima di andare in mensa a fare colazione.

Avevamo indossato uniformi pulite dell'accademia, essendo che quelle di ieri erano molto sporche.


Uscimmo dalla stanza chiudendo a chiave, ed iniziammo a dirigerci verso le scale per salire all'ultimo piano dell'accademia; dove si trovavano le stanze dei docenti e quella del Dottor Misuta.


Una volta arrivati nella stanza medica, bussammo alla porta ed una voce maschile rispose;

<<Mi spiace! Il Dottor Misuta non è attualmente raggiungibile.>>

<<Agh... Questo tizio mi sta iniziando a dare fastidio...>> sussurrai, aprendo comunque sia la porta.

Era seduto sulla sua scrivania a leggere un libro; in copertina ci stava illustrata una donna in intimo. Appena lo vidi, mi voltai e con faccia neutrale dissi;

<<Mi scuso per averla interrotta.>>

<<Non fraintendere! Anche se sono molto intelligente, passo sempre le mie giornate a studiare l'anatomia del corpo umano. È dovere di un medico sapere queste cose!>> esclamò, poggiando il libro bruscamente sulla sua scrivania medica e urlando contro di noi.


Dopo un po', ci accomodammo dentro la stanza medica, raggiungendo il letto in cui era sdraiato Kevin. Anche se le sue condizioni stavano migliorando, stava ancora in pieno sonno.

<<Come detto, deve riposare molto. Non c'è molto che possa fare per farlo alzare prima. È già un miracolo se vive, a dirla tutta.>> spiegò Misuta, mentre si grattava il capo e mostrando un'espressione rilassata.

<<Beh, credo che sia veramente un miracolo. Ma almeno posso stare tranquillo che la nostra spedizione sia andata liscia...>> dissi con tono tranquillo.

<<Ti consiglio di non prendere alla leggera la questione della spedizione. Non deve saperlo nessuno, essendo che rischiamo tutti quanti il posto qui dentro.>> disse Misuta, girandosi e tornando a sedersi sulla sua sedia, vicino alla scrivania. Era piena di documenti e fogli di vari pazienti, nonché ricette mediche come quella che preparò a Kevin.

Manuel si avvicinò da lui e chiese;

<<Stai lavorando ancora sulla pianta di Aloe?>> chiese Manuel, curiosando sulle faccende di Misuta.

<<Devo dire che tra Marco e te, non so chi sia più ficcanaso sulle mie faccende. Faccio così tanto effetto a voi giovani?>> chiese Misuta, ridacchiando.


Nel mentre, Marco ed io rimanemmo vicino a Kevin, notando che si stava svegliando;

<<Kevin!>> esclamai, notando che aprì leggermente gli occhi e disse;

<<Oh... Ciao.>> disse con voce stanca e debole.

<<Sono felice che ti sei svegliato, eravamo in pensiero...>> dissi, con Marco che continuò;

<<Così tanto in pensiero che siamo finiti a Yorung per farti una medicina.>>

Da lontano, si udì Misuta gridare;

<<CHE VI AVEVO DETTO RIGUARDANTE IL FATTO DI TENERE LA BOCCA CHIUSA SU QUESTA STORIA DELLA SPEDIZIONE?!>>

<<Ahah...>> ridacchiai, grattandomi la guancia, Kevin rispose;

<<Sì, me lo ha detto il Dottore. Non so come ringraziarvi per questa vostra gesta...>> rispose Kevin, sentendosi enormemente in debito con tutti noi.

<<Ah, non devi! Siamo amici dopotutto!>> esclamai con un mega-sorriso. Kevin lo notò, e sorrise a sua volta.

<<Amici, eh...>> sussurrò, cadendo nuovamente in un sonno profondo. Misuta si avvicinò da noi e disse;

<<Deve ancora riposare. Come detto, entro stasera non si riprenderà ancora. Se tornate domani mattina, molto probabilmente si sarà ripreso.>> disse Misuta, con Manuel dietro di lui.

