Capitolo 1: Un lontano giorno
- YuukiToyaro
- 26 set 2023
- Tempo di lettura: 26 min
Aggiornamento: 15 feb 2024
Vi sono leggende che non muoiono mai, vi sono leggende che vivono in eterno, vi sono leggende che raccontano terrore, vi sono leggende che raccontano storie felici, vi sono leggende che raccontano storie romantiche... Ognuna ha un suo obiettivo, ognuna ha il suo motivo di esistere. E questa leggenda è una di quelle, la mia leggenda.
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Camminavo in un corridoio oscuro, privo di luce, come se stessi andando contro le mie stesse paure, delle paure prive di luce.
Questo era il nostro ultimo obiettivo, annientare un semi-dio.
Colui che portò da sempre terrore nelle vaste lande di Astral, l'Imperatore Oscuro...
Improvvisamente raggiunsi la fine del corridoio. Mi girai per vedere il mio gruppo di spedizione e dissi;
<<Non siamo arrivati fino qui per morire, spero che vi sia chiaro.>>
Con il mio lungo mantello rosso e la mia imponente armatura cercai di incoraggiare i miei compagni. Ero a capo della spedizione, e le nostre vite dipendevano da questo.
Feci scendere il mio cappuccio che copriva il capo, mostrando corti capelli bianchi e occhi color arancio. Il mio sguardo rimase ferreo, mostrava quanto ero determinato a compiere questa missione. Il mio nome era Parche, Comandante dei Signori della Guerra e Portatore di Sanji.
Sentii una piccola risata, una risata che riempì di speranza tutti quanti, rivolgendosi con un tono molto scherzoso e spavaldo;
<<Heh, certamente che è così, che credi? Di certo non siamo venuti qui per farci ammazzare dal primo che capita, soprattutto dopo quello che abbiamo passato!>> disse il membro più giovane del gruppo di spedizione, con i suoi lunghi capelli viola raccolti in una coda di cavallo, benda sull'occhio sinistro nascondendo i suoi occhi rossi. Il suo carattere ironico riempiva di armonia il gruppo, anche nei momenti più critici e difficili. Vestiva con una semplice armatura di pelle marrone e mantello verde. Il suo nome era Avelok, Spadaccino dei Signori della Guerra.
Un altro parlò, con un tono incoraggiante;
<<Non ci facciamo chiamare Signori della Guerra perché moriamo contro il primo coglione di turno.>> conficcò la spada nella roccia che ci faceva da pavimento e continuò;
<<Abbiamo la nostra umanità sulle spalle: i nostri figli, mogli... Tutti credono in noi, non possiamo fallire per nessun motivo.>> disse un altro membro, armatura di ferro color viola oscurità, lungo mantello del medesimo colore, corti capelli marroni e fascetta viola che teneva i suoi capelli. I suoi occhi erano di un blu cristallino, portante la speranza e determinazione umana. Il suo nome era Yokano, Stella Oscura dei Signori della Guerra e Portatore di Akumu.
Infine, parlò l'ultimo membro, ma non per importanza.
<<Così mi piace sentirvi. La nostra umanità è sulle nostre spalle, e da Re non desidero altro.>> disse il Re, teneva una fitta barba blu e capelli del medesimo colore, cicatrici da guerra lungo la sua faccia e occhi cremisi ricolmi di vendetta e sete di sangue. Il suo abito erano le vesti da Re che portava anche nel Castello, ma armato con protezioni di metallo e spalliere.
La sua importanza tra i Signori della Guerra era elevatissima, essendo che era il nostro asso nella manica per vincere. Il suo nome era Darlus, Hexella Knight dei Signori della Guerra e Portatore di Hexella.
Lo guardai, e iniziai a ridere sotto i baffi. Presi il mio lungo mantello e lo alzai in aria, per poi prenderlo e stringerlo sulla mia vita, annodandolo. Poi spinsi la mia mano verso il centro;
<<Allora da oggi in poi, i Signori della Guerra porranno la parola fine a questa insulsa Guerra. Abbiamo superato molti pericoli e anni di duro allenamento... Nessun Dio è forte quanto noi, poiché siamo noi gli Dei stessi di questo mondo!>>
<<Così ti vogliamo, Parche!>> esclamò Avelok, alzando la voce dall'euforia.
Mi girai verso la porta, prendendo un cristallo rosso dalla mia tasca.
La lanciai come se fosse una monetina e la impugnai nel mio palmo della mano, stringendola forte e in pugno;
<<Scendi in basso, verso gli inferi di questo mondo, distruggendo ogni creato, col verdetto delle fiamme imperatrici. Io consulto la tua volontà, come ella consulta la mia forza, crogiolandomi nelle pure fiamme dell'imperatore Sanji!>>
Tre cerchi magici si crearono attorno al mio pugno, diventando sempre più grandi fino a lanciare una mastodontica eruzione di fiamme distruggendo il portone che ci divideva da...
<<Quindi siete riusciti ad arrivare... Signori della Guerra. Pure se il vostro comportamento così vandalistico comincia ad infastidirmi e non poco.>> disse una voce che somigliava a quella di un ragazzino.
<<Siamo venuti a prenderti, Imperatore del Kazumu, Shükanz!>>
<<Oh... Ne avete di coraggio per lanciarmi una sfida così diretta.>>
Appena la nube di polvere si dissipò, vedemmo un ragazzo in giovane età che portava una strana veste nera. Il suo corpo era ricoperto di venature spesse di color viola scuro, il suo sguardo era spento. Era seduto su un trono, mentre la stanza in cui entrammo era illuminata dalla luce lunare mista con l'atmosfera oscura che emanava il Kazumu. Non si alzò dal trono, bensì alzò la mano destra schioccando le dita. Improvvisamente, il centro della stanza iniziò ad accumulare energia oscura, facendo nascere delle strane entità metalliche che ricordavano quelle di Yorung. Appena nate, si notò qualcosa di diverso non appena che si girarono verso di noi, tenevano uno strano cristallo viola sopra la loro testa metallica: la loro corporatura era semi-umana, mostrando però degli strani tentacoli metallici che fuoriuscivano dalla schiena e una testa più schiacciata. Non avevano bocca o naso, bensì solo due occhi viola e un cristallo sopra il capo.
