Capitolo 4: Il mondo in cui viviamo
- YuukiToyaro
- 29 set 2023
- Tempo di lettura: 26 min
Giarogia - Nubilon, Accademia della Spada Argentata - Anno 703 4 settembre, dopo essere tornati in stanza
Ritornammo nelle nostre stanze, sfiniti. Finalmente il primo giorno terminò, dopo aver dimostrato al Professor Zack le nostre attuali abilità in combattimento.
Mentre ognuno stava pensando a rilassarsi, avevo trovato un libro sopra la scrivania della nostra stanza. Lo presi e mi buttai sopra il mio letto.
Improvvisamente dal letto di sopra vidi una testa che cominciò a fissarmi.
<<Fissaaaa~>> il suo sguardo era troppo fastidioso per essere ignorato.
<<Che hai da contemplare? Non hai nulla da fare?>> chiesi a Marco, cercando di concentrarmi sulla lettura del libro. Era intitolato "Le verità dell'Hexella".
<<Non esattamente... Che hai da leggere lì? Ti è venuta voglia di studiare ora che non andiamo più a scuola?>> chiese Marco a sua volta. Per poi continuare;
<<E quello è il mio libro, tra l’altro, cerca di non rovinarlo.>>
<<Io studiavo quando andavamo a scuola! Sennò come avrei passato l'esame di fine anno?!>> esclamai con tono seccato. Poi risposi;
<<Racconta le vicende dell'Era Oscura e dell'Hexella, sono argomenti che interessano pure me.>>
<<Perché mai ti interessano quelle robe?>> chiese Marco, continuando a guardarmi con la testa penzolante dal suo letto.
<<Non ha proprio nulla da fare eh...?>> pensai, poi risposi;
<<Hai presente l'abilità Ascension che ha usato Edward? Non è lingua Rodyakan.>> dissi a Marco, lui continuò a guardarmi curioso, e nel mentre anche Kevin e Manuel iniziarono ad origliare.
<<La lingua in questione è una lingua antica nata prima ancora che la Dea Blue plagiò il mondo.>> raccontai, riassumendo in modo molto breve alcune parti del libro. Poi continuai cambiando rotta della spiegazione;
<<Prima di tutto ciò sembra che esisteva una civiltà che parlava una lingua differente dalla nostra, una lingua che per qualche strano motivo è scritto in caratteri differenti dai nostri, e che permette di lanciare magie fuori dal comune, ed estremamente pericolose. Ma purtroppo non riesco a trovare altre informazioni riguardo questa civiltà perduta.>>
Marco rispose con;
<<Può essere che semplicemente non esistano.>>
<<A cosa ti riferisci?>> chiesi, Marco rispose con un tono da intellettuale;
<<Non pensi che sia strano il fatto che vengono scritte storie in un periodo dove ancora nessun umano viveva in questo mondo? Secondo me, sono tutte balle.>> rispose, mentre continuavo a guardare il libro, chiedendomi se fosse realmente così.
Era vero, nessuno poteva sapere cosa ci nascondesse il mondo, forse qualcuno insabbiò il passato ed il Casato di Edward nascose molte cose al riguardo.
Marco interrompe i miei pensieri;
<<Perché non vai a cercare dei libri nella biblioteca dell'accademia? Lì troverai alcune cose interessanti.>> disse, tornando al suo posto sul letto.
<<Hmm... Biblioteca?>>
E senza che me ne accorgessi...
Giarogia - Nubilon, Accademia della Spada Argentata - Anno 703 4 settembre, Biblioteca del Sapere
<<Perché diamine siamo finiti qui?!>>
Marco ed io finimmo nella Biblioteca del Sapere- una delle più grandi biblioteche in tutta Giarogia. Conteneva un sacco di libri basati su vicende reali, libri originali scritti da degli autori e rapporti.
Sicuramente se avessi cercato un modo per passare del tempo, sarebbe stato il posto migliore.
Inoltre, era una biblioteca aperta al pubblico- ma i residenti dell'accademia avevano accesso gratuito per leggere tutti i libri.
<<Aaah, quanti libri interessanti si trovano qui...!>> esclamò Marco avvicinandosi in uno scaffale: erano enormi e fatti di legno. Ogni singolo scaffale conteneva già di suo minimo cento libri diversi.
<<Più che altro sembra che ci volessi venire tu qui...>> sussurrai perplesso e con sguardo sconcertato.
<<Beh, guardare in giro non sarebbe una cattiva idea...>> pensai, avviandomi verso uno scaffale situato in fondo alla stanza. Sopra ci stava un cartello con su scritto "Racconti di Leggende".
<<Hmm, forse qui posso trovare dei libri su mio padre...?>> mi chiesi tra me e me, poggiando la mano sul mento e guardando attentamente lo scaffale.
<<Oja, sei interessato in questi tipi di racconti, cadetto? È raro vedere un giovane ragazzo di fronti a questi scaffali!>> esclamò improvvisamente una ragazza dal tono maturo dietro di me, spaventandomi aggressivamente.
<<AH! SI'?!>> mi girai di scatto e vidi una donna adulta con corti capelli verdi e una camicia di colore nero e... Un prosperoso seno, forse mi sarò spaventato di più per quello.
Era più alta di me, forse di un venti centimetri, ed era ben truccata e vantava di un volto molto professionale ed intellettuale.
Avevo come l'impressione di aver trovato la madre perduta di Marco...
<<Oja, mi spiace di averti spaventato, e ti prego di non urlare qui.>> disse sbattendo lentamente i due palmi delle mani, come per pregarmi.
<<Ah... Mi scusi.>> risposi imbarazzato, anche se fu colpa sua se mi ero spaventato! Notai che aveva anche una targhetta attaccata sulla sua camicia, in cui si poteva leggere il suo nome; "Sign. Yulia".
<<Quindi, sei interessato in questi tipi di libri? Te ne potrei consigliare qualcuno.>>
La signora Yulia si avvicinò nello scaffale e prese tre libri dalla copertina bianca;
<<Questo libro è riguardo le vicende di un noto avventuriero "Hallenwart", mentre quest'altro qui è di "Rally, l'Esiliato" oppure ci sta quello di "Avelok". Sono attualmente i più venduti.>> disse la signora con un sorriso in volto.