<<Va bene. Allora andiamo in mensa, ragazzi.>> dissi, riferendomi a Marco e Manuel.


Ringraziammo infinitamente il Dottor Misuta per tutto l'aiuto datoci, e andammo in direzione della mensa, iniziando dunque la nostra terza giornata all'accademia.


Giarogia - Nubilon, Accademia della Spada Argentata - Anno 703 5 settembre, prima delle lezioni


<<Uuf, finalmente un po' di riposo... Per ora.>> dissi, sedendomi sulla panca. Avevamo appena preso da mangiare; un po' di uova e pane, insieme ad un bicchiere di latte.

La mensa era enormemente affollata, essendo che ci stavano tutte le classi del primo anno e del secondo a fare colazione.

La situazione sembrava essere caotica ogni mattina.


<<Ah, buongiorno Virtus!>> esclamò una ragazza da dietro le mie spalle; era Miku. Si era avvicinata al nostro tavolo senza che ce ne accorgessimo, ed era felice di vederci.

<<Buongiorno Miku.>> dissero Marco e Manuel in coro, subito dopo lo dissi anche io;

<<Buongiorno Miku, cosa ci fai qui? Non dirmi che non sei ancora entrata in legame con Lucy e Sakura...>> chiesi con tono perplesso. Lei imbarazzata distolse lo sguardo e disse;

<<Più o meno...>>

<<"Più o meno" non è una risposta sensata da dare...!>>


Nel mentre si sedette al nostro tavolo e continuai;

<<Non disprezzo la tua presenza, solo che... Vorrei che ti fai altre amiche.>>

<<Ehi, Virtus.>> disse Marco, sottotono;

<<Lasciala stare, magari non si trova al suo agio. Siamo solo al terzo giorno dopotutto.>>

Un breve silenzio calò tra di noi. Aveva ragione Marco, magari dovevo dare più tempo a Miku.

Ma dopo un breve lasso di tempo, Miku continuò;

<<Ha ragione Virtus.>> disse, calando leggermente il suo volto.

<<Devo avere più fiducia nelle altre ragazze. Purtroppo, da quando persi la mia vecchia migliore amica...>> continuò, ma si fermò a metà frase. Il suo volto era triste, e appena si rese conto di quello che stava dicendo, si alzò di scatto e se ne andò via.


<<Non ho ben capito...>> disse Manuel, confuso dell'atteggiamento di Miku.

<<Posso comprenderlo... Lei ha avuto molte difficoltà in passato, e da allora... Non si fida più delle persone. Le siamo rimasti solo Marco ed io, ma... Non possiamo lasciare che vada avanti così anche nell'accademia. Deve iniziare a trovare autostima in sé stessa, sennò non andrà avanti.>> spiegai, mentre iniziai a mangiare le uova strapazzate che si trovavano dentro il mio piatto.

<<...>> Manuel rimase pensieroso alle mie parole, il fatto di vedere una ragazza soffrire di solitudine ed autostima non gli passava leggero sul suo cuore.

<<Conosciamo Miku da oltre 3 anni, e non è mai cambiata. Se rimarrà con questo suo carattere, non si farà mai degli alleati, rischiando di rimanere sola anche sul campo di battaglia.>> continuò Marco al posto mio. Queste sue parole mi ferirono leggermente, ma sapevo bene che erano la realtà dei fatti.


Improvvisamente, mentre ci stavamo gustando il cibo della mensa, qualcuno entrò dalla porta principale.

<<Cadetti Virtus, Manuel e Marco.>> dei nomi vennero improvvisamente citati, portando alla caotica sala della mensa, in un silenzio tombale. Improvvisamente nessuno parlava o fiatava, essendo che all'entrata di Zeliska insieme al Professor Zack, il cuore di tutti i cadetti smisero di battere. Zeliska continuò, ripetendo;

<<Ripeto: Cadetti Virtus, Manuel e Marco. Seguitemi tutti e tre nel mio ufficio.>>


Guardammo all'indietro, notando che era veramente Zeliska. Rimanemmo straniti, ma soprattutto, pieni d'ansia; qualcuno aveva fatto da talpa?