<<Che cosa sono... Quelle cose? Non sono creature del Kazumu... Ma neanche di Yorung...>> chiesi, mentre cercai di analizzare le truppe nemiche.
<<Oh, queste stupende creature? Sono i miei nuovi servitori, creati da un mio caro collaboratore Myluida... La tecnologia dei Tex-Mechaniker è veramente stupenda, Yorung ha veramente delle belle truppe! Sfruttarle non donerà nient'altro che uno stupendo spettacolo!>>
Improvvisamente tutti iniziarono a guardarci, facendo girare le loro teste e emettendo degli strani rumori metallici. Alcuni si misero a correre e altri sparavano con le loro armi a distanza.
<<Magical Shield!>> iniziai proteggendomi dagli attacchi nemici, le loro armi sparavano diversamente da come aspettato, era potere oscuro, o come la chiamavamo noi... Umbrexella.
<<Disruptive Fire!>> appena l'attacco nemico cessò, provai a lanciare un contrattacco, ma non fece nessun danno all'armatura nemica. Nel mentre altre entità meccaniche ci raggiunsero senza che ce ne accorgessimo, attaccandoci da dietro.
<<Attento, Yokano!>> esclamai, prima che Yokano venisse attaccato da un fendente della spada energetica nemica. Riuscì a schivare, arretrando verso la porta.
<<Ngaaaah!!>> evocai la mia spada "Horunka", materializzandola nella mia mano destra e attaccando il mostro meccanico, ma...
<<Come... Può essere?!>> dissi sconvolto, notai che il mio attacco non lo graffiò nemmeno.
<<Ah...ahahahah!! Formidabile! Questa razza è semplicemente fantastica! Vai, annientate una volta per tutte i Signori della Guerra!! Finalmente avrò la mia vendetta per tutte le sconfitte subite!>> esclamò, mentre la zona circostante iniziò a diventare sempre più cupa. L'atmosfera divenne sempre più soffocante, e molti altri mostri meccanici vennero evocati.
<<Questo è troppo da contenere...!>> esclamò Avelok, mentre cercava di ritirarsi. Da quel momento i ricordi iniziarono a sfocarsi, granulandosi come sabbia.
E la nostra fine, lentamente, arrivò.
──── Presente ────
<<Fratellone!! Fratellone!>> una voce mi chiamava. Svegliandomi da un pesante sonno. Era la mia sorellina. Mi ributtai le coperte sopra la testa accompagnati da alcuni lamentii.
<<Su dai, è già tardi, oggi hai l'esame di qualifica, non devi fare tardi!>>
<<Hmmn... Lo sho...ma io...altri cinque minuti dai...>> nemmeno il tempo di finire la frase che sollevò le mie coperte, buttandole per terra;
<<Vedi che, se fai tardi tu, faccio tardi anche io! Quindi deciditi finalmente di alzarti, sennò ti faccio alzare con le maniere forti!>>
<<Ugh... Che chiassosa che sei già di prima mattina...>>
Erano ormai da anni che vivevo insieme alla mia sorellina, Igea.
Avevo 15 anni e la mia sorellina 13, frequentavamo entrambi la stessa scuola situata nel Terzo Anello; la Scuola di Hallewart.
<<Fratellone che hai? Sembri pallido... Ti senti male? Non puoi mancare proprio questo giorno!>> esclamò Igea preoccupata, scattando subito fuori dalla camera in cerca di medicinali.
<<Ah... No, tranquilla. Ho avuto solo un incubo... Non sto male...!>> esclamai a mia volta, saltando fuori dal letto e rincorrendo Igea.
Quei giorni erano un vero incubo per me, e sicuramente anche per la mia sorellina.
Pure a distanza di anni, continuavano a tormentarmi.
<<Comunque, andiamo a prepararci, Igea?>> chiesi ad Igea dopo averla raggiunta e chiarito che io non stessi male.
Dopo aver fatto una buona colazione preparata da lei, si presentò con il suo abito scolastico, chiedendomi come stava.
Beh, che dire, una vera e propria bellezza! Tanto da farmi andare fiero di avere una sorellina così adorabile!
Teneva la classica uniforme della Hallewart, un uniforme scolastica color marroncino, con un fiocco rosso sul petto e una gonna corta che arrivava sopra le ginocchia.
Risaltava molto bene i suoi occhi color cremisi, insieme ai suoi capelli del medesimo colore.
Iniziando a mettersi in posa e alzando leggermente la gonna scolastica chiese;

<<Eheh, che ne pensi?>> manteneva uno sguardo scaltro e gli occhi che risplendevano come una stella.
Mi mise tremendamente in imbarazzo e chiesi a mia volta;
<<A---aah! Cosa fai Igea?! Non sono cose che dovresti fare! Dove lo hai imparato?!>> chiesi con il viso completamente rosso come un pomodoro. Cercai di coprirmi la faccia per non profanare la purezza di mia sorella, ma lo sguardo mi ricadeva sulla sua gonna leggermente alzata dalla sua tenera mano.
<<Hehe, è solo per farti vedere come mi sta! Sai, solo da questo nuovo anno ci hanno fornito queste nuove uniformi, quelle vecchie erano scomode senza le gonne!>> continuò. Ripensandoci era vero, i primi anni scolastici forniscono solo dei pantaloni lunghi alle ragazze. Dopo superato il secondo anno, entrando nel terzo, le ragazze possono indossare anche delle gonne.
Molto probabilmente era un sistema pensato per non cadere nel tema "sessualizzare delle ragazzine"...credo.