<<Hm, ma questi racconti sono solo per poter vendere oppure sono tratti da fatti reali...?>> chiesi con sguardo perso, mentre lei rise e rispose subito dopo;
<<Ovviamente sono fatti reali. Nella nostra biblioteca, le opere di fantascienza sono messe da un’altra parte. Anche se...>> si fermò per un breve secondo e riprese subito dopo;
<<Ai ragazzi al giorno d'oggi ispirano solo le Light Novel di fantascienza che escono da Arlebast, difatti la loro cultura si è espansa fin qui. Storie che trattano temi di reincarnazione in un altro mondo oppure in un universo alternativo dove il protagonista della storia ha poteri assurdi in grado di distruggere l'intero continente. Eeeeehhh...>> spiegò la signora in preda ad una crisi, poi continuò;
<<Beh, non dico che siano storie brutte, ma vorrei che i giovani si mettessero a leggere anche un po' di cultura delle nostre terre.>>
<<Capisco cosa intende... In un certo senso.>> risposi con una goccia di sudore ed un sorriso forzato, poi continuai a guardare lo scaffale.
<<Io torno nella mia postazione. Se cerchi qualcosa di specifico, non esitare a chiedere.>> disse la donna, per poi andarsene lasciandomi i tre libri in mano.
<<Beh, mi sa che oggi avrò un po' da leggere...>> sussurrai, guardando i tre libri. Uno mi sembrò parecchio allettante, ovvero il libro intitolato "Lo Spadaccino Leggendario- Avelok"
Avelok- già il nome di per sé aveva tantissimi significati.
Era uno dei quattro membri dei Signori della Guerra, in cui facevano anche parte i leggendari Yokano, Parche e Darlus.
Da quello, si poteva dedurre che Avelok e Parche erano compagni d'avventura, e che sicuramente- se cercavo informazioni su mio padre- iniziare leggendo questo libro non era poi una cattiva idea.
Trattava di quando Avelok entrò nei MASRU e ricevette l'onore di avere un gruppo di militari al suo servizio, e di quando ottenne la benedizione Hexella con la primissima Spada dell'Anima Evo.
Leggere quel libro era come vivere l'esperienza in prima persona di quello che Avelok passò, e delle sue nobili gesta, fino a quando...
<<Incontrò un uomo dal nome di Parche- portatore dell'Anima di Sanji.>> lessi lentamente, comprendendo subito chi possa essere.
<<Hmm, stai leggendo il libro di Avelok?>> chiese Marco da dietro di me, mentre teneva in mano un libro intitolato "Fusion Proton".
<<Ah, sì. Sto riuscendo a confermare molte teorie, a quanto pare, il nome "Parche" è veramente il suo nome d'avventuriero, ma non riesco ancora a trovare la sua vera identità. Voglio prima assicurarmi se veramente lui era un Signore della Guerra...>>
<<E come vuoi farlo con un semplice racconto scritto? Queste informazioni non potrebbero mai essere rese pubbliche, essendo che i Signori della Guerra erano molto conosciuti. Sicuramente per scavare queste informazioni dovrai farlo negli archivi dell'Ordine della Guerraglia.>> rispose Marco, mentre prese il suo libro e sventolandolo in aria disse;
<<Se proprio volessi informarti su qualcosa, dovresti farlo sul Casato Redefelt essendo che hanno fatto molta storia negli ultimi trecento anni. Oppure leggiti queste nuove storie che sono esportate da Arlebast, sono molto belle.>> disse, incamminandosi verso l'uscita.
<<Hmm...>> rimasi a guardare il mio libro.
<<Parche... Mi chiedo se sia veramente mio padre.>> sussurrai, prendendo il libro e posandolo sullo scaffale.
I miei sentimenti erano molto combattuti al riguardo, e speravo in tutti i modi che avessi veramente dei collegamenti con questo famoso Signore della Guerra.
Ma se invece non doveva essere così... Me ne sarei fatta una ragione.
Dopotutto, le probabilità erano veramente basse.
<<Ehi, ti ho detto di parlare piano!>> esclamò una voce maschile, proveniente dall'altro lato della biblioteca.
<<Ma sto parlando piano, cazzo!>> rispose un'altra voce maschile.
Quel modo di parlare... Compresi subito chi fossero.
<<Sì, ma se ti ho detto che è come dico io!>> esclamò un ragazzo dai capelli biondi ed occhi smeraldo- era senz'ombra di dubbio Edward El.
Stava parlando con Eugen Bishmark, il ragazzo tempesta dai capelli ed occhi marroni.
<<Ma porca pupazza, ti ho detto che quel libro è solo spazzatura commerciale! La serie viene anche disprezzata in Arlebast stesso!>> esclamò ad alta voce Edward.
<<Come diamine sai cosa si dice ad Arlebast? Smettila di inventarti scuse per non farmi leggere quel libro, a me piace, soprattutto il finale del primo volume.>>
<<Ma quel finale è più piatto del seno di Miku, cazzo!>>
<<Aspetta, che cavolo di paragone stai uscendo fuori?! E poi il suo seno mica... Ehm, lasciamo perdere.>>
<<Perché diavolo stanno paragonando il seno di Miku con la trama di un libro...>> pensai tra me e me prima di uscire dalla biblioteca.
Appena chiusi la porta sentii la signora Yulia urlare ad Edward ed Eugen di fare immediatamente silenzio.
Beh, godetti.
Giarogia - Nubilon, Accademia della Spada Argentata - Anno 703 4 settembre, appena tornato in stanza
<<Uff, ho appena perso un ora inutilmente.>> dissi buttandomi sul letto. La stanza era mezza vuota- Manuel e Kevin mancavano, ci stava solamente Marco che era tornato con il suo libro e stava sdraiato sul suo letto- sopra il mio.
<<Hmm.>> rispose Marco con un verso, completamente disinteressato a me. Era molto concentrato sul libro.
Sedendomi sul letto, notai la mancanza dei due ragazzi e chiesi;
<<Ma dove sono andati Kevin e Manuel?>>
<<Sono usciti, diretti verso la palestra per allenarsi.>> rispose nuovamente con disinteresse Marco.
