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Capitolo 5: La rotta verso Yorung

Giarogia - Arcain Plains - Anno 703 4 settembre, rotta verso Yorung

Erano ormai passate due ore da quando lasciammo le mastodontiche mura di Giarogia. Per la gran parte del viaggio rimanemmo a parlare del futuro che ambivamo. Ognuno desiderava un futuro diverso, obiettivi diversi. Era pazzesco vedere come proseguendo lo stesso cammino, avevamo degli ideali differenti. Ma in fondo una cosa ci univa: l'amore che portavamo per la nostra nazione- e dell'umanità.

In fin dei conti, entrando nell'ordine della Guerraglia, avremmo partecipato a quello che era una lunga guerra per difendere la nostra città.

Oltre, fuori dalle mura, non esistevano umani. Bensì altre civiltà- maligne e benigne- nei nostri confronti.


Il mondo da come lo conoscevamo, era suddiviso in diverse nazioni:


Giarogia,

casa nostra e la nazione natale di tutti gli umani, ovvero l'ultimo baluardo della nostra civiltà. Fu fondata oltre 600 anni fa da Tarlus Xenova, primo umano che diede vita all'impero di Giarogia. Ma di quegli anni oramai non si sapeva quasi più nulla. Giarogia era nota per il suo esercito della Guerraglia, e per essere la nazione più grande del mondo.


Arlebast,

unica nazione alleata di Giarogia, Arlebast era una nazione pacifica e meno militare. Però era un grosso aiuto essendo che era ricca di risorse e beni primi. Fu fondata centenni dopo Giarogia, ed era nota per la razza bizzarra che la abitavano; i Kemonomimi.

Il re di Arlebast si chiamava Kyu Kitsune, una volpe a nove code che regna da quando fu fondata Arlebast, e i suoi atti sono allo scuro di tutta la sua popolazione.

Tutt'oggi Kyu Kitsune regna Arlebast, e non si sa quando vorrà andare in pensione.


Yorung,

nazione nemica fin dagli albori, e nazione più vicina a Giarogia.

Yorung è una nazione ostile, e sta in lista nera dall'ordine della Guerraglia di Giarogia. Nei rapporti dell'ordine della Guerraglia, Yorung risulta popolata da delle strane entità metalliche, che attualmente vengono chiamate "Demoni Scarlatti", e sempre in tali rapporti, risulta che uccidere un Demone Scarlatto sarebbe quasi impossibile.

Ci sono diversi tipi di creature metalliche come riportati, ed alcuni sembrano essere creature prive di cuore ed animo, vere e proprie entità di guerra.


Skoten,

nazione antica, ormai perduta da tempo. Esisteva una nazione di antichi elfi che viveva nelle montagne del Grande Tuono. L'ultima volta che si vide un Elfo era durante la Grande Caccia avvenuta nel 453. Si dice che proprio durante la Grande Caccia, la razza elfica si estinse.

Ma attualmente non si sa altro.


Kazumu,

altra nazione nemica, nonché la più pericolosa e sconosciuta.

Non si sa assolutamente nulla riguardo questa nazione, se non che è governata da un'entità che predilige le tenebre della notte. Una leggenda narra che si nasconde colui che si fa chiamare il Plasmatore, ma era una semplice storiella da raccontare ai bambini per mettergli terrore.

La realtà dei fatti è che non si sa assolutamente nulla che ci si abbina a questa nazione poiché quella nazione è il Nulla.


Rodyak,

non è esattamente una nazione che giace sulla terra, ma in cielo.

Un posto di posizione divina, visto che ci abitano delle leggendarie creature e la loro divinità.

Sanji; il drago che plagiò le fiamme dell'inferno di Hyllfring.

Arashi; il drago che diede vita alla fauna terrestre.

Sozo; il drago che creò le montagne e terra-formò il mondo.

Umi; il drago che annacquò il mondo, nei mari profondi del Rodyak.

Raito; il drago della vita, che portò la luce nel mondo.

Akumu; il drago che portò la morte con la notte.

Fainaru; il drago che portò la bilancia dell'Hexella, facendo nascere il male ed il tumore del mondo. Poiché se esiste il bene, deve esistere il male.

Dea Blue; l'essere assoluto che fece nascere i Sette Draghi e portò la vita con l'Hexella.

Ma sono solo leggende mitologiche, e non è detto che esistano veramente.

Ma ogni credente venera le divinità del Rodyak, la Dea Blue.

Anni fa, durante la Guerra dei Quattro Fronti, i Signori della Guerra debuttarono un rapporto provando l'esistenza della Dea Blue, una figura femminile che spaccò la terra a metà, dividendo le due razze durante quell'oscura guerra.

Un’entità con dei lunghi capelli argentati, occhi argentati e una graziosa veste argentata. Che una volta compiuto il suo atto, si muta-formò in un cavallo, lasciando il campo di battaglia.

Non si capì mai il suo atto, ma la sua natura era ovvia, era una Divinità, scesa dal Rodyak per porre fine a quella lunga e sanguinosa guerra.

Da quel momento in poi venne dato un secondo nome alla Dea Blue, ovvero la Dea Argentata.


Il lungo silenzio, che mi fece riflettere sulle varie nazioni del mondo, venne spezzato da una buffa domanda posta da Marco;

<<Tu quando dicesti di voler diventare un Signore della Guerra... Era la tua reale volontà?>>

Lo guardai stranito, non mi aspettavo una domanda simile.

Si, forse avrò esagerato, essendo che affermare una cosa simile possa risultare strambo ed ingenuo.

Sospirai, non sapevo come rispondere per non risultare troppo incoerente.

<<Sai bene il mio reale obiettivo, devo salvare Lya. E se lo farò, potrò trovare una buona posizione e puntare seriamente a diventare un Signore della Guerra.>> risposi il più sinceramente possibile. Ma questa mia sincera risposta venne distrutta da una frase che non avrei mai immaginato di sentire.

<<Ma Lya.. Ti ha mai chiesto di essere salvata da te?>>

Rimasi sconvolto, sentii come se il mio sangue gelò, e poi cercando di trovare la migliore scusa possibile dissi;

<<B-Beh.. Era ovvio che ascoltò suo padre contro voglia no? Non poteva mica chiedere aiuto a noi, di fronte a suo padre! E poi... Come dire...>>

Era ovvio che stavo cercando di arrampicarmi sugli specchi.

<<Perché mi poni certe domande proprio adesso? Sono strane ahah...>> chiesi con una goccia di sudore. Lui, con solito tono da saputello e con espressione disperata, rispose;

<<Tu hai deciso di unirti all'Ordine della Guerraglia, un posto dove vengono sacrificate vite ogni giorno, solo per poter entrare nel primo anello ed avere il potere di riavere Lya indietro, senza sapere il reale motivo per cui tutto è successo. Non credi che... È stato un atto sciocco e troppo affrettato?>> concluse, ponendo un'ulteriore conferma, difficilmente rigettabile. Il mio cuore si restrinse a quelle parole, ero arrabbiato, ma anche ferito da ciò.

Tralasciando che passò la mezzanotte, e il sonno cominciò a colpire fortemente, non ragionavo lucidamente.

<<Io... L'unica cosa che volevo fare era...>>

Marco mi guardò, provando pena per me. Anche per lui era difficile dire certe cose, essendo che per Marco, Lya era un’amica importante.

<<Noi ci conosciamo da anni, e so benissimo quello che provi. Anche per me Lya era un’amica importante, ma non hai mai seriamente preso in considerazione i motivi dietro? Forse il verbo "salvare" è pure scorretto in questa situazione. Qui non stai salvando nessuno. Al massimo, vuoi salvare solo te stesso.>> rispose Marco.


Aveva ragione, io sono ancora troppo immaturo. Volevo salvare una persona, solo per essere felice con me stesso.

Non sapevo neanche se Lya volesse essere riportata indietro da noi, o non sapevamo nemmeno perché fosse stata portata via da suo padre.

Mi ritornò in mente una frase detta da Lya prima di partire con suo padre.


<<Scusatemi, ma oggi è l'ultima volta che ci possiamo vedere. Dovrò seguire le orme del mio Casato Redefelt da oggi in poi. Normalmente non dovevo venire qui, e avere ulteriori contatti con voi... Ma almeno volevo avere l'opportunità di vedere i vostri sorrisi per un'ultima volta. Spero che mi capirete, e mi perdonerete.>>


<<Le orme... Del Casato Redefelt...>> sussurrai, non sapendo che in tutto ciò Manuel stava ancora ascoltando.