Dopo un breve lasso di silenzio e ritornando in me, risposi sorridendo;
<<Ti sta davvero bene, Igea.>> e lei girando su sé stessa felice mi rispose con un bel sorriso candido;
<<Grazie mille, Fratellone Virtus!>> il suo sorriso era talmente stupendo che riuscivo a sentire un'aura di felicità sopprimermi, come se stesse urlando "Continua ad elogiarmi, fratellone!". Era troppo accecante, al punto di chiedermi quale grazia divina mi donò un angelo come lei!
<<Uffa, fratellone! Potresti farmi dei complimenti più spesso!>> esclamò con un broncio, mentre si rimise la gonna per bene.
<<Non posso fare certe cose, sono pur sempre tuo fratello!>> esclamai a mia volta, provando a far risalire la mia posizione come "Fratello maggiore".
Dopo un breve lasso di tempo continuai;
<<Ci tengo che rimani una ragazza pura, non devi fare queste cose.>> dissi infine, mentre spostai il mio sguardo. Lei mi guardò stranita ma fece un lieve sorriso, iniziando subito a parlare provando a cambiare discorso e rompere il ghiaccio creato;
<<Riguardo il tuo tesserino... Se superi gli esami lo riceverai no?>> io la guardai non appena tornai in me, rispondendo;
<<Ah, sì? Cioè sì. Lo riceverò, perché?>>
<<Ecco.. No, ero solo curiosa di sapere che nome d'Avventuriero vorrai scegliere.>> appena me lo chiese, iniziai a ridere. Non so perché, ma mi sentivo stranamente felice in quel momento.
<<Perché ridi?>> chiese Igea col broncio e con sguardo infuriato.
<<Ahah...Nono nulla. Penso fosse una risata di piacere...se si può definire così. Comunque sia, già so cosa scegliere. Te lo farò sapere non appena avrò il tesserino con il nome stampato sopra, fino ad allora...>> mi alzai prendendo il mio borsone e finì la frase;
<<Rimarrà un segreto, intesi?>> dissi, tirando un sorriso scaltro verso la mia sorellina.
<<Uff... Va bene.>> rispose Igea prendendo un pranzo al sacco, lo preparò per me.
<<Tieni, magari ti verrà fame prima degli esami, o dopo averli finiti.>> disse, tenendo un pranzo al sacco con entrambi le sue mani. Era solita a fare cose simili, ma stavolta sembrava che ci avesse messo tutta sé stessa.
<<Grazie mille, Igea. Sei pronta per andare?>> chiesi, prendendo il sacchetto in mano e ricambiando il sorriso.
<<Sì!>>
E così, si inizia un nuovo capitolo della mia vita.
I famosi Esami di Qualificazione della Scuola Hallewart.
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<<Ogni anno si presenta un Esame di Qualifica, dove tutte le classi della Nazione di Giarogia partecipano per qualificarsi e intraprendere i loro sogni; che siano agricoltore, medico, guardia... Ad avventuriero.
Solo che per quest'ultimo è più difficile, dato che i voti dell'esame devono essere molto alti.
Le uniche due materie che mi bloccavano? Scienza Magica e Rodyakan... Ma almeno in Matematica e Storia andavo bene.
Si, solo queste quattro materie si pongono davanti al mio sogno; diventare un avventuriero.
Tralasciando che, come avventuriero, si prende molto bene, è sempre stato un mio sogno entrare finalmente nel Primo Anello di Giarogia...>>
Il mio nome era Virtus, non possedevo nessun cognome essendo che non ho mai conosciuto i miei veri genitori.
Un semplice ragazzo di 15 anni che aveva come sogno diventare un avventuriero e difendere le persone a me care.
Da qualche mese ho iniziato anche a far crescere un pochino i miei bianchi capelli, provando a farli diventare come quelli di mio padre.
Sentii diverse storie su di lui, raccontate da Draug e Dreug, e ciò mi portò a diventare sempre più come lui. Lo stimavo per tutte le eroiche imprese da lui compiute, ma ancora non riuscii a venirne al capo per il motivo per cui abbandonò mia sorella e me.
Con me si trovava anche Igea, due anni più piccola. Sfoggiava lunghi capelli color cremisi e occhi del medesimo colore, una vivacità assurda e tantissime energie.
Anche se passò brutti momenti anni fa, riuscì a superare tutti i problemi a testa alta con il sorriso sul volto e voglia di crescere.
Entrambi demmo il massimo per poterci integrare nella società, percorrere una serena vita scolastica e raggiungere i nostri obiettivi.
E questo era solo l'inizio.
Presi il mio ciondolo che portavo sul collo; era un orologio da taschino, ma le lancette erano sempre ferme alle "23:59".
Ma la cosa più importante era la parte esteriore dell'orologio: presentava un ingranaggio bianco e delle lancette disegnate con delle strane scie rosse.
<<Questo orologio non era un comune orologio, l'ho sempre saputo visto che mi venne dato dall'Ordine Praxis il giorno in cui mi salvarono, ribadendo che era dei miei perduti genitori e che avrebbero sempre voluto darmelo. Purtroppo, non ho mai capito cosa successe al giorno della mia nascita, l'unica cosa che possedevo di loro è questo ciondolo... O anche orologio rotto, se vogliamo chiamarlo così.>> pensai, mentre rimisi dentro la mia maglia il ciondolo.
<<Storie buffe; alcuni provarono a comprarlo per 50000 Rod, giustificandolo come un acquisto che potrebbe addirittura cambiare le loro vite.