<<Capito... *sigh* non so che fare.>> risposi, mentre mi stiravo la schiena alzando le braccia in alto.
<<Potresti andare da loro ed allenarti, non sarebbe un’ottima idea?>>
<<Ammettilo che ti rompo solo le scatole. Però non hai tutti i torti.>> risposi. Alla fine, era ancora presto- il sole non era ancora tramontato e non era ora di cena.
Mi alzai e mi diressi verso la porta, salutando Marco ed andando verso la palestra.
Scesi per le scale incontrando alcuni membri delle altre classi e uscii verso il campo.
Durante le ore di pausa, questo posto risplendeva di vita. Era fantastico vedere così tante persone girare in gruppo e parlare del più e del meno.
Ma appena arrivai di fronte alla porta della palestra e la aprii, notai che Kevin e Manuel stavano insieme ad un altro ragazzo, era Ryuuji.
<<Bravo bravo.>> disse Ryuuji, a quanto pare, li aveva raggiunti da poco. Poi continuò subito dopo;
<<Non sembri cavartela male nel combattimento a spade.>>
Kevin, che era rivolto ancora verso Manuel, si girò e chiese;
<<Chi sei tu?>>
<<Io sono il cadetto Ryuuji, facciamo parte della stessa classe, non ricordi? Ci siamo anche intravisti stamattina in allenamento.>>
<<Ah, sì ora ricordo. Io sono il cadetto Kevin, e lui è Manuel, stiamo tutti e due nella stessa stanza. Abbiamo appena finito di allenarci, perciò se ti serve la sala te la lasciamo subito.>> disse Kevin presentando Manuel. Si girò e mentre se ne stava per andare insieme a Manuel, egli lo fermò chiamandolo a voce;
<<No ti sbagli, Kevin. Non erano queste le mie intenzioni. Io voglio combattere contro di te, qui ed ora.>>
A queste parole, Kevin si fermò di scatto e rimase spaesato per breve tempo, per poi girarsi e guardare Ryuuji in pieno volto.
Era stranito, e non si aspettava una sfida così diretta già il primo giorno di accademia.
E mentre decideva se accettare o meno, Ryuuji prese la sua spada e la puntò verso di Kevin, dichiarando dunque un duello.
Giarogia - Nubilon, Accademia della Spada Argentata - Anno 703 4 settembre, Palestra
Di fronte a queste parole, Kevin si fermò e lo guardò stranito;
<<Perché vuoi combattere contro di me?>>
<<Semplice allenamento, ti vedo molto forte, quindi sarebbe interessante confrontarmi con te. Posso averne l'onore?>> chiese Ryuuji, con tono sarcastico, mostrando un lieve secondo fine.
Kevin lo guardò infastidito, poi chiese;
<<Va bene, non c'è nessun problema per me.>> disse riprendendo in mano la sua spada di legno.
Io corsi verso il centro della palestra e chiesi;
<<Kevin, Manuel! Che sta succedendo qui?>> chiesi, facendo finta di non saper nulla.
<<Ah, nulla Virtus. Ryuuji voleva allenarsi insieme a me, quindi ho accettato.>>
Mi chiedevo se fosse Kevin stupido, oppure stava semplicemente al gioco di Ryuuji...
Fatto sta, che lo sguardo di quel ragazzo non mi piaceva per nulla.
Arretrai di 2 metri insieme a Manuel, uscendo dalle linee bianche di sicurezza.
Manuel iniziò il conto alla rovescia, facendo partire lo scontro che avrebbe visto Kevin contro Ryuuji.
Non so perché Ryuuji volle combattere contro Kevin, magari pensava che potesse essere un ottimo avversario per allenarsi, ma dal suo ottimismo nello sfidarlo così spudoratamente, qualcosa puzzava. Non sfideresti un avversario, cosciente che possa essere forte, se di tuo saresti debole. Sicuramente Ryuuji nascondeva della pura forza, e voleva che gli altri siano coscienti della sua potenza.
Molto plausibile.
Nella palestra calò il silenzio, Ryuuji iniziò ad analizzare il suo bersaglio, mentre Kevin cercava di mantenere la più alta concentrazione possibile.
Che magari anche lui iniziò a dubitare della natura di Ryuuji?
Si avvicinò Manuel da me e disse;
<<Quindi anche tu lo hai notato? Nessuno in questa accademia venne impreparato. A quanto pare, anche Ryuuji nasconde qualcosa di misterioso.>>
Ridacchiando risposi;
<<Mi sa che sono l'unico neofita qui dentro...>>
Si, purtroppo ero l'unico che ancora aveva molto da imparare, ma per questo non volevo scoraggiarmi.
Continuerò il mio cammino, anzi, comincerò il mio cammino a testa alta, senza mai abbassarla, di fronte a nessuno.
Mio padre decise di seguire quelle orme, diventando sicuramente molto forte, e io non sarò da meno.
Dovevo diventare molto più forte di lui, e scoprire la realtà dietro la sua scomparsa insieme a mia madre, e salvare Lya.
Questo era il motivo per cui ero lì, e non dovevo perdere la fiducia in me stesso.
Improvvisamente Manuel diede il via, facendo partire il combattimento tra Kevin e Ryuuji.
Entrambi si slanciarono contro e Kevin provò a colpirlo frontalmente, ma con Ryuuji non funzionò, essendo che schivò verso destra e lo colpì. Ma come se Kevin se lo immaginasse, si coprì il lato preso di mira e provò a difendersi con la lama della spada, ma Ryuuji sparì in un batter d'occhio dalla sua visuale, facendo un salto in alto e schiantandosi a terra colpendo la spada con cui Kevin si coprì per non farsi colpire, ma dopo due secondi la spada di Kevin cedette.
Subito dopo Ryuuji fece un enorme salto all'indietro e si mise in posizione di difesa.
<<*pant* *pant* eh, sei molto abile. Cavolo ti avevo sottovalutato mi sa...>> disse Kevin rialzandosi.
<<Non sottovalutare mai i tuoi nemici, così permetterai a loro di ucciderti.>> rispose Ryuuji puntando la spada di legno contro Kevin.