Improvvisamente si intromise e chiese, con volto sconvolto;

<<Redefelt... Hai detto?>> chiese sorpreso.

<<Uh, vero! Tu fai parte del secondo anello, giusto? Sicuramente saprai qualcosa al riguardo!>> chiesi, felice. Poi chiesi ancora;

<<Per caso conosci il Casato Redefelt?>>

<<Io...>> Manuel rimase zitto, elaborando la migliore risposta da fornire in quell'esatto momento. Sospirò e rispose;

<<Il mio nome completo è Manuel Redefelt. Faccio parte del casato Redefelt.>>

<<Tu... Sei un Redefelt?!>> chiesi con tono e volto sconvolto, non potevo credere alle mie orecchie.

Improvvisamente il carro si fermò. Misuta si girò di scatto e chiese con tono alto;

<<Cosa sai tu del Casato Redefelt?>> la sua voce aveva appena assunto un tono molto rigido e spaventoso.

<<Io...? Ehm... Io però non vengo dal primo anello... Mio padre e mia madre... F-furono cacciati dal Casato Redefelt anni fa. In realtà, pure se portiamo il cognome Redefelt, non abbiamo più collegamenti col casato principale.>> rispose con molta paura Manuel. Misuta chiuse gli occhi e si risedette sul posto di guida.

<<Scusami, avevo perso un attimo il senno. In parole povere, io non sono proprio un amicone del Casato Redefelt. Anzi, sono una vera e propria minaccia da eliminare. Ma ormai stiamo parlando di così tanti anni fa, che sicuramente si sono pure dimenticati il mio nome... Ahah!>> rispose con nuovamente un tono scherzoso. Poi, ritornando al discorso di prima chiesi;

<<Quindi Lya...>>

<<Si, Lya è mia sorella gemella.>>

Il mio cuore distrutto venne completamente ricostruito al sentir di questa frase.

Mi agitai talmente tanto che mi fiondai su Manuel, prendendolo dalla sua maglia di pelle color arancione, e chiesi sbattendolo;

<<Dimmi, come sta?! Sta bene?? Cosa vuole fare suo padre!? Dimmelo dimmelo!!>>

<<Virtus, calmati. Se lo sbatti così non penso ti possa rispondere decentemente.>> disse Marco preoccupato per Manuel, ma egli donò nessuna risposta.

Manuel non parlò, bensì distolse lo sguardo triste che ricevette alla domanda posta di Virtus.

<<Nostro padre, non disse niente. Né alla madre, né a me. Solo lui e Lya... Sanno cosa sta succedendo. Ultimamente Lya, prima di partire per gli ultimi giorni di scuola, era molto distaccata da me, e mangiava poco a pranzo. Le uniche volte che parlava era riguardo un ragazzo che conosceva a scuola... E di quanto fosse felice di stare con lui. Tanto che poi decise di fargli un regalo, un ciondolo con un cuore, proprio uno come quello che porti in questo momento tu, Virtus.>> disse, con delle leggere lacrime agli occhi. Poi prese il mio braccio con il braccialetto e continuò;

<<Finalmente ho potuto incontrare l'eroe di Lya, l'unico che la faceva sorridere durante quei periodi bui. Non so cosa stia passando in questo momento, ma sono sicuro... Che lei stia ancora pensando a te. Le parole di Marco erano fondate, ma Lya ha seriamente bisogno di essere portata via da suo padre.>>

Quelle parole di Manuel mi colpirono dritto il cuore, e feci di tutto per non far calare delle lacrime sul mio viso.

Mi servivano parecchio quelle parole, e sentire ciò mi rese estremamente felice.

<<Ecco perché...>> continuò Manuel;

<<Per Lya, tu saresti già il suo Signore della Guerra se riuscirai veramente a salvarla. Però...>>

Lo interruppi, sapendo già cosa volesse dire.

<<So bene che non basta un semplice "vai e distruggi". So che stiamo parlando di uno dei casati più potenti di Giarogia, sia militarmente che di posizione. Ma daremo tempo al tempo, riusciremo a salvarla senza finire in gattabuia.>> dissi ridacchiando, nel mentre Marco con tono sorpreso disse;

<<Non mi sarei mai aspettato di incontrare proprio il fratello di Lya in questa accademia. Però questa cosa ci faciliterà ulteriormente la nostra missione.>>

Lo guardai con occhi minacciosi e chiesi;

<<Nostra?>>

<<Si, nostra. Vista la situazione, anche io mi sono deciso di aiutare. Da solo non andrai da nessuna parte, Virtus. Lo sappiamo bene entrambi, no?>> rispose con un’espressione tanto gentile da nausearmi.

<<Da quando sei così gentile con me...? Quasi mi disgusta.>>

Manuel, mentre abbassò il capo, disse;

<<Grazie mille.>>

Rimanemmo stupiti, ma poi con un caldo sorriso risposi con un semplice;

<<Lya è nostra amica, quindi faremo di tutto per tirarla fuori dalle grinfie di suo padre.>>

Ma la nostra felicità venne spezzata alla frase che tanto aspettavamo da parte di Misuta;

<<Siamo arrivati a Yorung. È meglio se da qui in poi proseguiamo a piedi.>>

<<Siamo finalmente arrivati quindi...>> disse Marco con volto e tono soddisfatto.


Finalmente la lunga attesa finì, pure se siamo riusciti a superarlo senza problemi grazie ai nostri racconti e nuove scoperte. Nella nazione di Yorung ci aspettava un lungo viaggio notturno, tutto per reperire una pianta quasi esotica, e salvare la vita di Kevin.

In una lunga distesa desertica dal colore rosso, ci aspettava un intrepido viaggio.


La vista era ricoperta da una nube di polvere, la sabbia ci risucchiava i piedi e anche se eravamo in periodo estivo, l'aria era tremendamente gelida.

Forse era dovuto alla posizione in cui ci trovavamo.


<<Questo posto è molto ghiacciato, non credete?>> chiese Misuta girandosi verso di noi.

<<Beh, si...>> risposi tremando dal freddo. Misuta fece uscire una specie di termometro dalla sua borsa nera che portava sulla spalla.

<<Ci sono solo sei gradi in fin dei conti. Mi aspettavo di peggio.>> poi si rigirò, guardando il vasto deserto.

<<Yorung è una nazione desertica. Di giorno raggiunge i quarantacinque gradi, mentre di notte rischia di raggiungere i meno cinque. Però è proprio per questo se cresce la pianta di Aloe. Normalmente cresce in luoghi caldi e secchi, quindi dove non dovrebbe crescere se non in una nazione simile? Purtroppo, Giarogia è una nazione troppo umida per far crescere certi tipi di piante.>> spiegò Misuta. Dopotutto, stava veramente riportando lezioni di piante, come aveva promesso!

<<Ecco perché non abbiamo questo tipo di medicinali a Giarogia...>> rispose Marco. Manuel chiese;

<<Perché il Casato Reale non mette su nuovi gruppi esplorativi per reperire questi medicinali? Sicuramente sarebbe una sorta di benedizione.>>

Misuta ridacchiò e rispose;

<<Non avrebbero le palle. Una cosa simile vuol dire anche rischiare ulteriori vite, e già negli ultimi decenni ne hanno perse molte. È già tanto se questo impero va avanti...>>

Lo guardammo straniti.

<<Che cosa intende, professor Misuta?>> chiese Marco. Misuta non rispose per qualche secondo, poi disse;

<<Ve ne parlerò appena vedo che sarete affidabili. Il Gruppo 42 è stato messo in piedi da poco, avete molto da imparare o sbaglio?>> chiese.

<<Già, ha ragione.>> rispose Marco, sospirando e incrociando le braccia.

<<Bene, andiamo allora?>> chiesi pieno di energie.

<<Non stavi morendo di sonno fino ad un attimo fa?>> chiese Manuel stranito.

<<Fidati, Virtus cambia umore da un momento all'altro...>> rispose Marco, raggiungendo la posizione del Dottor Misuta.

<<Ehi!>>


E quindi, iniziò il nostro primo viaggio, fuori dalle mura...

Un viaggio congelante nelle lunghe lande desertiche cremisi.


Yorung - Deserto Cremisi - Anno 703 5 settembre, mezzanotte inoltrata


<<*pant pant*>> ci trovavamo in un deserto color cremisi. Insieme al gruppo 42 formato da Marco, Manuel e me, ed insieme alla supervisione del Dottor Misuta, ci siamo diretti verso Yorung a trovare una pianta esotica dal nome di Aloe Vera. Con questa pianta saremmo riusciti a ricavare un medicinale che avrebbe potuto salvare la vita di Kevin, essendo che a causa del duello contro Ryuuji si trovava in fin di vita, avendo esaurito il mana.