Questo era dovuto al fatto che circolavano molte voci di corridoio, tipo che questo ciondolo potrebbe aprire un varco tra la civiltà umana e il Rodyak, oppure che questo ciondolo sarebbe come un catalizzatore per richiamare uno spirito leggendario di un'era sconosciuta, per poter combattere contro una minaccia impellente. Oppure una ancora più pazzesca; che potrebbe unire addirittura due mondi! Ma conoscendo abbastanza storie di questo mondo posso essere più che certo di una cosa: che questo ciondolo sia solo un semplice cimelio di famiglia, e che non fa un bel nulla. È l'unico ricordo che potrei avere dei miei genitori, e non lo venderei per nessun prezzo al mondo.>> dissi tra me e me, ci tenevo molto a questo ciondolo, e semmai dovesse veramente significare qualcosa, essere il primo a scoprirlo di persona sarà mia unica responsabilità, in quanto possessore di questo ciondolo e cimelio di famiglia.
Nel mentre raggiungemmo la Scuola di Hallewart, e una volta raggiunto il portone di ingresso mi girai verso Igea;
<<Bene, io raggiungerò subito la mia classe, ci vediamo a casa. Uscirò prima, perciò non aspettarmi oggi.>> dissi, mentre iniziai a salutarla.
<<Hmm.. Va bene, tanto questo sarà il tuo ultimo giorno di scuola, quindi... Non avremmo più l'opportunità di tornare insieme...>> disse con tono debole e triste. Nel mentre si girò leggermente per l'imbarazzo, essendo che non si voleva far vedere da me con un volto così triste per un motivo così "banale" a detta sua.
<<Igea... Ciò non vuol dire che non passeremo più tempo insieme, anzi quando potrò ti verrò a prendere a scuola.>> Igea rispose solo con una smorfia.
<<Non dire queste cose imbarazzanti tutto d'un tratto...!>> esclamò girandosi di scatto e camminando verso l'entrata della scuola. Dopo un po' sussurrò;
<<Alla fine tu vuoi seguire la tua strada, no? Diventare un grande avventuriero.>>
Rimasi fermo a contemplare ciò che disse, sentivo uno strano senso di colpa da questa frase che lei disse. Igea si fermò a metà strada e continuò sempre con tono debole;
<<Posso capirlo, dopotutto vuoi diventare come papà. Io purtroppo non so cosa fare della mia vita, essendo che della mamma non so nulla. Potrei diventare un'ottima donna di casa, ma se tu non dovresti più esserci per via dei tuoi impegni da avventuriero...>>
Si fermò subito dopo;
<<Ahah, scherzo!>> esclamò alla fine, ritornando col suo vigore di prima ed iniziando ad incamminarsi.
<<Igea...>> rimasi di fronte alla porta principale. Non compresi ciò che voleva dirmi, forse... Aveva paura di rimanere sola?
<<Uff...>> alzai lo sguardo, osservando la scuola; era alta tre piani, struttura di legno e delle finestre per ogni aula.
<<Mi chiedo semmai sto facendo la cosa giusta.>> mi chiesi ancora, iniziando ad entrare dentro la scuola.
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Raggiunsi il corridoio della scuola, era abbastanza semplice.
E per stare nel Terzo Anello era abbastanza ben fornita, ma sicuramente non aveva nulla a che vedere con le scuole più interne di Giarogia.
Aveva un pavimento e mura di legno, con motivi diversi che decoravano il pavimento e le mura unicamente dipinte di color marrone.
Ogni aula in cui si accedeva aveva una porta scorrevole, ed ogni stanza scolastica era abbastanza grande per contenere almeno 25 banchi.
Questa scuola contava più di 300 studenti, tutti provenienti dal Terzo Anello.
Appena arrivai, tirai un bel fiatone e dissi;
<<Okay, è arrivato il momento. Finalmente ho 15 anni e se supererò questo Esame finalmente riuscirò a diventare veramente un avventuriero.>>
Dal corridoio passò un mio professore. Era quello di Scienza Magica e indossava una camicia bianca e pantaloni neri, capelli neri e occhi dello stesso colore.
<<Buongiorno, professor Shigato.>> pronunciai in modo formale.
<<Guarda chi c'è, buongiorno a te, Virtus. Ti sei preparato per l'Esame di Qualifica?>> chiese il professore fermandosi. Teneva un libro blu in mano, era il libro didattico per Scienza Magica.
<<Già, non sto più nella pelle! Mi sono preparato a dovere per oggi, anche se...>> esclamai tutto carico, ma ci stava un punto che doleva tanto.
<<Spero che avrai studiato a dovere allora. Purtroppo, non sei mai stato un portento nella mia materia, e l'ho sempre notato.>> rispose, sottolineando quanto facevo schifo in Scienza Magica.
<<Già... Ho provato a ripassarla nuovamente ma... Non mi vogliono entrare alcune teorie.>> dissi perplesso, purtroppo l'ho sempre odiata la materia magica, anche se di per sé, amo le magie.
<<Ah, le teorie eh? Sicuramente è un tema molto difficile per voi, non a caso viene integrata solo alla quarta classe. Ma fidati che, quando si riguarda di magia le teorie di un libro non ti serviranno a molto.>> citò il professore, poi si avvicinò a me, abbassandosi arrivando alla mia altezza e toccando con l'indice il mio petto, concludendo;
<<Tutta la teoria sta dentro il vostro cuore, voi siete i padroni della vostra magia.>> una volta finita la frase, si alzò e si incamminò verso la sua classe.
<<Buona fortuna con gli Esami, Virtus.>> e se ne andò.
<<Il padrone della mia stessa magia..?>> pensai tutto il tempo, mentre iniziai a camminare verso la mia aula.
<<BUUUU-OOONGIORNO!~~>> sentii un urlo arrivare dall'altro lato del corridoio, si intravedeva una persona correre, con dietro altre due che provavano a stare al suo passo. Mi girai e notai che erano;
<<Oh.. Arata. Noto che oggi sei più carico del solito.>> risposi vedendo Arata correre verso di me.
Il suo nome era Arata Hasegato, un mio caro amico, nonché il primo compagno con cui strinsi amicizia quando arrivai per la prima volta in questa scuola.
Portava dei capelli arancioni e occhi dello stesso colore, ed era una persona ben energetica.