<<Sei molto serio tu, heh.>> rispose Kevin a sua volta con un sorriso forzato.
<<Parla veramente come uno adulto...>> dissi meravigliato.
<<Questo sarà dovuto a quello che avrà passato, sicuramente ognuno di noi dentro questa accademia avrà un obiettivo, o dei conti in sospeso.>> rispose Marco, sbucando fuori dal nulla.
<<Marco? Cosa ci fai qui, credevo che non volessi venire.>> dissi sorpreso, girandomi dietro per vedere se fosse veramente lui.
<<Heh, mi stavo annoiando da solo in stanza; dunque, sono venuto per vedere cosa steste facendo.>> rispose, poi continuò subito dopo;
<<Tornando al discorso, quel Ryuuji mi puzzava già da poco fa. Eppure... Forse, come ho detto poco fa, sicuramente avrà un motivo valido per essere così.>>
Effettivamente aveva ragione; Marco aveva un obiettivo, anche Kevin da quanto avevo compreso, e sicuramente anche Ryuuji.
Il suo stile di combattimento, il suo modo di parlare e il suo essere, era come se fosse alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno.
Sicuramente aveva un motivo se quel giorno stava combattendo così disperatamente, come se qualcuno lo stesse minacciando con un coltello alla gola.
Anche io... Dovevo diventare così forte.
Nel mentre il combattimento riprese, diventando più acceso di prima.
Kevin iniziò a fare uso della sua magia base del controllo stabile del mana, cercando di rallentarlo.
Uno dei punti forti di Ryuuji era senz'ombra di dubbio l'agilità, era molto veloce e abile con salti e riflessi corporei, ed in battaglia l'agilità era il punto più importante.
Ma d'altro canto Kevin sembrava molto abile con il controllo del mana, e il suo incantesimo Dniw era molto utile contro Ryuuji.
In questo mondo le prestazioni in combattimento erano molto vitali, non a caso ci venne consegnata la tessera d'avventuriero: serviva proprio per vedere in cosa eccelliamo noi cadetti.
<<Prendi questo!>> Kevin continuava a lanciare incantesimi- la sua mano continuava ripetutamente a diventare verde e lanciare la magia Dniw da un piccolo cerchio magico verde direzionati verso Ryuuji, che però con molta abilità continuava a schivare intrepido.
Era di una velocità inaudita, si notava che si era allenato duramente per essere così veloce e schivare tutti gli attacchi con una facilità assurda.
Gli attacchi di Kevin erano veloci, ma molto presto iniziarono a calare di velocità, iniziando a prendere un colore più rossigno.
<<Tsk...!>> Kevin iniziò a tenere il suo braccio sinistro saldo usando la sua mano destra, lasciando cadere la spada.
<<Dichiaro Ry──>> Kevin interruppe Manuel, esclamando;
<<Ancora... Ancora riesco a combattere!!>>
Il suo mana stava per esaurirsi, essendo che lo stava consumando a furia di lanciare attacchi Dniw. Ma comunque sia, ancora non voleva darsi per sconfitto.
Improvvisamente Ryuuji si fermò e respinse un attacco magico con la spada, scaraventandolo alla sua destra e schiantandolo sul muro.
<<Ormai questi attacchi magici sono solo uno scherzo visivo, non contengono più forze, lo sapevi? Anche se mi colpisse, non mi farebbe nessun graffio.>> disse Ryuuji, rimanendo immobile.
<<C-Com'è.. Possibile?>> chiese Kevin rimanendo sorpreso e stringendo il suo avambraccio sinistro, che iniziò a tremare.
<<Semplice, ormai non possiedi più mana, quello che tu stai lanciando in questo esatto momento... È il tuo stesso flusso sanguigno.>> rivelò Ryuuji, tirando uno schiaffo morale a Kevin, poi continuò;
<<Caspita, quindi questo succede quando dei falliti iniziano a perdere? Andate contro i vostri stessi limiti, cercando di spingere il vostro corpo verso soglie irraggiungibili? Dovreste smetterla di sognare inutilmente, non credetevi dei piccoli eroi. Qui si va avanti solo se siete coscienti di perdere la vostra testa da un momento all'altro, sacrificando ogni vostra cosa. È meglio se tornaste a casa.>> disse, lasciando cadere la spada di legno e voltando le spalle a Kevin, lasciando la palestra attraverso il portone d'ingresso.
<<M-Maledetto...>> sussurrò, senza forza fisica. Cadendo per terra ed iniziando a tossire.
<<Kevin!>> esclamammo in contemporanea Marco, Manuel ed io, correndo immediatamente verso Kevin. Notammo che iniziò a tossire sangue, macchiando il terreno circostante, e la sua pressione stava calando notevolmente.
<<Sangue...>> pensò Kevin, improvvisamente la sua mente iniziò a viaggiare verso un luogo a lui ignoto, immerso tra paura e traumi, un punto di non ritorno.
Cercò di rialzarsi ma non ce la fece, le sue gambe tremavano, implorando pietà.
Tra il suo trauma attuale, le parole di Ryuuji, il sangue perso, le forze smarrite e la sua debolezza fisica, il suo livello mentale si era appena abbassato drasticamente, provocando quindi delle lacrime ai suoi occhi.
Non avrebbe mai immaginato che intraprendere questa strada lo avrebbe portato a gambe a terra, in lacrime. E noi non potevamo far nulla, oltre che aiutarlo a riportarlo in stanza e far finta che non sia successo nulla.
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<<...Dunque, questo sarebbe il famoso Gruppo 42 di cui tanto si parla?>> chiese Zack, rimase tutto il tempo del duello nascosto dietro una tenda situata a nord della palestra, con dietro una persona con volto nascosto a causa del grande cappello nero.
Aveva assistito a quello che lui, da quel giorno in poi, avrebbe dichiarato come "interruttore" della nuova era.
<<Avevi ragione... Quest'anno sarebbero arrivati degli ottimi candidati, Sergente Draug.>>
Vicino a lui ci stava Draug, padre adottivo di Igea e Virtus, che si prese cura di loro sin da quando vennero salvati.