Con poca fiducia su quello che stavamo andando a fare, ci dirigemmo dunque a Yorung, una nazione nemica alla nostra, ma l'unica soluzione al nostro problema attuale.


Ci incamminammo verso delle piccole montagnette rocciose, rendendomi conto che ancora non si vedeva nessuna civiltà od altro, mi chiedevo come era fatta quella famosa e temuta nazione di cui tanto si parlava. Era classificata come pericolosa, anche se a me non sembrava molto, anzi, l'unica cosa che sembrava ucciderti era il gelo.

Mi pentivo di non aver portato una giacca di pelle..

<<Ehi, non rallentate il passo.>> disse Misuta. Certo, lui era pure abituato a queste tipo di situazioni, ma noi no!

Anche se in realtà ci sarei abituato. In fin dei conti, anni fa vivevo perennemente sotto la pioggia e al freddo notturno. Ma negli ultimi anni, ebbi avuto la fortuna di vivere in posti caldi e accoglienti, dunque quel vecchio me non esisteva più.

La strada sembrava ancora lunga, e non ci stava neanche un’ombra di questa tanto parlata pianta.

Misuta era fiducioso, e ancora non lasciava andare l'idea che stava percorrendo la strada giusta, anche se noi non potevamo far altro che seguire le sue orme che lasciava nella sabbia.

Ma improvvisamente i miei pensieri furono scacciati via;

<<Ecco la caverna.>> disse, indicando un'entrata rocciosa.

<<Eh? Quando è sbucato fuori questo monte?>> chiesi stranito. Fino a qualche secondo fa sembravano così lontane.

Fatto sta che avevamo raggiunto un piccolo monte, poteva essere alto nemmeno 20 metri, con una incavatura che portava verso il basso.

<<In realtà c'è sempre stata.>> rispose tranquillamente Misuta, risultando molto familiare al modo di parlare di Marco.

<<Bene, sto passando nuovamente per pazzo.>> risposi rassegnato.


Ci affacciammo dentro la caverna, c'era un silenzio tombale.

<<Sembra essere tranquillo.>> disse Misuta, buttando giù il suo enorme borsone che si stava portando dietro.

<<Le piante stanno qui dentro?>> chiese Manuel. Misuta si girò e disse;

<<Si, stanno qui dentro. Appena raggiungeremo il posto vi spiegherò il perché. Solo qui, in tutto il mondo, nasce la pianta di Aloe.>>

Aprì la sua grossa borsa di color marrone, facendo uscire una fune con un gancio.

La caverna era molto profonda, tant'è che dovemmo usare per forza una fune per scendere sotto.

Però, prima di ciò, Misuta ci avvisò nuovamente;

<<Se non vi sentite pronti, potete pure aspettare quassù. Non siete costretti a scendere.>>


Nessuno rispose.


<<Va bene, allora prendete qui.>> disse facendo uscire tre spade di metallo dalla sua borsa, continuando;

<<Queste spade sono state costruite con del metallo leggero. Dire che sono spade giocattolo è troppo sminuente, perciò prendetele come spade con cui allenarvi, qualora si presentassero dei nemici.>> le spade erano rifoderate dentro una custodia ed una cintura di pelle, per permettere alla persona di equipaggiarlo nel torso e foderare la spada dietro la schiena.

<<Però ricordate, una volta finito queste spade dovrete tornarle a me. Non avete ancora il permesso di usare queste armi. Cazzo, quanto sto rischiando a questo giro...>> sussurrò verso la fine, ma poi si ricompose. Prese il primo gancio, e collegandolo alla sua cintura, ci mostrò l'esatto uso della "fune da escursione", che ci avrebbe portato al cuore della caverna.

<<Andiamo!>> esclamò Misuta, scendendo velocemente nella caverna.

Presi un bel respiro, agganciai la mia cintura alla fune, guardai Marco e risposi;

<<Avevi ragione, devo fare ancora molta strada e maturare. Ma è proprio per questo se siamo qui, no?>> chiesi, guardando Marco e ponendogli un volto sicuro di me stesso.

<<Già, hai ragione.>> rispose sorridendo. E infine mi buttai pure io.


Senza sapere cosa ci aspettasse dentro la caverna.


Yorung - Deserto Cremisi, Caverna sconosciuta - Anno 703 5 settembre, mezzanotte inoltrata


Raggiungemmo l'ingresso di un lungo corridoio roccioso, era completamente buio e congelato. Questo era dovuto al fatto che eravamo scesi di molti metri, e lì sotto non batteva nessun calore, neanche un caloroso deserto riuscirebbe a scongelarla.

Però, nonostante ciò, la sabbia era ancora granulosa, rimanendo soffice.

<<Qui dentro troveremo la strada per la pianta.>> disse Misuta, iniziando a camminare con un bastone in mano, accendendolo con un incantesimo di fuoco.

<<Reuef, brucia.>> un piccolo fuoco comparì sul palmo della sua mano destra, bruciando la torcia al contatto con l'incantesimo.

<<Andiamo.>>

La caverna era un po' stretta; a volte si sentivano delle gocce cadere dal soffitto, cadendo su delle piccole pozze d'acqua cristalline creatasi da esse stesse.

Non sembrava che in questa caverna ci fosse passato qualcuno, essendo che risultava ancora inesplorata, eppure sembrava che Misuta la conoscesse così bene... Forse solo lui era a conoscenza di quel posto? Se fosse così, sarebbe molto rassicurante. Ciò vorrà dire che non avremmo avuto spiacevoli incontri.

Improvvisamente Misuta si fermò e si girò verso un muro, aprendo il palmo della sua mano destra e mostrando una piccola e lieve luce rossa;

<<Yatunlyon el neves gew Destrux>> un anello di fuoco comparve sulla sua mano destra, che illuminò completamente la caverna ed iniziando a rilasciare scosse sismiche.

Ci allontanammo tutti quanti da lui, essendo che sennò rischiavamo di rimanere coinvolti dalla mastodontica esplosione dell'incantesimo recitato dal Dottor Misuta, ma prima che l'incantesimo si attivasse, si sentì una frase di qualcuno.

<<Va bene va bene! Non -kzz-fare così! Aprirò -kzz-!>> era una voce maschile, molto anziana e per qualche motivo, disturbante. Non era umana... Bensì aveva quel che- di "metallico".

La voce metallica proveniva da oltre il muro roccioso che Misuta voleva far saltare via, ed iniziò a tremare anch'esso.

<<Allora la prossima volta non farci aspettare così tanto. Ti avevo avvisato che sarei giunto qui da Giarogia.>> disse Misuta, disattivando l'incantesimo dalla sua mano. Improvvisamente l'intera parete iniziò a vibrare ed iniziò ad espandersi verso di noi, come se fosse una porta, creando un passaggio nel bel mezzo della caverna.

<<Che razza di incantesimo è questo?>> chiese Marco sconvolto, guardando incredulo il passaggio roccioso. Improvvisamente iniziò ad intravedersi una strana figura.

<<Non è magia, viene chiamata Texnologia. Una cosa che va oltre la nostra tecnologia.>>

<<Texnologia? Lo lessi una volta nel libro di storia...>> dissi, ricordandomi di quello che imparai ai tempi.


La Texnologia, una tecnologia che per noi va ben oltre l'immaginazione.

Da quel poco che l'ordine della Guerraglia riuscì a riportare, la Texnologia era una tecnologia creata dalle forze misteriose di Yorung, tant'è che loro stessi sono creati sotto questa idea: armi da sparo, strane tecnologie da manovra che sembrano sfruttare lo spazio tridimensionale permettendogli di volare e corpi completamente metallici... Ecco che cos'era la Texnologia.

Ma per la prima volta, un punto di domanda riguardo questi Demoni Scarlatti stava per ricevere risposta: non tutti di quella razza possedevano pelle completamente metallica.

E quella persona stava per provarlo, e sembrava essere un amico di Misuta.


Un essere alto 1,61 metri, capelli neri ed occhi con strani cerchi di colore rosso. La sua "pelle" era grigia, e mostrava una placca metallica grigiastra completamente distrutta che copriva l'intero corpo. In aggiunta, il suo corpo era attrezzato di vecchi ed arrugginiti aggeggi color grigio e rosso. Uno attorno al bacino, uno sul petto e sulle gambe. Era molto strano, e non comprendevo a cosa servissero tutte quelle robe metalliche attorno al suo corpo.

Anche se era un'unità meccanica, la sua anziana età si notava anche su di esso; il suo modo di parlare era molto adulto ed il modo in cui si atteggiava lo mostrava a sua volta.