Il suo aspetto era tipico da ragazzino innocente, anche se il suo carattere era molto impulsivo, facendogli fare delle scelte senza pensarci due volte.
Non era una persona molto affidabile, ma gli si voleva bene lo stesso.
<<Ci siamo anche noi.>> disse una voce maschile, il suo nome era Marco Ronbaru.
Portava dei capelli marroni e occhi verdi, era una persona molto intelligente e matura, al contrario di quello che mostrava Arata.
Era il secchione della classe, eccellente in tutte le materie e anche un ottimo compagno affidabile.
Insieme ad Arata, erano due amici su cui avevo il massimo appoggio, avendomi accompagnato lungo questi anni scolastici.
Anche se era estremamente serio e maturo, riusciva ad adattarsi al nostro gruppo demente ed ironico.
<<Tu che mi ignori? Impossibile.>> disse subito dopo una voce femminile con un tono pacato e dolce.
Il suo nome era Lya Redefelt, aveva dei lunghi capelli argentati e occhi gialli.
Il suo modo di acconciarsi era molto elegante ed altezzoso, come il suo carattere.
Era molto criptica come ragazza, non mostrava molti sentimenti né lo dava a vedere spesso.
Tuttavia, era molto dolce e quando qualcuno aveva bisogno, lei c'era sempre.
<<Che vai a dire, Lya?>> risposi con uno sguardo imbarazzato.
Ah, giusto, si rendeva anche perennemente vittima di cose che non accadevano realmente!
Mi accusava sempre di atti lascivi anche quando non era vero.
<<Devo stare attenta anche oggi? Non saprei.>> chiese con uno sguardo che esclamava un "sei solo un pervertito dopotutto".
<<Lya, oggi è l'ultimo giorno di scuola, potresti provare un po' di pietà per questo ragazzo.>> disse Marco in mia difesa, girandosi verso Lya che si trovava alla sua destra.
<<Grazie Marco!! Almeno tu provi a difendermi!>> dissi con le lacrime agli occhi.
<<Ah! Giusto.>> esclamò improvvisamente Lya con un'espressione di stupore.
<<Hm? Cosa c'è Lya?>> chiesi incuriosito. Lya prese la sua borsa scolastica e fece uscire fuori tre piccole scatole. Erano incartati male, come se le avesse fatte di fretta e furia, ma si notava che erano delle scatoline da regalo.
<<Q-questi sono per voi tre.>> disse porgendoci queste piccole scatole, mentre il suo sguardo era rivolto verso la finestra del corridoio. Era troppo imbarazzata per guardarci in faccia?
<<Uhh! Un regalo per noi? Grazie mille Lya!!>> esclamò con felicità Arata mentre prese in mano la sua scatola.
<<Lya...>> sussurrai prendendo in mano il mio regalo;
<<Grazie mille.>> Lya si girò da me e io le sorrisi. Arrossì e lei si rigirò;
<<Pervertito.>>
<<Eh?>> rimasi di pietra alla sua risposta, mi stava prendendo in giro? Nel mentre Arata e Marco aprirono la scatola, dentro c'era un braccialetto fatto di rame. Da Arata c'era il segno del coniglio, da Marco il leone e da me il cuore.
<<Che vuol dire questo..?>> chiesi alla vista del mio bracciale, Lya si girò e mi chiese con volto estremamente imbarazzato;
<<Non ti piace?>>
Il suo sguardo arrossito e i suoi occhi pieni di speranze e aspettative colpirono pesantemente il mio cuore, mandandomi in una crisi isterica.
Come se il tempo fosse improvvisamente rallentato, i miei pensieri iniziarono ad andare spediti come la luce.
<<ASPETTA UN ATTIMO! Non è che non mi piaccia... Cavoli, il mio cuore sta battendo a mille e non so nemmeno cosa rispondere!! Però sono abbastanza sicuro che il fatto che mi ho regalato un cuore non è per niente affatto una cosa normale! Dai, per fortuna pensando ho tutto il tempo per ragionare── no ma che dico! Lei tra poco penserà che non mi piaccia e io sto ancora qui a pensare cose che non dovrei---- però lei sta aspettando una risposta, perciò, io devo dire qualcos...AAAHH──!!>>
<<B-beh, è un cuore.>> risposi.
<<Aspetta...cos'ho appena detto?>>
<<Si, è un cuore, Virtus.>> rispose Marco guardandomi con una faccia perplessa e una goccia di sudore.
Stavo iniziando a sudare.
<<PERCHE' DEVO DARE DELLE RISPOSTE COSI' INSENSATEEEEEE!!
Allora calma un attimo, forse sto fraintendendo tutto? Forse è una sua solita trappola per potermi dare del pervertito? Però se non lo fosse e mi ama veramente potrei ferirla, pure se io non voglio--- però non so cosa rispondere!!>> <<Cosa ne pensi?>> chiese subito dopo Lya, guardandomi sempre con i suoi occhi pieni di aspettative. Più mi fissava così, più andavo nel panico.
<<NON METTERMI FRETTA SANTO RODYAK!! Non so neanche come rispondere e mi metti così tanta fretta?! Normalmente in queste situazioni dovrebbe suonare la campanella, ma perché ancora non sta suonando?! Basta non ne posso più!>> Presi le spalle di Lya e la guardai intensamente negli occhi, per lanciarle uno sguardo galante.
Lei si sorprese alla mia presa, sussultando brevemente e guardandomi con uno sguardo pieno di panico.
Iniziò a tremare, io invece presi tutto il coraggio che avevo, puntando la mia ultima scommessa in una semplice e diretta frase;
<<Mi spiace, ma siamo troppo giovani per sposarci.>>
Il mio sguardo continuava ad essere serio, ero convinto al 100% di quello che stavo facendo.
Lei smise di tremare, il suo imbarazzo scomparve e abbassò lentamente il suo volto, rendendolo sempre più cupo.