Draug si avvicinò al fianco del professore Zack e sussurrò;
<<In fin dei conti, Virtus lo assistii per diversi anni. So com'è fatto, ed è per questo che mi sono preso la briga di portarlo direttamente a te, padre.>>
<<Sai bene che ho attualmente basse aspettative per Virtus, da quel che ho potuto vedere è il più debole del gruppo. Potrebbe venire buttato fuori per primo.>>
<<E io so bene che ha delle grosse potenzialità, non a caso era il figlio di uno dei Signori della Guerra. Lo conobbi di persona il Leggendario Portatore dell'Anima di Sanji.>>
<<Heh, non cambi mai. Ma stavolta devo ammettere che hai ragione. Li addestrerò in buon modo questi furfanti. E il primo che piangerà dal dolore lo punirò a dovere. Virtus incluso.>> accennò Zack, per poi girarsi e prendendo un pacco di sigari dalla sua uniforme.
<<Ti lascio l'autorizzazione.>> rispose Draug rimanendo fermo, tirando uno sguardo verso Virtus. Stava aiutando Marco a sollevare Kevin, mentre Manuel stava correndo per aprire la porta d'ingresso.
<<Rendi fieri i Signori della Guerra.>> disse infine Draug, chiudendo gli occhi, mostrando fierezza nell'aver accudito personalmente il figlio di Parche.
<<Lo farò.>> rispose Zack, chiudendo la porta dell'uscita di emergenza, lasciando Draug dietro.
<<Già, dopotutto... So bene che Virtus erediterà il volere di suo padre. Così come Igea...>>
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Giarogia - Nubilon, Accademia della Spada Argentata - Anno 703 4 settembre, Stanza Medica
Nel mentre, Kevin venne portato in stanza medica da Manuel, Marco e me.
Nella stanza ci stava anche il medico dell'Accademia, che lo controllò a dovere. Era il Dottor Misuta, dell'Ordine della Sanità.
Vestiva di bianco, come un normale medico. Corti capelli neri e occhi azzurri. Aveva il suo fascino mascolino.
Era un membro speciale dell'Ordine, col compito di assistere tutti i cadetti dell'Accademia nelle nostre attività quotidiane.
Era anche un grande scienziato che faceva parte della Fazione Tecnologica, portando avanti molte medicine e pozioni miracolose.
Le mise a disposizione a tutti i membri delle altre Fazioni amiche e su mercato per una modica cifra, difatti solo gli abitanti degli anelli più interni ne ebbero avuto l'onore di usarne.
Purtroppo, quando le fazioni vennero sciolse anni fa e Misuta venne esiliato dalla Fazione Tecnologica, i suoi progetti e le ricerche vennero archiviate dall'Ordine Reale.
Dopo aver finito di controllarlo, disse;
<<Ha finito completamente il suo mana.>> dopo un breve lasso di tempo si sentì un leggero verso pensieroso proveniente da Misuta. Continuò subito dopo;
<<Arrgh, purtroppo è un danno troppo grosso. Non si dovrebbe mai rischiare di finire il mana, visto che può causare danni ingenti al proprio organismo.>> disse, prendendo il misuratore della pressione. Lo attaccò al braccio e continuò;
<<E non solo questo, ma da quanto ho capito, ne ha abusato anche se il suo corpo aveva iniziato a mostrare segni di debolezza, finendo ad usare il suo stesso sangue. Purtroppo, non posso garantire la sua vita per questo suo atto pazzoide.>>
Tutti e tre ci agitammo a sentire queste parole crude da parte del Dottor Misuta.
<<Come non può?!>> esclamai, Misuta rispose con un;
<<In realtà sarebbe anche possibile, esiste una medicina che potrebbe curare questa mancanza di mana, ma...>> una breve pausa, che venne spezzato da un sospiro malinconico;
<<Purtroppo non può essere raccolta facilmente, poiché la pianta in questione è estremamente rara e pericolosa da raccogliere.>>
Calò il silenzio, nessuno spiccicò una parola. Eppure, Misuta cercò di interrompere il silenzio rassicurando;
<<Tuttavia...>> disse, prendendo la sua borsa e uscendo una mappa;
<<Questa pianta si chiama Aloe. Estraendola, può produrre un succo denso e concentrato. Nasce principalmente in paesi caldi, e purtroppo l'unico in lista è la nazione di Yorung.>>
Improvvisamente la mia mente iniziò a camminare: la Nazione di Yorung mi era troppo famigliare.
Una nazione che mi impaurì da quando... Da quando...?
Sì, vero. La spedizione che vidi la prima volta da bambino.
Si erano ritirati da Yorung quella volta, e vennero con numerosi morti.
Sentì dire che dopo quel giorno non fecero più spedizioni a Yorung, e bloccarono ogni accesso.
Ma a noi serviva quella pianta, dovevamo produrre assolutamente quella medicina!
Eppure... Quelle urla rimbombavano ancora nella mia mente.
"Il... Mio... Fratellone... No, no, no no nononono!!!! Noooo!!! Non è vero! Stai mentendo!!"
<<Lo faremo.>> disse Manuel convinto, avanzando di due passi per mostrare il suo volto determinato.
<<No... Quel posto...>> pensai con viso insicuro.
<<Sapete che così andrete contro le regole dell'Accademia, vero?>> chiese Misuta, con volto serio. Il suo carattere sembrava essere molto goffo, eppure in quel momento sembrava estremamente serio al riguardo. Per fortuna sembrava che Misuta ci volesse bloccare a mandarci verso Yorung, anche perché non avremmo avuto modo né di uscire, né di poterci arrivare entro i prossimi due anni.
<<Però che sto pensando...? Così sto solo portando Kevin a morire...>> pensai, iniziando a far lottare i miei sentimenti interni. Ero assolutamente contrario a questa loro idea, però per qualche strano motivo... Avevo paura. Molta paura.
Paura di lasciare Igea da sola... Semmai mi dovesse succedere qualcosa──
<<Non mi interessa assolutamente! Lui fu il mio primo compagno che mi ha accettato così come sono! Anche se provengo dal secondo anello... Lui mi ha accettato, e mi ha fatto sentire come se fossi suo amico! Non posso lasciarlo indietro!>> disse Manuel con tono convinto. Era la prima volta che lo vedevamo così convinto. I suoi profondi occhi blu luccicavano, e il suo sguardo più conciso che mai avrebbe convinto chiunque con queste sue parole.