<<Unità Ex-31. Ha ricevuto il mio messaggio?>> chiese Misuta, stranamente con tono formale, eppure fino a dieci secondi fa lo stava per distruggere.

<<Certo che l'ho ricevuto-kzz-! E non c'è bisogno di essere così formali-kzz-. Siete alla ricerca della Pianta d'Aloe, giusto-kzz-?>> chiese Ex-31, con tono metallico e fastidioso.

<<Esatto.>>

<<Un messaggio? Come lo avrà mandato da Giarogia fino a qui in così poco tempo? Siamo partiti dalla nostra nazione natale da neanche sei ore, ed eravamo tutto il tempo sopra il carro. E non credo che avrà mandato un uccello viaggiatore fin qui giù. E poi parlano di messaggi e non lettere, che sia parte della Texnologia?>> pensai stranito. Quel posto era pieno di domande e niente risposte, era tutto così... Strano.

<<Sono nate parecchie piante d'Aloe negli ultimi mesi, dentro questa caverna-kzz-. Però dovete stare cauti; uscendo dalla mia zona sicura, potrete imbattervi in mostri dell'Hyllfring. Credo stiano cercando qualcuno... Non so bene chi, e spero non sappiano-kzz- della mia presenza.>>


Presi un momento per contemplare quel suono che emanava alla fine di ogni frase;

Quel "kzz" era come se fosse un rumore di un metallo che veniva in contatto con un altro, creando così uno strano rumore di elettrizzazione. Ai tempi, la fazione tecnologica aveva già lavorato in questo campo, cercando di capire qualcosa riguardo questa razza.

L’elettrizzazione creata da due corpi metallici creava un rumore molto simile lasciato da Ex-31 alla fine di ogni sua frase, un vero e proprio effetto sonoro fastidioso, che se lo ascolteresti per troppo tempo potrebbe farti sanguinare i timpani.


<<Sono giunti alla fine, eh? Non sei preoccupato per gli altri Tex?>> chiese Misuta, toccando un tasto apparentemente dolente per Ex-31. Lui ridacchiò, con il solito fastidiosissimo suono metallico che emanava dal suo corpo autonomo, e continuò;

<<Heh... Lo sai cosa penso di loro. Per me, possono morire tutti... Tanto non mi resta molta vita. L'unica cosa che rimpiango è l'aver perso mia figlia e mio figlio-kzz-.>>

<<Perso i suoi figli?>> chiesi improvvisamente, senza pensarci due volte. Non contemplai molto sul significato di quello che dissi, e Misuta rispose subito;

<<Sì... Lui perse la sua famiglia, poiché venne cacciato dalla sua unità di formazione Tex-Mechaniker. È così che si chiama la sua razza.>>

<<Tex-Mechaniker...? Perché queste cose non vengono insegnate a scuola?>> chiesi preoccupato, queste erano informazioni che tutti gli umani dovrebbero sapere.

<<Perché solo io lo so. Conobbi Ex-31 dopo che venne esiliato da Ahimsa, città natale di tutti i Tex-Mechaniker. Da allora stipulammo un contratto, che giovava sia a me che a lui.>>

Volevo chiedere pure cosa fu della figlia, ma non mi sembrava il caso di chiedere...

Misuta dopo qualche secondo provò a cambiare discorso.

<<Ci faremo strada per la caverna, e se incontreremo qualcuno lo farò personalmente fuori. Raccoglierò ciò che ci serve e lasceremo Yorung. Mostraci la strada.>> disse Misuta, girandosi verso il Tex-Mechaniker chiamato Ex-31.

Lo seguimmo, mentre Ex-31 mostrò la strada da percorrere, dove pullulava di mostri dell'Hyllfring, a detta sua.


Era una via abbastanza luminosa, per via delle crepe che si intravedevano dal soffitto che portavano la luce lunare dentro la caverna.

La strada, inoltre, diventava sempre più larga e si espandeva per diversi metri. Il tutto con dell'acqua che sgorgava dalle pareti, creando piccoli fiumi dentro la caverna stessa.

<<Bene, da qui in avanti non potrò più seguirvi. Buona fortuna a trovare la pianta-kzz-.>> disse Ex-31, ma prima di andarsene continuò;

<<Oh giusto, prendete queste pietre. -kzz- Vi serviranno a tenere lontano le maledizioni dei mostri. Con queste sarete al sicuro. -kzz->> poggiò quattro pietre di color arcobaleno, di cui ognuno ne prese una e mise nella sua tasca. Dopodiché Ex-31 se ne andò.

Quelle pietre venivano chiamate "Pietra della Protezione", e permettevano al possessore di non venir colpito da qualche tipo di maledizione spirituale, come essere portato dentro una barriera magica. Era ottimo se si doveva camminare in territorio dei mostri dell'Hyllfring.

<<Bene, da qui in avanti si inizia seriamente.>> disse Misuta dopo essersi intascato la pietra, ed incamminandosi subito dopo alzando il pugno destro in alto.

Alla fine di tutto ciò, dovevo assolutamente sapere di più riguardo Ex-31 ed i Tex-Mechaniker.


Yorung - Deserto Cremisi, Sotterranei Nexus - Anno 703 5 settembre


La caverna era taciturna, l'unico rumore che si sentiva erano i nostri stessi passi.


La nostra spedizione verso Yorung procedette senza troppi problemi, essendo che dovevamo recuperare la pianta di Aloe per poter salvare Kevin da una morte certa.

Marco, Manuel ed io, insieme anche al Dottor Misuta, stavamo rischiando grosso con questa spedizione, eppure non avevamo nessun rimorso essendo che dovevamo assolutamente salvare Kevin.

Tutto dipendeva da tale pianta.


Mentre la caverna continuava ad espandersi, tra di noi una domanda sorgeva spontanea: "Avremmo mai trovato questa famosa pianta?"

Era un vero e proprio labirinto, ricolmo di strade e stanze che portavano in strani posti.

<<Ehi... Signor Misuta, quanto manca per arrivare?>> chiese Manuel, stava cominciando a prendere sonno mentre camminava. Effettivamente era tardissimo, e anche il mio corpo stava lentamente cedendo.

<<Non vi so dire, qui ancora non si vede nessuna pianta. Può essere che ci vorrà ancora molto tempo.>> rispose Misuta con la più tranquillità e sincerità possibile.

<<Anngh...>> un suono di disperazione si sentì da parte di Manuel, sconfitto da quella risposta.

E quando tutto sembrava per andare nel verso giusto...

<<Un vicolo cieco...?>> chiese Misuta, guardando di fronte a sé e notando che la strada rocciosa non avrebbe portato da nessuna parte.

<<B-beh, forse dovevamo prendere la strada a sinistra.>> risposi cercando di tornare indietro, ma al più presto...

<<Un altro vicolo cieco.>> disse Misuta, notando che di fronte a sé ci stava un altro vicolo cieco.

<<E-ehm, beh dove dovremmo andare allora...?>> chiesi disperato. Nel mentre si poteva notare Manuel che dormiva in posizione verticale.

<<Non lo so, non sono mai stato in questa caverna.>> rispose Misuta grattandosi il capo, apparentemente era la prima volta che scendeva nelle profondità delle caverne Nexus.

<<Come no?!>> esclamai disperato, iniziando a dubitare sulla fiducia riposta sul nostro Dottor Misuta.

<<Zzzzz...>>

<<Che ne dite se proviamo quella strada?>> chiese Marco indicando una via accanto ancora inesplorata. Mentre il Dottor Misuta ed io provavamo a ragionare sul da farsi, Marco esplorò i dintorni per scovare delle strade segrete, che magari ci avrebbero aiutato a trovare la via.

<<Troppo stretta, mi suona di vicolo cieco.>> risposi, non fidandomi del parere di Marco.

<<Tentare non nuoce.>> rispose a sua volta Misuta percorrendo la strada di Marco. Camminava senza preoccupazione, come se nulla di male potesse accadere, tenendo le sue due braccia conserte dietro il capo. Eppure, come immaginato...

<<Un altro vicolo cieco. Lo dissi che era una brutta idea.>> risposi a Marco, con sguardo cattivo.

<<Non credevo fossi un veggente, Virtus.>> rispose Marco a sua volta, con tono seccato.

<<Zzzzzz...>>

<<Ehi non state a litigare, sennò non troveremo mai la via giusta.>> disse Misuta, poi continuò dopo qualche secondo;

<<Giusto, proviamo a tornare al centro della caverna. Tra i minatori delle caverne si dice sempre che, se sì ci dovesse perdere in una caverna, tornare al centro sia sempre la miglior scelta per trovare la via giusta!>> spiegò Misuta, con una strana e comica lezione da minatore.