<<Okay, dopo questa mi merito di essere chiamato nel peggiore dei modi.>> pensai, comprendendo ciò che feci.
<<Virtus... Se vuoi dopo l'Esame organizzeremo un funerale in tuo onore.>> rispose Marco mentre si mise il suo braccialetto nel suo braccio sinistro.
<<Grazie, ne avrò bisogno.>>
Giarogia - Distretto 33, Scuola di Hallewart - Anno 703 - Inizio degli Esami di Qualificazione
Una volta arrivati in classe e preso posto, entrò la nostra professoressa: Hinata Railton.
<<Bene classe, ci siamo tutti... Oggi è un giorno importante per tutti voi. Quest'oggi tutti gli studenti del quinto anno dovranno compiere un Esame che li porterà verso le loro sognate strade. Voi, da oggi dovrete inseguire il vostro obiettivo e tenere in alto il nome del Cavallo Argentato! Voi siete il futuro della Nazione, onorando le persone che ci abitarono e contribuirono per l'evoluzione dell'umanità.>> disse sbattendo il pugno sul suo petto, in segno di rispetto per la nazione di Giarogia. Il Cavallo Argentato era il simbolo della nazione umana, la bandiera che l'umanità scelse per onorare la Dea Blue.
<<Bene, detta questa premessa passiamo all'Esame. Questo Esame si dividerà in quattro fasi, che prenderà di mira le quattro materie principali della Scuola: Scienza Magica, Rodyakan, Matematica e Storia. Ogni Materia potrà fornirvi 25 punti, quindi potrete accumulare massimo 100 punti. L'Esame inizierà alle 9, e avete massimo 4 ore per finire.
E ricordatevi... Per passare l'Esame con la sufficienza vi serviranno 80 Punti.>>
L'orologio appeso al muro di fronte a noi puntava le 8:59, e la lancetta dei secondi si muoveva molto lentamente verso l'alto, creando una tensione assurda in classe. Davanti a me si trovava un malloppo di fogli girati, pronti per essere presi in mano e lavorati da me.
Nel mentre, presi il mio orologio da taschino in mano. Era come un portafortuna per me, sperando che avrei avuto il supporto di mio padre tramite ciò.
Poi ricordai che tenevo anche il braccialetto regalatomi da Lya, che mi misi nel braccio destro.
Anch'esso era diventato un portafortuna per me.
Guardai nuovamente i fogli di fronte a me.
Dentro quei fogli si trovava la risposta che cercavo da anni.
Dentro quei fogli si trovava la verità che mi venne sempre nascosta.
Dentro quei fogli... Ci stava il mio destino.
Quei giorni di sofferenza mi avevano portato a questo, quando quell'uomo con occhi smeraldo mi salvò dalla morte...
Fu così che scattò la campanella, e l'Esame ebbe inizio.
Nel frattempo, in un posto lontano dal Terzo Anello.
Una Guardia con un'armatura di metallo si recò in una stanza dall'aspetto regale; era la nobile dimora del Re Darlus Xenovia IV, che aveva chiesto la sua udienza alla sua Guardia più affidabile del Casato Reale.
<<Le faccio i miei saluti, sua Maestà.>> disse la Guardia inchinandosi. Sul petto aveva un distintivo color oro rappresentante il Cavallo Argentato, faceva parte del Casato Reale.
<<Buongiorno a te, Okada.>> il Re si sedette al trono, e dopo un sospiro di stanchezza chiese;
<<Oggi ci sta l'Esame di Qualifica delle scuole di Giarogia, huh?>> disse. Quando si sedette, si notò una pesante stanchezza sul viso, come se ormai la sua vita fosse al limite.
<<Esattamente. Questa sarà la ottantaduesima generazione di cadetti.>>
<<La ottantaduesima... Come è volato il tempo. Per come sono messo non penso che riuscirò a raggiungere la ottantacinquesima generazione...hm.>> disse, mentre si girò sul lato sinistro del trono. Lì stava allocata la sua fedele arma con cui lottò come Signore della Guerra, la sua Hexella Cluster. Manico color oro e un nucleo di Hexella all'interno di una sfera di vetro.
<<Come sta la sua situazione salutare? Ha avuto il suo controllo mattutino?>> chiese la Guardia alzandosi in piedi e osservandolo.
<<Si, e purtroppo non sta migliorando... Il mio tempo da Re è quasi terminato, e l'Hexella mi sta mangiando vivo. Dobbiamo subito trovare il prossimo erede, qualcuno al di fuori di qui tiene il sangue reale per poterlo fare.>> dopo un breve lasso di silenzio il Re disse;
<<Preparate già le accademie, sicuramente questa generazione sarà piena di ragazzi che vorranno entrar a far parte dell'Ordine della Guerraglia. Spero che porteranno in alto l'onore del Cavallo Argentato.>>
<<Sissignore!>> la Guardia esultò per poi uscire rapidamente dalla stanza. Il Re sorrise;
<<Me lo sento... Alice, sei tu a dirlo no? Nostra figlia...>>
Una figura trasparente si rivelò nella stanza. Sfoggiava dei lunghi capelli cremisi e degli occhi dorati, con un vestito lungo a gonna rosso.
<<Sì.>> rispose Alice, materializzandosi di fronte al Re Darlus. Portava un'espressione giovanile, matura e maliziosa.
<<Ormai è questione di anni, Darlus.>> continuò Alice con un tono allegro.
<<Non credo ci sia molto di cui esserne allegri... La mia vita è ormai al termine, e quelle armate ormai sono impellenti...>> disse, affacciandosi alla sua destra; si trovava un grosso cornicione di vetro in cui poteva vedere tutte e tre le mura di Giarogia.
<<Stanno cercando qualcuno, o qualcosa.>> rispose Alice, mentre si avvicinò a me.