Nel mentre, tutti dentro la mensa si stavano guardando in giro, così da poter vedere chi erano i tre famosi ragazzi che erano stati invocati da Zeliska.

La nostra voglia di alzarci era zero.


<<Ma chi sono?>>

<<Che cosa avranno mai combinato?>>

<<In un intero anno, non ho mai visto Zeliska agire così.>>

<<Saranno buttati fuori?>>

<<Saranno sicuramente ratti del terzo anello.>>

<<Mi fanno pena.>>


Ingoiando amaro, ci alzammo dalle panche e ci incamminammo verso Zeliska, notando che avevamo gli occhi puntati da tutte le parti.


<<Mi spiace per quei ragazzi...>> disse una ragazza con dei capelli rosa; era Sakura.

<<Hm.>> ripose Lucy, con sguardo indifferente e continuando a mangiare.

<<Ragazzi...>> sussurrò Miku, stringendo fortemente il bicchiere d'acqua con la mano destra.


<<Che diamine starà succedendo? Non dirmi che c'entra Misuta dietro tutto ciò...>> pensai, mentre arrivammo vicino a Zeliska e Zack.


E così, ci recammo all'ufficio di Zeliska.


Era lo stesso di quando consegnai il formulario di ammissione all'accademia; Zeliska si sedette sulla sua sedia, mentre il professor Zack stava alla sua destra.


Marco, Manuel ed io stavamo al lato opposto, aspettando con ansia quello che voleva dirci.


<<Hm. Dunque, cadetto Virtus. Cadetto Marco, e cadetto Manuel. Sapete dirmi perché vi ho convocato qui?>> chiese Zeliska, ponendo una domanda alquanto strana.

<<Onestamente... No.>> rispose Marco, risultando l'unico coraggioso a rispondere.

<<Bene.>> rispose Zeliska, prendendo in mano un insieme di fogli dalla sua scrivania. Poi continuò;

<<Allora sapete dirmi... Dov'eravate ieri notte?>> chiese, mettendosi degli occhiali da lettura.

Quella domanda era difficile da ignorare.

Neanche Marco ebbe il coraggio di rispondere, dunque Zeliska continuò;

<<Regolamento 33 dell'Accademia: è strettamente vietato lasciare l'edificio accademico dopo le 22:00 di sera. Voi non eravate presenti neanche alle 2 di notte.>> disse, poggiando nuovamente gli occhiali.

<<Avete qualcosa da dire al riguardo?>>

E nuovamente nessuno riuscì a spiccicare parola.

La tensione era alta, ed iniziammo a sudare freddo.

Sapevamo bene che lo avevamo fatto per Kevin, per salvarlo.

Ma l’ansia di essere sbattuti fuori aumentava drasticamente.

<<Noi...>> improvvisamente Manuel iniziò a parlare;

<<Noi non lo abbiamo fatto per disobbedire alle regole dell'accademia. Lo abbiamo fatto per salvare il nostro compagno di stanza.>> disse Manuel, seguito subito dopo da Marco;

<<Esattamente. Se volete punirci, fate pure. Ma considerate il fatto che, per noi, salvare un compagno sia più importante delle regole. Non è così anche nel campo di battaglia?>> chiese, prendendo coraggio grazie alle parole di Manuel.

A quel punto, ero l'unico a non aver detto nulla, e provavo in tutti i modi a pensare qualcosa.

Qualcosa che facesse comprendere a Zeliska le nostre vere intenzioni.