Eppure... Aveva ragione, non dovevo farmi assorbire dalle paure.
Sennò... Che amico sarei?
<<Manuel... Ha ragione. Noi dobbiamo andare.>> dissi subito dopo, raccogliendo tutte le forze possibili. Sospirai e continuai;
<<Kevin era... No, è un ottimo amico. Sono sicuro che anche lui avrebbe deciso lo stesso se fosse successo ad uno di noi.>>
<<Virtus...>> disse Marco, guardandomi con volto meravigliato. Lui sapeva bene quanto fosse difficile per me una scelta simile, essendo che gli raccontai della mia esperienza nel primo anello, e di come mi segnò drasticamente.
<<E va bene. Mi unisco pure io. Non potrei mai lasciarvi andare da soli.>> disse subito dopo, con solito tono intellettuale e fiducioso.
<<Grazie, Marco.>> dissi sorridendo verso di lui, che subito dopo esclamò;
<<Mica lo sto facendo per te!>>
Dopo una breve pausa di riflessione, il Dottor Misuta finì di raccogliere i dati sulla pressione di Kevin e li scrisse su un modulo.
Alzandosi dalla sua sedia, sistemò tutto quanto dentro la sua valigetta nera e disse;
<<Io non so nulla di quello che state facendo, e me ne tiro fuori.>>
Ci passò la mappa con la posizione della pianta di Aloe, si voltò di spalle uscendo dalla stanza e disse;
<<Siete qui dentro da neanche due giorni, tuttavia pensate già di infrangere le regole. Sappiate che siete un gruppo alquanto strano, ma alla fine...>> si voltò verso di noi e continuò;
<<Ricordate molto il mio vecchio gruppo. Per questo, se voi sentite il bisogno di aiutare un amico in difficoltà, non vi fermerò per nessun motivo, anzi...>> si fermò brevemente, racimolando i suoi sentimenti e continuando subito dopo;
<<Il fatto che lo fate senza fermarvi davanti a nulla, fa capire quanto voi siate già forti.>>
Infine, lasciò la stanza.
E così, passò del tempo.
Ritornammo in stanza, lasciando Kevin riposare nella stanza medica, e preparammo i nostri zaini con l'essenziale.
Erano le 19, le guardie dell'accademia erano in pausa cena e quindi fu l'attimo perfetto per iniziare l'escursione.
Scendemmo dalle scale portando su un semplice zaino marrone, e con passi silenti arrivammo davanti alla porta d'uscita.
<<Che state facendo?>> chiese Marianne, proprietaria della cucina. Teneva un mestolo nelle mani ed aveva uno sguardo poco rassicurante. Aveva dei capelli bianchi ed una tunica da cucina, sembrava che a breve dovesse andare in pensione essendo che dimostrava una sessantina di anni.
<<Ehm... Noi──>> cercai di trovare una scusa iniziando ad agitarmi. Normalmente a quest'ora dovremmo presentarci già per cenare, eppure eravamo di fronte al portone principale per sgattaiolare dall'accademia. Ma senza neanche aspettarcelo, arrivò qualcuno.
<<Sono miei alunni.>> disse una persona, intervenendo in una critica situazione.
<<Hm? Dottor Misuta?>> chiese Marianne, sorpresa di vedere il suo collega prendere le nostre difese.
<<Sì, sono io in carne ed ossa. Li stavo scortando proprio adesso per fargli vedere le piante che crescono durante la notte.>> disse, avvicinandosi a lei e poggiando la sua mano destra sulla sua spalla, per poi continuare a bassa voce;
<<Chiamiamola... Una lezione privata di medicina.>> continuò Misuta, difendendoci dalla temibile cuoca Marianne.
Dopo questo suo atto, iniziai ad ammirarlo! Stava letteralmente rischiando la sua posizione pur di aiutarci... "Ma perché faceva così tanto per noi?" Fu la nostra domanda.
<<Lezione notturna su delle piante? È la prima volta che ne sento parlare. Zeliska ne sa qualcosa?>>
Misuta non poco agitato, rispose all'improvvisa domanda;
<<Beh, io sono del parere che i cadetti debbano provare ogni tipo di esperienza! Sennò come faranno a crescere? E per Zeliska... Certo che sì, credo?>>
Lo sguardo di Marianne era tentennante dal credergli, raggirarla non era per niente affatto facile, era una battaglia all'ultima... Paraculata!
<<*sigh* va bene, dunque non aspettatevi un piatto caldo per stasera, al massimo mangerete delle piante.>> disse Marianne, voltandosi e ritornandosene in cucina.
Improvvisamente tutti e quattro facemmo un sospiro di sollievo.
<<Marianne sta diventando una testa dura.>> disse Misuta grattandosi il capo, dopo un tratto ci voltammo verso di lui e lo ringraziammo infinitamente per il suo atto altruista.
<<Non dovete, veramente.>> disse girandosi da noi, poi continuò;
<<Visto che verrò pure io.>>
<<Cosa?!>> esclamammo con espressioni stracolmi di estasi- tranne per Marco ovviamente.
<<Beh, come volevate portare un cavallo e uscire fuori dalle mura? Le guardie vi bloccheranno in un istante e vi manderanno in riformatorio, non credete? Vedete che dei minorenni non possono lasciare i Confini senza nessuno che li tuteli, figuratevi se vi vedessero da soli. Tralasciando che siete riusciti a farvi beccare anche da Marianne...>> disse con espressione perplessa.
<<Non ci avevamo pensato...>> sussurrò Marco demoralizzato, ma contento che avremmo avuto il supporto del Dottor Misuta.