<<Si, ottimo... Ma come facciamo? Abbiamo perso anche la strada iniziale.>> chiesi, essendo che più andavamo avanti nella caverna, più questo posto si trasmutava in un vero e proprio labirinto infinito.

<<Non avete neanche il senso dell'orientamento? È ovvio che basta seguire la strada che avete appena percorso, per ritornare al centro.>> rispose Misuta, alzando l'indice della mano destra e mostrando un suo lato da professore.

Effettivamente non aveva tutti i torti.

Perciò ritornammo indietro, trovando facilmente la strada di ritorno.

<<Dovremmo essere quasi arrivati.>> disse Misuta, percorrendo l'ultima stanza che ci avrebbe portato al centro della caverna, ma stranamente... Non fu così.

<<Cos'è questa stanza?>> chiese subito dopo, coprendosi il volto per la forte luce che fuoriusciva da quella stanza. Non riuscimmo a vedere chiaramente subito, visto che stavamo dietro la sua grande schiena, coperta dal camice bianco che ancora portava.

Tesi una sbirciata cercando di vedere.


Quella non era più la caverna a noi conosciuta.


Una gigantesca grotta, con un grande lago al centro e un enorme buco sul soffitto grande minimo 50 metri quadrati che faceva trapelare la densa luce lunare, riflettendo sul grande lago che si trovava al centro della grotta.

Vicino a noi si trovava un piccolo fiume che sgorgava dalla parete, finendo dentro il lago creando così una cascata.

Il silenzio taciturno che si creò dentro la caverna venne così spezzata da questo fantastico posto paradisiaco.

Un posto quasi esotico, un sogno per ogni essere umano chiuso dentro le mura di Giarogia.

Non avrei mai immaginato di finire in un posto simile, soprattutto alla mia età.

La strada era ancora fatta di sabbia, che diventava sempre più umida avvicinandomi al grande lago, ed avvicinandomi ancor di più, notai quanto quell'acqua era cristallina; ti faceva venire voglia di berla.

Pensandoci non sarebbe neanche una brutta idea, in fin dei conti quell'acqua sgorgava dalle pietre ghiacciate della grotta creatosi con il gelo del posto, dunque poteva essere anche potabile.

Ero veramente in estasi ad aver trovato quel posto, volevo tanto restare lì... A riposarmi e rilassarmi.

Con la stanchezza del momento potevo dormire per giorni interi, risvegliandomi in un futuro prossimo.

In fin dei conti, non c'era nessun male al riguardo.

Quel viaggio mi stancò parecchio, lasciandomi senza forze.

Ma Misuta rovinò il momento, dicendo;

<<Non siamo venuti qui per rilassarci, perciò levatevi dalla testa ogni pensiero al riguardo.>> nel mentre camminò in avanti, raggiungendo la costa del lago e continuando;

<<Però ho una buona notizia, la pianta è qui davanti a noi.>>

Dopo aver sentito quelle parole, Marco ed io lasciammo il dormiente Manuel indietro e corremmo verso la posizione del Dottor Misuta, urlando in coro;

<<Cosa, veramente?!>>

<<Zzzz...>>


Arrivando vicino al Dottor Misuta, egli indicò col dito la pianta di Aloe che si trovava sul lato opposto della grotta, oltre il lago. Era una pianta abbastanza inconfondibile per via del suo aspetto carnoso e seghettato. Aveva delle lunghe ma fine foglie verdi, dall'aspetto pure molto robusto. Ogni foglia sembrava una vera e propria seghetta, che poteva addirittura tagliare del legno.

<<Dobbiamo solo trovare un modo per passare dall'altro lato del lago...>> disse Misuta ispezionando la grotta.

Non c'era nessun modo per passare dall'altro lato, se non quello di nuotare attraverso il lago.

<<Ci penso io allora.>> dissi, levandomi le vesti e rimanendo solo con i boxer.

<<Ehm, sarebbe meglio avvisarti che l'acqua è tremendamente gelida.>> disse Misuta, avvertendomi del pericolo.

<<Ci sono abituato.>> risposi, girandomi verso il lago, nel mentre Misuta notò dei lividi che portavo dietro la schiena, un grosso livido che ripercorreva la schiena dal basso fino all'alto.

<<Hmm...>>


Stavo di fronte all'enorme lago, era veramente enorme essendo grande minimo cinquanta metri quadri. Alla vista del lago, non vedevo l'ora di buttarmi dentro... Eppure, avevo paura al solo pensiero che poteva essere ghiacciatissima. Ma ricordai subito dopo; lo stiamo facendo per Kevin, per salvare un nostro compagno di stanza e di gruppo. Un nostro amico.

Ne valeva la pena, assolutamente.

Pensando ciò, decisi di effettuare un conto alla rovescia, raccogliendo tutto il coraggio che avevo dentro di me e tuffarmi nella glaciale acqua di Yorung.


<<Bene, tre... Due... Uno...!>>

Mi buttai dentro il lago, e cazzo... Era ghiacciatissima! Misuta aveva fottutamente ragione, ti potevi ibernare con quell'acqua.

<<Però ora devo liberare la mia mente da ogni pensiero e pensare solo ad arrivare dall'altro lato del lago. Sono circa 100 metri, quindi devo darmi da fare e pensare ad arrivare dall'altro lato, senza esitazioni! Prima che ci resto secco ancor prima di agire...>> pensai, iniziando subito a nuotare dopo aver preso confidenza con l'acqua del lago.


Iniziai a nuotare, non lo feci mai prima d'ora, ma stranamente non avevo trovato troppe difficoltà.

Nuotare non era poi così difficile, in fin dei conti bastava solo muovere ritmicamente braccia e gambe, e tutto il resto veniva da sé.

E senza che me ne accorgessi, ero già arrivato a più di metà strada; l'altra sponda era vicina.

<<Cavolo...ho bisogno di una breve pausa.>> dissi tra me e me. Sì, non era difficile, ma non ero abituato a certe attività...!

Mi girai e vidi Misuta che mi teneva sott'occhio, insieme a Marco e Manuel... Ma quest'ultimo continuava a dormire in piedi.

Dopo averci pensato meglio, iniziai a chiedermi che diamine stavo facendo; stavo seriamente nuotando in un lago ghiacciato a notte fonda?!

Quando entrai dentro l'accademia non avrei mai creduto che sarei finito a nuotare in un grosso lago, in una nazione nemica, con dell'acqua ghiacciatissima solo per salvare una persona.

Normalmente dentro un’accademia impari a combattere, invece io stavo imparando a nuotare! Che roba buffa.


Ed inoltre, stavo passando nell'altro lato della grotta da solo, senza nemmeno una spada.

Non sarà che forse era pericoloso andare da solo disarmato? Me ne ero completamente dimenticato...

Eppure, non diedi troppo peso alla faccenda, e tornai a nuotare subito dopo.


Nel mentre...


Misuta stava giocherellando con la gemma donata da Ex-31, facendola fluttuare usando un leggero consumo di mana, e sussurrò tra sé e sé;

<<Hm, Ex-31 disse che in giro per questa caverna si trovavano mostri dell'Hyllfring... Eppure, non abbiamo ancora incontrato niente e nessuno. Che forse si sia semplicemente sbagliato...?>>

<<Dottor Misuta, è da poco fa che cita questa razza, insieme ad Ex-31. Cosa sono questi... Hyllfring?>> chiese curioso Marco, girandosi verso il Dottor Misuta mentre fece coricare il dormiente Manuel per terra.

<<L'Hyllfring sono i mostri più temibili e crudeli che siano mai esistiti in questo mondo, nonché dei mostri pericolosi che nascono dal sottosuolo per sterminare le razza per puro divertimento. Non hanno una ragione di vita, anche se... Dei rapporti indicano che molto probabilmente servono l'entità massima di una nota nazione chiamata... Il Kazumu.>>

Marco rimase sconvolto da questa terrificante risposta, comprendendo subito a chi si riferisse il Dottor Misuta con la nazione "Kazumu";

<<Esiste seriamente una razza che stermina per puro divertimento...? Eppure, Ex-31 disse che loro stavano alla ricerca dei Tex-Mechaniker? Quindi noi non siamo loro obiett->>

Misuta lo interruppe e ribadì, citando la sua frase di poc'anzi;

<<Loro uccidono per puro divertimento. Non hanno nessun obiettivo. Se ci vedono, saremo costretti a combatterli.>> lo sguardo del Dottor Misuta rimase ferreo su questa sua affermazione.