<<Comprendo. Sono a conoscenza delle vostre gesta, allo stesso modo in cui sono a conoscenza delle condizioni del cadetto Kevin.>> disse, facendoci sperare che avesse compreso.

<<Tuttavia, non posso far passare inosservato la vostra noncuranza di esporvi ai pericoli della nazione di Yorung, o addirittura di entrare in contatto con dei Demoni Scarlatti. La vostra è stata una decisione troppo immatura, rischiando di finire uccisi, scaricando la responsabilità al Dottor Misuta.>> disse ancora Zeliska, con tono severo e diretto.

<<Cosa? Sa anche del Dottor Misuta?>> pensai con volto sconvolto. A quel punto non sapevo se dubitare di Misuta, oppure credere che fosse finito anche lui in mezzo ai guai.

Strinsi i denti ed esclamai;

<<Noi... Lo abbiamo fatto solo per salvare una persona, che male c'è in questo?!>> dissi, con le lacrime agli occhi. Zack lo notò, e rimase sorpreso del mio atto. Mentre Zeliska guardava ancora con espressione neutrale. Continuai;

<<È così sbagliato preoccuparsi per un proprio compagno? È sbagliato mettere a repentaglio la propria vita, pensando ai propri amici?!>>

Zeliska chiuse l'occhio destro, mentre con la mano sinistra si sistemò la benda che portava nel suo occhio sinistro.

<<Sapete.>> disse improvvisamente, continuando subito dopo;

<<Noi adulti siamo qui per potervi tutelare e fare in modo che non vi succeda nulla.>> disse, rimanendo brevemente pensierosa. Poi continuò;

<<Ecco perché abbiamo preso una decisione.>>


Zeliska si alzò dalla sua sedia, e terminò la frase;

<<Cadetti Marco, Manuel e Virtus. Questo è il primo avviso, semmai dovesse succedere una seconda volta, non ci penserò due volte a buttarvi fuori dall'accademia.>>


<<Oh, la vecchia Zeliska si è addolcita un pochino...>> pensò in maniera scaltra Zack.

<<La ringraziamo infinitamente.>>


E dopo averla ringraziata in coro, lasciammo l'ufficio di Zeliska.

<<*sigh* ecco perché odio quelli del primo anno...>> sussurrò Zeliska, sedendosi nuovamente.

<<Non era tua intenzione buttarli fuori? Eri così incazzata fino a qualche minuto fa.>> chiese Zack ridacchiando. Zeliska infastidita rispose;

<<Non è colpa mia se quei ragazzi sapevano parlare bene. E poi...>>


A Zeliska tornarono in mente delle visioni del suo passato, ricordandosi del suo vecchio gruppo di avventurieri di cui faceva parte.

<<Se solo avessi avuto la loro stessa determinazione...>> sussurrò con tono triste.

<<Cosa?>> chiese Zack, facendo il finto tonto.

<<Aaaah! Al diavolo, Zack portami qualcosa da bere!>>


────────────────────────────


<<Fiuu... Per un attimo credevo che oggi fosse il nostro ultimo giorno...>> sussurrai, mentre ci stavamo dirigendo nuovamente in mensa. Eravamo ancora abbattuti, ma anche sollevati per com'era andata.

<<Anche io. Ma sono felice che sia andata bene.>> disse anche Manuel, con volto stanco. Avere questi traumi di prima mattina non gli facevano per nulla bene.

<<Per di più credevo che me la dovessi sbrigare da solo con Manuel. Virtus, non stavi dicendo proprio nulla tutto il tempo.>> disse Marco con tono infastidito, guardandomi di soppiatto.

<<Non è colpa mia! Avevo paura di dire qualcosa di sbagliato!>> esclamai con tono seccato.


Raggiungemmo la porta della cucina, e quando la aprimmo, vedemmo tutti i cadetti guardarci.

<<Perché credo che ci siamo appena fatti una nomea...?>> sussurrai.

<<Lo credo anche io.>> rispose infine Marco.

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