<<Il sangue da Hexella Knight?>>
<<Molto probabilmente. Qualcosa nacque anni fa che creò un certo interesse per quei mostri. Fu colpa dei Signori della Guerra purtroppo, dovevano estinguerli tutti.>>
Il Re si mise a ridere con fatica;
<<Eh... Così mi fai sentire in colpa anche me. Forse se ci vedranno in difficoltà, la Santa Dea Blue ci potrà aiutare a respingerle.>>
<<Ancora credi alle favole, Darlus? Hai 203 anni, dovresti smetterla di credere a queste leggende. Nessuno ha mai avvistato queste persone che si fanno chiamare Divinità, sono solo delle leggende mitologiche per dare un credo all'umanità.>>
<<No... Loro esistono. La leggenda del Cavallo Argentato nacque per un motivo. Stessa cosa si può dire del potere Hexella: riesci sia a vederla che a sentirla, la Dea Blue. Se non si possiede il potere dell'Hexella, non si potrà mai comprendere. La Dea Blue ti dona vita e salute in cambio del tuo operato e annientamento del male, ovvero l'Umbrexella. La Dea Blue esiste, e anche i Draghi Creatori che crearono questo mondo, esistono. Ne sono certo, li sognai. I miei sogni sono premonitori, un giorno scenderanno in queste terre, donandoci ricchezze, e salvandoci da una minaccia impellente... Perché la Dea Blue vuole che noi diventiamo sempre più forti per poterli annientare.>>
<<Hai sognato una tale cosa? Conosco bene i tuoi sogni premonitori, ma dubito fortemente su questa storia.>>
<<Si... La sognai. Una favolosa Dea che ci avrebbe salvato da un'invasione dei Precursori.>>
<<Se ne sei convinto tu... Non interferisco nei tuoi sogni.>> Alice se ne andò divenendo nuovamente invisibile.
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Giarogia - Distretto 33, Scuola di Hallewart - Anno 703 - 5 Minuti prima della fine degli Esami di Qualificazione
<<AAAAAAAAAAAAAHHH! QUALCUNO MI SALVI!! Maledetta Scienza Magica!! Come cavolo dovrei sapere come si trasmuta il Mana Hikari in un Mana densificato?! Io non sono mai riuscito a densificare il Mana, anzi, non l'ho ancora mai usata!!>>
<<Mancavano 5 Minuti alla fine dell'Esame, e per fortuna sembrava che esso andasse bene, però Scienza Magica era l'unica grande pecca! Purtroppo, ho sempre odiato la Teoria Magica..>>
E senza che me ne accorgessi, passarono subito questi cinque minuti.
La professoressa Railton passò a prendere tutti i fogli degli alunni e ci sciolse terminando le lezioni di oggi.
Giarogia - Distretto 33, Scuola di Hallewart - Anno 746 - All'uscita della scuola, strada per il Distretto 33
<<*sigh* cavoli... Dobbiamo aspettare seriamente una settimana prima di prendere i nostri risultati?>> dissi mentre camminavo insieme ad Arata, Marco e Lya. Arata camminava più velocemente e si voltò verso di noi;
<<Che ne dite di andare a festeggiare?!>>
<<Huh?>> sussultammo in coro, poi Marco chiese;
<<Ma ancora non sappiamo nemmeno se siamo tutti e quattro qualificati!>>
Lya interruppe Marco con tono e sguardo scaltro;
<<Di chi stai parlando precisamente?>>
<<HA-AH! Sicuramente di lui...>> esclamò Arata.
<<Perché mi sento nominato...?> chiesi infastidito.
<<Beh è normale, tutti quanti sappiamo che avevi troppe lacune in Scienza Magica, e anche in lingua Rodyakan sei messo tanto male!>> esclamò Arata mentre mi guardava con faccia spensierata.
<<SI! MA---- almeno mi rimetto in sesto con Matematica e Storia, e se devo essere onesto le domande del Rodyakan non erano così tanto difficili. La Scienza Magica invece...>>
<<Virtus... Con quale domanda hai avuto difficoltà?>> chiese Lya girandosi verso di me. Nel mentre continuavamo a camminare.
<<Ehm... Beh, non è da vantarsi... Penso. Non sono riuscito a rispondere alla domanda riguardo la densificazione del Mana Hikari... Ecco.>>
<<Seriamente non sai come si densifica il Mana Hikari?>> chiese Marco, l'intellettuale di turno.
<<Beh scusami Signor so-tutto-io.>> risposi infastidito.
<<Anche i pervertiti a volte hanno problemi di comprendonio. Lascialo in pace, Marco.>>
<<Perché mi sento sia protetto che insultato allo stesso tempo?>>
Dopo un breve lasso di tempo ringraziai Lya.
<<Per che cosa?>> chiese Lya confusa.
<<Ecco, sicuramente se verrò promosso so già che sarà grazie al tuo portafortuna datomi. Quindi ti ringrazio già da ora, perché sono sicuro che sarà così!>> esclamai sorridendo verso di lei. Lya si girò imbarazzata.
<<N-non l'ho fatto perché ti volevo aiutare...>> rispose sottotono, distogliendo lo sguardo da me.
Mi chiedo se anche dopo questo lungo periodo di scuola, potremmo stare tutti insieme.
A divertirci, giocare, sorridere insieme... A discapito delle strade che sceglieremo di intraprendere.
Sarebbe un sogno.
──── Una settimana dopo ────
Passò una settimana, andai a scuola insieme ad Igea che mi accompagnò volentieri, e all'entrata della scuola ci stavano appesi numerosi fogli rappresentando tutte le classi del quinto anno, e dopo aver trovato il mio nome scoprii la verità riguardo l'andamento del mio esame;
<<81 PUNTI!! SIIIIII!!>> esclamai felicemente, scoprendo con grande sorpresa l'aver superato il mio esame.
<<Congratulazioni Fratellone!>> esclamò a sua volta Igea felice.