<<Ma allora... Perché siamo venuti qui, anche con queste condizioni in mente... Ci poteva fermare!> esclamò Marco, preoccupato.


Era vero, il nostro principale obiettivo era quello di sfruttare questa spedizione per scoprire il mondo esterno, raccogliendo questa famosa pianta di Aloe per poter salvare Kevin.

Tuttavia, anche la nostra vita era importante. Quella spedizione era estremamente pericolosa, sia per la nostra incolumità, sia per la nostra posizione nell'accademia e in Giarogia.

Semmai qualcuno avesse scoperto della nostra spedizione verso Yorung, e dei nostri contatti con un vero e proprio Demone Scarlatto, la nostra vita sarebbe comunque sia finita.

Avere a che fare con l'Ordine della Guerraglia, quando si tratta di queste faccende, non era per nulla una cosa bella.

Ti avrebbero interrogato fino allo sfinimento, se non addirittura al ricorrere di metodi estremi con le arti magiche nel farti sputare il rospo.

Giarogia era in guerra contro Yorung da oltre 600 anni, e nel corso di questi anni, gli umani persero solamente... Senza aver mai trionfato.

Vittime, soldati che persero la vita per trovare un punto debole, e la scomparsa dei formatori dei Signori della Guerra... Tutto a causa di Yorung.

Per Giarogia e per gli umani, avere come alleato un Tex-Mechaniker, oltre che disertare la propria nazione, era come nascondere volontariamente un possibile punto debole del nemico.

Proprio come Rally, il famoso Avventuriero Esiliato per aver disertato Giarogia.


Dopo un breve lasso di tempo, rimanendo pensieroso sulla nostra missione, Misuta disse;

<<Se lo avessi saputo in anticipo, neanche io avrei messo piede in questo posto maledetto. Ma visto che ormai siamo arrivati fin qui, quello che disse Ex-31 mi scivolò dall'orecchio, pensando solo al completamento della nostra missione. Prendere la pianta e non tornare mai più in questo posto. Yorung era pericolosa per via dei Tex-Mechaniker, ma ora che ci stanno anche loro... Yorung è una zona altamente pericolosa, forse più pericolosa del Kazumu. Un campo di battaglia.>>

Marco rimase silente per un breve lasso di tempo, poi chiese curioso;

<<Lei da quanto tempo sta in contatto con Ex-31?>>

<<Heh... Queste non sono domande da porre ad un fuorilegge come me, ma credo che possa fidarmi visto che siete ormai miei complici.>> disse il Dottor Misuta, facendo fluttuare la gemma fino a raggiungere il palmo della sua mano destra, posizionandosi in maniera delicata. Appena la prese in pugno, mise le mani nelle sue tasche del camice medico e la scambiò tirando fuori un pacchetto di sigari, estraendone uno e poggiandolo sulle sue labbra.

<<Da anni. Mi aiutò a sviluppare medicine molto avanzate grazie alla Texnologia appresa da lui, difatti fu proprio per questo motivo che venni espulso dalla fazione.>> rispose, accendendo il sigaro con la magia reuef usando il palmo della mano destra.

<<Quindi lei è alleato con i Tex-Mechaniker?>> chiese ancora Marco, continuando a ficcare il naso sugli affari del Dottor Misuta.

<<Detto così sembra più un interrogatorio...>> disse, tirando dal sigaro e rilasciando una piccola nube di fumo, poi continuò accompagnato da un sospiro;

<<Non esattamente. Di essere è vero, sono alleato con Ex-31, ma non con la sua razza. Neppure lui fa parte di loro, venne bandito dalla sua città natale una volta che mise al mondo sua figlia. Giustiziarono sua moglie, e lui venne esiliato subito dopo. A quei tempi lo conobbi, e lo aiutai. Eeeh... Con giusti metodi di commercio, feci in modo che mi ripagò per avergli salvato la vita.>> rispose, grattandosi il capo e continuando;

<<Però tranquillo, io per salvarlo rischiai molto la mia stessa, di vita. Possiamo chiamarlo... Uno scambio equo.>>

Prese un attimo di respiro, e poi continuò con voce demoralizzata;

<<Però ora... Non posso più aiutarlo, devo lasciarlo morire. Il nostro patto... Si conclude qui.>> terminò la frase, finendo di fumare il sigaro. Appena gli rimase solo la cicca in mano, lo gettò per terra, schiacciandolo col piede destro e spegnendolo completamente.


Nel mentre arrivai dall'altro lato della caverna, uscendo finalmente dall'acqua gelida.

<<Ahn... Finalmente. Odio quest'acqua... Cavoli.>> dissi, iniziando a camminare verso la pianta di Aloe.

<<Eppure per tornare indietro dovrò nuovamente nuotare... Mi vengono i brividi all'idea...!>> sussurrai terrorizzato. Mi girai per cercare la pianta che si notava fino a poco fa, e difatti la vidi. Stava in una sporgenza in alto a destra della caverna, sotto un fascio di luce lunare.

<<Uh giusto... Come la devo tagliare...? Non ho nulla di affilato con me...>> dissi, avvicinandomi rapidamente ed arrampicandomi sulla sporgenza rocciosa.

<<Quindi è questa la pianta di Aloe...>> dissi, notando com'era formata. Era proprio come descritta dal Dottor Misuta, le foglie che sfoggiava quella pianta erano estremamente pericolose, essendo che erano seghettate. Ricorda molto gli utensili usati dai falegnami.

<<Ah come va', va! Lo sradico dalla radice.>>

Lo presi dalla radice e lo tirai, cercando di sradicarlo.

La radice della pianta, fortunatamente, era priva dei piccoli aculei spinosi; dunque, riuscii a metterci le mani senza ferirmi.

Con molta forza, iniziai a tirare, e solo dopo cinque secondi di sforzi, riuscì a sradicarlo, avendo in pugno la pianta di Aloe.

<<Bene, finalmente ce l'ho fatta! Missione compiuta! Yahooo!>> esclamai felicemente, girandomi verso il mio gruppo dall'altro lato della sponda, ma qualcosa mi colse alla sprovvista...

Portando il mio cuore a smettere di battere improvvisamente.


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Qualche ora fa... Prima di partire.

Flashback.


<<Manuel... Ha ragione. Noi dobbiamo andare.>> dissi subito dopo, raccogliendo tutte le forze possibili. Sospirai e continuai;

<<Kevin era... No, è un ottimo amico. Sono sicuro che anche lui avrebbe deciso lo stesso se fosse successo ad uno di noi.>>

<<Virtus...>> disse Marco, guardandomi con volto meravigliato. Lui sapeva bene quanto fosse difficile per me una scelta simile, essendo che gli raccontai della mia esperienza nel primo anello, e di come mi segnò drasticamente.

<<E va bene. Mi unisco pure io. Non potrei mai lasciarvi andare da soli.>> disse subito dopo, con solito tono intellettuale e fiducioso.

<<Grazie, Marco.>> dissi sorridendo verso di lui, che subito dopo esclamò;

<<Mica lo sto facendo per te!>>

Dopo una breve pausa di riflessione, il Dottor Misuta finì di raccogliere i dati sulla pressione di Kevin e li scrisse su un modulo.

Alzandosi dalla sua sedia, sistemò tutto quanto dentro la sua valigetta nera e disse;

<<Io non so nulla di quello che state facendo, e me ne tiro fuori.>>

Ci passò la mappa con la posizione della pianta di Aloe, si voltò di spalle uscendo dalla stanza e disse;

<<Siete qui dentro da neanche due giorni, tuttavia pensate già di infrangere le regole. Sappiate che siete un gruppo alquanto strano, ma alla fine...>> si voltò verso di noi e disse;

<<Ricordate molto il mio vecchio gruppo. Per questo, se voi sentite il bisogno di aiutare un amico in difficoltà, non vi fermerò per nessun motivo, anzi...>> si fermò brevemente, racimolando i suoi sentimenti e continuando subito dopo;

<<Il fatto che lo fate senza fermarvi davanti a nulla, fa capire quanto voi siate già forti.>>

Infine, lasciò la stanza.

Un silenzio profondo calò nella stanza, mentre io tenevo in mano la mappa di una strana nazione... "Yorung".

Quella mappa per me era maledetta, mi ricordava molto quella bambina che perse suo fratello.

Ho sempre avuto paura di finire così con Igea.

Avevo paura di lasciare la mia piccola sorella da sola... E avevo paura di perderla.

Per nessun motivo al mondo l'avrei abbandonata.