Misuta andò avanti, spalancando la porta con entrambe le mani e disse;
<<Per questa lunga notte sarò il vostro Professor Misuta, ed è meglio che mi seguiate se non volete rimanere indietro. Non aspetterò nessuno.>>
Giarogia - Nubilon, Accademia della Spada Argentata - Anno 703 4 settembre, prima della partenza
<<Per questa lunga notte sarò il vostro Professor Misuta, ed è meglio che mi seguiate se non volete rimanere indietro. Non aspetterò nessuno.>> disse Misuta spalancando la porta dell'Accademia della Spada Argentata con entrambe le mani, invitandoci a seguirlo in un lungo viaggio che ci avrebbe portato verso nuove frontiere mai esplorate da noi; un sentiero pieno di pericoli e misteri, ma soprattutto un sentiero dove un tempo perirono molte persone. Ma tutto questo lo stavamo facendo per salvare una persona- e dimostrare che noi non eravamo più dei bambini, e che potevamo vantarci di essere dei veri cadetti: dei veri spadaccini che vogliono difendere queste terre. E se ciò avesse voluto dire cominciare a combattere contro il nostro stesso destino, saremmo stati pronti.
Ci incamminammo nel retro dell'accademia, raggiungendo un piccolo parcheggio di cavalli. Da lì ci dirigemmo verso il carro di Misuta, che era parcheggiato nel lato destro della stalla. Ci fece salire dentro il carro che il cavallo avrebbe trainato, nascondendoci subito dopo sotto delle coperte situate all'interno della tenda. Il motivo era semplice; così facendo ci saremmo nascosti agli occhi delle guardie e saremmo potuti uscire fuori dalle mura senza problemi. Ovviamente eravamo insicuri ed incerti al riguardo, e la tensione era alta. Ma lo stavamo facendo per qualcuno, e questo ci inondava di coraggio e forza. Passato qualche secondo sotto le coperte, il carro iniziò a muoversi, e così ebbe inizio un lungo viaggio notturno.
Dopo qualche minuto, sentimmo il carro fermarsi e Misuta parlare con qualcuno, sicuramente era una Guardia Praxis a proteggere le mura del Terzo Anello. Effettivamente era tardo pomeriggio, perciò le Guardie erano molto presenti. Origliando potemmo sentire dialogare;
<<Sì, solo un giro di perlustrazione.>> sentì le parole di Misuta, la sua voce era leggermente più schiarita del solito.
<<Lo sai che questo è un orario di caccia là fuori, no? Solo gli Avventurieri Élite possono uscire in questi orari.>> disse la Guardia con voce più imponente. Non era intenzionato a farlo uscire. Dopo una breve pausa, Misuta rispose con tono superiore;
<<So benissimo quel che faccio...>> si sentì il rumore di un cappuccio. Forse Misuta aveva abbassato il suo cappuccio con cui si nascondeva.
<<In fin dei conti, io sono il Dottor Misuta dell'Ordine della Sanità.>> dopo qualche secondo si sentì la Guardia balbettare, ed esclamò;
<<M-Mi spiace veramente tanto di averla fermata, Dottor Misuta! Può pure andare avanti!!>>
Il carro riprese a muoversi, e sentimmo dei lamentii provenire da Misuta;
<<Tsk... Queste persone non cambieranno mai...>>
Dopo qualche secondo, la voce di Misuta tornò con un tono allegro come sempre;
<<Ehi, voi tre là dietro. Potete uscire, prima che soffochiate sotto le coperte.>>
A questa chiamata, uscimmo da sotto le coperte, sedendoci sulle panche del carro. Mi girai e vidi da lontano le mura di Giarogia che lentamente sparivano, con uno stupendo cielo colorato d'arancione che illuminava il paesaggio composto da una profonda luce lunare. Nel mentre si sentivano i rumori degli zoccoli del cavallo, lo stesso che trainava il carro surclassando molte rocce che facevano tremare il carro.
Nessuno parlava, nulla da dire che eravamo in ansia su quello che avremmo vissuto a breve; era la nostra prima esperienza fuori dalle mura, e avevamo agito troppo d'impulso. Eravamo solo dei ragazzini, e stavamo mettendo a repentaglio la reputazione di Misuta. Ma in fin dei conti fu lui a mostrarsi volontario, dunque dovevamo avere veramente delle colpe?
Mi affacciai fuori; le mura non si vedevano più, ciò vuol dire che avevamo abbandonato l'area sicura dell'Ordine Praxis, l'area che ci proteggeva dallo sconosciuto.
<<Siete molto silenziosi, o sbaglio?>> chiese improvvisamente Misuta spezzando il silenzio tombale, Manuel rispose;
<<Io non ho mai lasciato il secondo anello, per me fu già una nuova esperienza poter scendere nel terzo.>>
Questo però era nuovo. Ma Misuta, come se lo avesse provato nella sua stessa pelle, rispose;
<<Eri costretto a rimanere nel secondo anello, immagino.>> un breve sospiro e continuò; <<Io nel terzo anello ci vivo da 13 anni oramai...>>
Allungò il braccio verso dietro, puntando a Marco la sua borsa. Gliela lanciò verso Misuta, permettendogli di prendere un pacco di sigari dalla sua borsa e iniziò a fumarla, accendendo il sigaro con una magia di Reuef.
<<Lei viveva nel secondo anello, signor Misuta?>> chiese Marco. Misuta fece un tiro col sigaro, rilasciò il fumo annebbiando la visuale e poi rispose;
<<Io, in realtà, avevo un posto nel primo anello... Insieme alla Fazione Tecnologica. Ma venni cacciato dalla fazione per essere diventato un pericolo umano, brutte bestie del passato. Creai tecnologie mediche usando la tecnologia nemica, già ai tempi ero interessato alla medicina, e fu per questo che ne creai tante... Soprattutto durante la tragedia dello Zofforo.>> spiegò, tirando nuovamente dal sigaro e continuando subito dopo; <<E creando queste tecnologie illegali, sotto gli occhi del casato reale risultarono come una minaccia per gli umani, essendo che erano tecnologie ancora sconosciute sotto i loro occhi, distruggendo i miei materiali ed archiviando tutte le mie ricerche chissà dove, cacciandomi dalla fazione tecnologica. Dopo alcuni mesi, venni a sapere che il sistema delle Fazioni crollò insieme ai Signori della Guerra e rimasi senza lavoro, finché l'ordine Praxis non mi trovò un posto all'accademia come dottore, entrando nell'Ordine della Sanità.>> raccontò Misuta. Ma una domanda sorse spontanea, difatti chiesi;
<<Lei è nata nel primo anello quindi?>>
<<Sì, nacqui nel primo anello. I miei genitori erano dei nobili, ma morirono a causa dello Zofforo. Non riuscii a salvarli in tempo...>>
Ahia, forse un tasto che non dovevo toccare...
Lo Zofforo fu l'ultima guerra che Giarogia dovette combattere dopo la scomparsa dei Signori della Guerra, circa una decina di anni fa, poco dopo la nostra nascita.
Nei libri di storia si sapeva ancora poco, e per approfondire quell'argomento si doveva chiedere ai sopravvissuti di quella terribile minaccia.
<<E voi ditemi, che vi porta qui, provando a raggiungere il primo anello?>> chiese Misuta, evidentemente provò a cambiare discorso. Per primo rispose Manuel;
<<Io volevo semplicemente uscire dal secondo anello, dove ero costretto a vivere per sempre, provando ad andare laddove mi era proibito. Inoltre, vorrei provare a distruggere questo mio lato di insicurezza che porto, e solamente entrando nell'Ordine della Guerraglia riuscirei a farcela.>> rispose Manuel, mostrando il suo obiettivo. Poi sussurrò subito dopo; <<Ed inoltre... Ho una persona a me cara da salvare.>>
Misuta mostrò un sorriso nascosto dietro quella risposta, poi chiese;
<<Tu, Marco?>>
<<Io mi unirò nell'Ordine della Guerraglia, il mio sogno fu sempre quello di poter esplorare il mondo esterno, ed anche assistere questo ragazzo qui, dato che avrei paura di lasciarlo da solo.>> disse Marco guardandomi con sguardo scaltro.
<<Vedi che so benissimo difendermi da solo...>> risposi sottotono.
<<Hmm capisco.>> rispose Misuta, poi continuò;
<<Molti ragazzi entrano per lo stesso obiettivo. Esplorare l'ignoto fa parte della curiosità umana, e a sua volta la curiosità è una maledizione.>> appena terminò questa frase, fece un altro tiro del sigaro e chiese;
<<Tu invece, Virtus?>>
<<Io voglio diventare un Signore della Guerra.>>
Un silenzio improvviso calò, sentendosi solamente il rumore degli zoccoli dei cavalli.
Appena passarono dieci secondi ininterrotti, Misuta chiese;
<<Capisco... E da dove esce questa tua... Simpatica ambizione?>>
<<Ho troppe domande da cui vorrei una risposta. Partendo dai miei genitori, ad una persona che per me era importante...> risposi pensando all'ultimo sorriso che Lya mi diede, prima di andarsene. Poi continuai;
<<Devo assolutamente diventare un Signore della Guerra, solo così sono sicuro che riuscirei ad avere tutte le risposte che cerco. Ed inoltre... Sono sicuro che è anche quello che mio padre vorrebbe.>>
<<Si, posso ben capirlo.>> rispose Misuta, mantenendo il suo sguardo rivolto verso la strada rocciosa, non dando peso a quello che dissi in quel momento.
Dopo quella chiacchierata, calò nuovamente il silenzio, in attesa di raggiungere le lande desertiche di Yorung.
Nessuno sapeva cosa ci aspettasse, e neanche quanto lunga sarebbe stata quella notte.
◖Fine Capitolo 4◗
Extra - Nel mentre, nella città del Distretto 33, Igea era alle prese con i suoi primi giorni nella nuova classe...
Igea's POV
Mi trovai davanti ad una grossa struttura di legno, la stessa che il mio fratellone Virtus frequentava prima di andare all'accademia.
<<*sigh* andiamo.>> dissi entrare dentro, cercai la mia classe chiedendo nella stanza del preside.
Quest'anno avrei frequentato una nuova classe, essendo che avrei iniziato la terza. Era la 3-B, che si trovava al piano terra della struttura.
Una volta entrata, mi trovai davanti ad una classe composta quasi di sole ragazze, per la precisione i ragazzi erano quattro in totale.
Mi sedetti nell'ultimo posto libero in fondo alla stanza, vicina ad una ragazza. Aveva dei lunghi capelli marroni, occhi marroni e un fisico molto snello, mostrando una carnagione scura e soprattutto un enorme seno.
Mentre aspettavamo che arrivasse la nostra maestra, provai a rivolgere la parola alla ragazza.
<<Ehi... Come ti chiami?>> chiesi. Lei si girò e rispose;
<<Non ti ricordi di me... Igea?>>
Come fa a conoscermi?!
<<No... Non mi ricordo di te.>> risposi con enorme imbarazzo, provando in tutti i modi di ricordare. Lei rispose;
<<Frequentavamo entrambi la scuola di recupero di Xenova. Veramente non ti ricordi?>>
Stavo andando in confusione! Però...
<<Ah sì, ora ricordo... Ahah, scusami!>> risposi ridacchiando e scusandomi profondamente. Non volevo sembrare impacciata.
Iniziammo un po' a parlare, provando a riattaccare un rapporto perso anni fa...
Magari avrò finalmente una vera amica, dopo anni di solitudine...!
Anche se non ricordavo molto bene, provai in tutti i modi di recuperare le memorie frammentate di anni fa.
E così... Nacque la mia nuova amicizia con una ragazza di nome Loba Joanna, la mia prima amica di scuola.
Le ore scolastiche passarono, ed una volta che tornai a casa, la ritrovai senza nessuno ad aspettarmi- né tantomeno con le luci accese.
<<...>> lanciai il mio borsone scolastico a terra e mi levai l'uniforme, rimanendo con una semplice maglia bianca. Sospirai e sussurrai;
<<Mi farò qualcosa da mangiare e farò subito i miei compiti per casa, se vorrò diventare come il fratellone... Dovrò studiare tanto.>>
Ma appena iniziai a muovermi verso il cucinino caddi per terra, con la testa che mi girava.
Mi sentivo come se l'intero mondo stesse girando attorno a me, una sensazione di nausea assurda.
Iniziai a piangere, essendo che oltre la solitudine ci si metteva anche il malore.
Alla fine, non mangiai nulla e neanche riuscii a studiare, addormentandomi sul pavimento.
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