E non dovevo assolutamente morire.


Marco si girò verso di me, colpendomi col dito sulla fronte.

<<Ehi, stai di nuovo in sovrappensiero. Cosa ti preoccupa?>> chiese con volto preoccupato, risposi negando l'evidenza;

<<Nulla... Non── Non mi preoccupa niente...>>


Bugiardo.


<<Sei sicuro? Sembri molto perplesso.>>

Mi sentivo male, mi girava la testa.

<<Si...>> risposti sorridendo. Poi calai il capo ed iniziai ad andare a passo spedito verso l'uscita della stanza;

<<Un attimo... Devo andare in bagno.>> dissi, uscendo immediatamente dalla stanza e lasciando Manuel e Marco perplessi.


Bugiardo.


<<Ah... Va bene, ti aspettiamo qui.>> disse Manuel, con sguardo perso in volto.

Marco rimase a guardare, comprendendo subito cosa mi stesse accadendo in quel momento.


Non appena arrivai in bagno, chiusi la porta scoppiando in lacrime.

Perché mi sentivo così? Mi stavo già pentendo della strada intrapresa?

Eppure, io volevo aiutare Kevin, ma...

No, non era questo il motivo...

Io... Avevo paura.

Paura di... Ferire qualcuno scegliendo la soluzione sbagliata.

Eppure, fui il primo a ferire qualcuno.

Ferii Igea per primo, non sapendo più come va a scuola o se stia mangiando correttamente.

Anche se feci il forte scegliendo quella strada, mi sentivo tremendamente combattuto contro me stesso.

Ed in quel momento si parò con me un grande incubo che mi tormenta da quando ero un bambino...

La paura di morire.

Ero solo un bugiardo.


Improvvisamente mi bussarono alla porta.

<<Ahn... Sì, sto uscendo.>>

Mi lavai velocemente la faccia, asciugai e tirai lo sciacquone. Una volta che mi ricomposi, uscii dal bagno e mi trovai qualcuno di fronte che mi aspettava: era Marco.

Egli mi guardò, aveva già compreso cosa mi stesse affliggendo in quel momento.

Appoggiò la sua mano sulla mia spalla e disse;

<<Stai tranquillo, ritorneremo indietro come se nulla fosse successo, e vivremo una tranquilla vita all'accademia. Non abbandoneremo nessuno.


Per nessun motivo.>>


Quelle parole rimbombarono nella mia mente, erano parole di conforto che mi servivano, e Marco questo lo sapeva molto bene.

Quel trauma mi tormentava sempre, faceva di tutto per rovinare la mia vita.

Eppure, in quell'esatto momento... Mi sentii come se finalmente fossi libero con me stesso.

Non ero più solo, avevo degli amici su cui fare affidamento.

Mi sentivo come se finalmente potessi passarci oltre.


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<<Seriamente...? Voi── Voi me lo avevate promesso... Perché── Cosa... cosa vuol dire questo...? No── dev'essere uno scherzo, vero?>> chiesi, indietreggiando. In quell'istante i miei occhi si spensero immediatamente, mostrando un volto nauseato e ricolmo di lacrime.

Quando mi girai... Vidi Misuta, Marco e Manuel distesi per terra...


ricoperti di sangue.


Il mio cuore smise di battere, indietreggiai fino ad arrivare con le spalle al muro.

Iniziai a respirare più rapidamente, ed i miei occhi generarono una grossa quantità di lacrime.

Non stavo capendo più nulla, come era successo?

Stavo sognando, sicuramente, era un incubo.


Un incubo. Un incubo. Un incubo...!!


Le mura iniziarono a tremare, cosa stava accadendo adesso?

Il soffitto stava iniziando a crollare lentamente, facendo piovere massi nel grosso lago e creando delle esplosioni d'acqua.

E senza che me ne accorgessi, un grosso masso stava per cadermi sulla testa;

<<N-no... Qualcuno mi aiuti...!>> pensai, accovacciandomi per terra con le braccia sulla mia testa ed iniziando a pregare di non morire.


Era arrivata la mia fine...?

Dopo tutto quello che ho passato... Dovevo seriamente lasciare Igea da sola?

Dovevo seriamente lasciare che tutto questo accadesse senza che nulla fosse?!

Non poteva essere...!


Boom──

L'enorme masso esplose in mille sassolini, come se qualche sostanza fiammeggiante entrò in contatto con del gas.

Ma era di più. Molto più grande e pericoloso.

La mia vista venne rapidamente offuscata della polvere, tant'è che dovetti riparare i miei occhi prima che mi accecasse, aspettando che si dissipava.

E alla fine, riuscì a vedere colei che mi salvò da tutto ciò...

Una ragazza, con dei lunghi capelli viola metallici e occhi rossi scuri con tanti piccoli anelli dentro le sue pupille. Sembravano mostrare dei numeri, forse era... Una Tex-Mechaniker?!


Quelle pupille uccidevano.

Sembrava che ti stesse analizzando fino al profondo della tua anima.


Rimasi a guardarla per così tanto tempo che il silenzio nella stanza mi stava uccidendo lentamente.

Avevo così tanta paura che ormai non sapevo più cosa mi potesse spaventare.

Piangevo così tanto che ormai non sapevo più per cosa.

Volevo solamente... Tornare da Igea.


Volevo scappare.

Abbandonare tutto.


Ma non ci riuscivo.


La strana macchina si girò verso di me, e chiese con una voce più femminile del previsto, ma robotica;

<<Richiesta: Tu... Hai paura di me?>> appena chiese ciò, la figura robotica inclinò lentamente il suo viso verso destra in cenno di dubbio.

"Perché non mi uccide ancora?" era quello che volevo chiedermi in quell'esatto momento.

Dopotutto, ero sicuro che fu proprio lei ad uccidere il Dottor Misuta con Marco e Manuel, dunque continuavo a chiedermi cosa stesse aspettando nel farmi fuori.

Non risposi subito, cercai di recuperare le mie parole perse, ma senza riuscirci.

<<Richiesta: Tu... Non possiedi moduli di comunicazione?>> chiese subito dopo. I cerchi nei suoi occhi continuarono a muoversi, e dai suoi fianchi si aprì un varco a cassetto, facendo uscire un oggetto strano; era come una fune ma di colore rosso che, improvvisamente, fece uscire una stordente luce bianca non intensa, che illuminò la parte superiore del mio corpo fino ai piedi.

<<Comprensione: Tu... Sei carne ed ossa.>> disse non appena la luce bianca scomparve, era come se mi avesse analizzato, chiamandomi "carne ed ossa"... Forse comprese che ero un umano?


<<Supposizione: richiesta di supporto. Tentativo di approccio?>>

Più parlava, più non comprendevo cosa stesse dicendo... Cosa diamine cercava da me?

<<Pericolo: dovresti lasciare Yorung. La tua vita umana è in pericolo. Richiesta: Per qualche motivo non vuoi, avventuriero Yukkito?>>


Appena sentii menzionare il mio nome, iniziai a spaventarmi.

Mi chiesi immediatamente come diavolo era riuscita a scoprire il mio nome da avventuriero.


L'entità meccanica ritirò i suoi lunghi aggeggi dentro il suo fianco, chiudendo quelle specie di cassetta metallica.

Subito dopo calò lo sguardo su di me, avvicinandosi vicino al mio corpo indifeso e, non appena chiusi gli occhi, pensando che per me fosse finita...

<<Lick lick~>>


Eh...?


EEEHHHHH?!


Senza che me ne accorgessi, l'entità meccanica mi stava leccando la mia guancia destra.

Il mio sangue era gelido per la paura, essendo che avevo vicino una tanto temuta Tex-Mechaniker, razza che stermina da anni l'umanità, ed inoltre... Si era messa a leccarmi, per qualche strano motivo.

Però stranamente... La sua lingua era morbida, come se fosse organica. Così come lo sembrava che il suo corpo lo fosse.

Non era completamente metallica, mostrava tratti corporei che sembravano molto più "umani" del previsto.

Una volta che assaporò la mia pelle, rispose con tono di curiosità;

<<Comprensione: Provi un’emozione che viene chiamata "paura"? Sai di paura.>>

<<So di paura? Ma questa vuole mangiarmi o cosa?!>> pensai terrorizzato, iniziando a strisciare lentamente verso all'indietro.

Cercai di alzarmi tornando sui due piedi, allontanandomi da lei iniziando a correre via. Ma senza che me ne accorgessi, mi trovai davanti ad un enorme muro di pietra, sbattendo le mani contro il muro di pietra provando a trovare disperatamente una via d'uscita.

Ero ancora confuso e non sapevo come reagire, inoltre l'essere chiamato da tutti come Demone Scarlatto era di fronte a me, pronta per uccidermi.

<<Ngrrrrrhh!!>>

Ma quando meno me ne aspettai, sentii un enorme ringhio provenire da dietro di me; era un grosso lupo a tre teste, ed era sbucato fuori dal nulla.

Era vicino alla sponda dell'immenso lago, tuttavia fino ad un attimo fa non c'erano tracce di mostri oppure rumori strani.

Ma mentre ero avvolto dai miei pensieri e paure, iniziò a correre verso di me, sentendo un frastornante suono di rocce e versi di affaticamento provenire dalla direzione del lupo.

Successe tutto così velocemente che non compresi molto bene la situazione, e appena mi girai notando la forma del lupo, compresi che di questo passo anche io ci avrei lasciato le penne.

Un colorito che per un lupo potrebbe essere considerato anormale, un pelo completamente viola e un busto deforme per poter ospitare tre colli e teste. I suoi occhi erano completamente persi in un colorito del medesimo colore del pelo, portando uno strano cristallo al centro del petto. Era senz'ombra di dubbio uno di quei mostri proveniente dall'Hyllfring.

Dopo aver analizzato il lupo, chiusi gli occhi e accettai il mio destino. Fino a quando...

<<Emissione abilità: Platzwunde>> il lupo, dopo che il suo corpo entrò in contatto con la lama, venne tagliato a metà dall'affilatissima arma metallica dell'unità meccanica, uscita dal palmo della sua mano destra. Era un tutt'uno con lei e la usava come se ci fosse nata con un'arma simile. La lama era di un materiale irriconoscibile nero, con dei fluidi color rosso che la alimentavano.

Dopo che il lupo perì, si trasformò in una nube violacea che iniziò a dissiparsi nell'aria. Una volta che non ne rimase più nulla, anche il cristallo si trasformò in nube, lasciando la Demone Scarlatta in un momento di silenzio, susseguito da un’altra linea di dialogo strana dopo qualche secondo;

<<Pericolo: arrivano altri dreiköpfige Wölfe>>


Iniziai a credere che questi nemici che stavano arrivando erano quelli menzionati da Ex-31.

Non sapevo che fare, oltre invaso dalla paura ero nudo e crudo! Peggio di così non poteva andare...

Però quell'essere era incredibilmente forte, possedeva con sé una lama capace di tagliare qualunque cosa prendesse di mira.

Decisi di riprendermi, credendo che la cosa migliore da fare era quella di lasciare il resto a lei.

Dopotutto, c'era la probabilità che lei potesse essere mia alleata, e che gli assassini dei miei compagni erano invece quei mostri oscuri.


<<Invocazione: Annäherungsmine!>> l'unità meccanica, nominando nuovamente una strana parola in lingua sconosciuta, fece comparire dal palmo della sua mano sinistra delle piccole palline metalliche che, una volta entrate in contatto con il terreno si allargarono diventando delle trappole da pavimento. Una volta piazzate incominciarono a ticchettare ed emettere una piccola luce rossa.

Appena si assicurò che andò in porto la sua idea, corse rapidamente verso di me e si aggrappò sul mio braccio.

Nel mentre, mi girai verso il lato del lago, e notai che di fronte ad esso stavano nascendo dei mostri grazie ad un portale viola, pronti ad attaccarci.


Una volta che prese il mio braccio, le sue gambe si illuminarono di rosso e, come se fossero delle molle, saltammo così in alto da riuscire a raggiungere il soffitto della grotta, ed uscire attraverso il grosso buco da cui proveniva la luce lunare. Ma qualcosa sembra che andò storto.


<<Supposizione: Questo posto è bloccato da una barriera magica. Diramazione condizionale: queste creature vogliono imprigionarci qui sotto? Soluzione se sì: dobbiamo ucciderle. Non possiamo scappare.>>

E con un'altra spinta inflitta dalle sue gambe, finimmo dall'altro lato del lago, atterrando vicino ai corpi morti di Misuta, Marco e Manuel.

Li guardai con disperazione, ma cercai di concentrarmi al vero problema attuale, non potevo permettermi di morire.

Dall'altro lato della caverna, nel mentre si udì una gigantesca esplosione.

<<Obiettivo abbattuto.>> disse l'unità meccanica, notando che il lato da noi lasciato poco fa non era sicuro. Anche lì erano nati altri mostri dell'Hyllfring.

Quella cosa che piazzò a terra era un esplosivo che, al contatto di una forma di vita, sarebbe esploso all'istante.


Ma senza nemmeno il tempo di esultare, dalla nube di polvere uscirono di nuovo quei mostri.

<<Emergenza: combattimento approssimativo. Attivazione delle matrici da battaglia dell'unità combattiva di supporto M29EK957EX-62."


Dietro la sua schiena si aprì un grosso varco dove uscirono dei grossi telai metallici, e grosse armi a noi essere umani sconosciuti.


"Waffen: operativi. Schwere Rüstung: operativi. Schlachtfeldkontrolle: consentito. Raumkontrolle: operativo."


Il suo corpo venne rapidamente circondato da armi pesanti, armi diverse dalle semplici spade.

Era quella la vera forma di un Tex-Mechaniker?

Nel mentre i mostri iniziarono a correre saltando sugli enormi massi che si crearono sopra il lago, raggiungendoci in brevissimo tempo.

<<Nuovo obiettivo: sterminare i Monster der Hölle!>>


Fine Capitolo 5


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Extra - Nel mentre, nella città del Distretto 33, Igea era alle prese con i suoi primi giorni nella nuova classe...

Igea's POV


<<Igea! Igea!>> una bambina correva per la scuola, raggiungendo Igea. Era vestita con il solito abito marrone e fiocco rosso, tipico della scuola di Hallenwart.

<<Oh, buongiorno Loba.>> dissi, non appena la vidi. Era felice di vedermi dopo la lezione, mostrando innocenza e purezza nei suoi gesti. Tanto che una cosa notai non appena arrivò da me...

<<Perché sembra che ogni giorno che passa ti crescano sempre di più?>> chiesi fissando spudoratamente il seno di Loba. Il mio sguardo era concentrato, tant'è che misi la mia mano destra sul mento, contemplando.

<<Oh...? Ehi smettila di fissarmi con questi occhi sconci! La gente si farà strani pensieri di noi!>> esclamò Loba imbarazzata, coprendosi il seno. Dopo due brevi secondi, sospirò e sussurrò;

<<Non che mi dispiace così tanto...>>

Non la compresi bene e chiesi;

<<Cosa hai detto? Parla più forte.>>

Loba, troppo imbarazzata per ripetere, esclamò;

<<Oh, giusto. A breve avremo educazione fisica, mi pare... Dai su andiamo. E niente strani pensieri, cavolo!>>

<<Uff...>>


Ci incamminammo verso gli spogliatoi delle ragazze, avendo promesso di non dire o fare nulla di inappropriato.

O almeno, ci provai.

La guardavo mentre si spogliava, portava un intimo di color nero abbinato, era difficile non notarlo.

Si addiceva molto bene a lei.

<<Quel balcone...>> pensai invidiandola.

<<Il tuo broncio si nota da un miglio...>> disse Loba guardandola con uno volto preoccupato.

<<Ma io...>> dissi palpando il mio seno, ero anche io in intimo essendomi già levata l'uniforme, portavo un intimo color rosso. Ma a differenza sua, il mio seno era quasi inesistente.

<<*sigh*, sei irrecuperabile.>> disse Loba, prendendo l'uniforme da ginnastica da dentro il suo armadietto. Nel mentre passò un’altra ragazza della nostra stessa età, capelli ed occhi neri e già vestita con l'uniforme da ginnastica, disse;

<<Ah Loba, dopo mi presti quel deodorante che usi? Mi piace molto!>>

<<Ah sì certo, vedi l'ho preso ieri---.>>

Mentre le due ragazze parlavano, restai a contemplare;

<<Chissà se entro la prossima volta che il fratellone ritorna riuscirò a sviluppare qualcosa, lui lo noterà...?>> dissi, osservandomi addosso e chiedendomi qualcosa che cercai di rimuovere immediatamente dalla mia mente. Scossi velocemente la testa e mi infilai di fretta e furia la mia maglietta da ginnastica bianca.

<<Da quando iniziai ad avere quei malumori, ho sempre questi strani pensieri per la testa, tra Loba e il mio fratellone... Cosa mi starà succedendo?!>> mi chiesi, schiaffeggiandomi il viso ormai completamente rosso per l'imbarazzo.

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