Improvvisamente si avvicinò Lya che stava dietro di me, iniziando a parlare;
<<Ah, ci sei anche tu, Virtus. Congratulazioni per aver passato l'esame.>>
<<Grazie mille Lya! Alla fine, te l'avevo detto che mi avrebbe portato fortuna!>> esclamai ancora con tanta felicità e mostrando un pollicione come segno di soddisfazione.
<<Ah, tu sei la tanto parlata Lya quindi...>> disse Igea avvicinandosi a Lya. Molti miei compagni di scuola non li aveva ancora incontrati, e questa fu la prima volta per Lya.
<<Si, sono io. Hai qualcosa da dirmi?>> rispose Lya con volto e tono indifferente.
<<No nulla, solo che... Cosa vuol dire quel braccialetto che gli hai regalato? Vorrei tanto saperlo.>> chiese Igea, puntando con il dito il braccialetto che tenevo sul polso destro.
<<Una bambina di 13 anni non dovrebbe immischiarsi nelle faccende dei grandi.>> rispose Lya con aura di autorità suprema.
<<Nono aspetta, perché si sta definendo grande?>> pensai sorpreso, iniziando a notare un’aura di sfida da entrambe.
Tra le due ragazze sembrava che stessero scattando delle scintille di combattimento, e gli sguardi divennero penetranti.
Si era creata un po' di tensione, che per fortuna si distrusse all'arrivo di Marco e Arata.
<<Ehilà ragazzi... Huh, che avete voi due?>> chiese Arata; Lya e Igea risposero in coro:
<<Non sono affari tuoi!>>
<<Okay... Ci sono guai grossi qui.>> disse Arata spaventato, indietreggiando di due passi.
<<Non ti so rispondere nemmeno io...>> risposi perplesso.
Improvvisamente un cavallo bianco con un carro iniziò a sentirsi in lontananza, e Lya lo adocchiò.
Dopo qualche secondo di silenzio, Lya parlò;
<<Ragazzi, grazie mille per avermi sostenuta in questi anni.>>
<<A cosa dobbiamo questa frase improvvisa?>> chiese Arata, ma Lya non diede risposta. Improvvisamente davanti alla scuola si sostò un carro trainato da un cavallo bianco.
<<Un cavallo bianco...? È bellissimo, non ne ho mai visto uno!>> esclamò Igea elettrizzata alla vista, ma non sapeva ancora cosa stesse per accadere.
La vista di quel cavallo bianco era tutt'altro che positiva.
<<Il fatto che un cavallo bianco ha sostato qui puzza...>> contemplò Marco. Lya sospirò e subito dopo si incamminò verso la carrozza.
<<È tuo?!>> esclamammo in coro, ma Lya rispose solo con un;
<<Scusatemi, ma oggi è l'ultima volta che ci possiamo vedere.>> un tono più debole uscì dalla sua bocca, accompagnato da una tremarella notabile dalle sue braccia.
<<Dovrò seguire le orme del mio Casato Redefelt da oggi in poi. Normalmente non dovevo venire qui, e avere ulteriori contatti con voi... Ma almeno volevo avere l'opportunità di vedere i vostri sorrisi per un'ultima volta. Spero che mi capirete, e mi perdonerete.>> finì Lya, iniziando ad incamminarsi verso il carro.
<<Non può essere...quindi...>> pensai, ricordandomi del braccialetto che ci regalò. Improvvisamente compresi che il motivo dietro l'averci regalato quei braccialetti era per far sì che noi non ci saremmo mai dimenticati di lei. Quel sorriso... Non era felicità, era un sorriso...
<<No aspetta Lya!>> esclamai, scattando in avanti e tirandola per il braccio.
<<Perché devi andare, pensavo che saremmo rimasti insieme... Per sempre, noi quattro... Abbiamo ancora tanta strada da percorrere insieme!>> gli gridai contro, ma Lya non riuscì a reagire. Tremava, sicuramente si stava trattenendo dal piangere.
<<Lya...>> ero rimasto perplesso da quel che vidi, non voleva farsi vedere debole in quel momento, eppure sembrava che stesse combattendo contro sé stessa.
<<Lasciami stare... Per favore.>> sentì sussurrare da lei. E senza pensarci, lasciai lentamente la presa del suo braccio. Non volevo che continuasse a soffrire, visto che ci pensai solo dopo che anche per lei non fosse facile abbandonarci. Prima che salisse sopra il carro le chiesi in lacrime;
<<Cosa farai da oggi in poi?>>
Non rispose, bensì uscì un uomo con una camicia bianca dal carro che disse;
<<Vieni Lya, non devi più aver a che fare con questi ratti.>>
<<Ratti...?>> chiesi, nel mentre Marco avanzò di qualche passo e chiese, alzando la voce;
<<Chi hai osato chiamare ratti?!>>
L'uomo teneva un monocolo nell'occhio sinistro, e uno sguardo fiero tipico di un nobile.
Dal suo fisico gli avrei dato 35 anni.
<<Voi siete dei ratti, e dei ratti non possono raggiungere un pappagallo.>>
Marco si mise a ridere;
<<Heheh... E che ci faceva un pappagallo in mezzo a dei ratti allora?>>
L'uomo strinse i suoi pugni, ma Lya prese il suo braccio e supplicò;
<<Per favore, padre. Lasciali stare. Ti chiedo solo questo.>>
<<Come, quello è suo padre?>> chiese Arata.
L'uomo strinse ancora di più il pugno del braccio in cui Lya si era poggiata, per poi scansarla via e salendo sopra il carro.
Lya lo seguì subito dopo salendo nel lato posteriore del carro, chiudendo lo sportello.
Dopo un breve lasso di tempo, il cavallo inizio a nitrire e lentamente lasciarono la piazza della scuola, abbandonandola con un'aria di tristezza e desolazione.
Non vedemmo più Lya.
<<Che razza di problemi aveva quell'uomo? E poi un cavallo bianco, come minimo arriva dal Primo Anello. Ma che ci faceva qui da noi?>> chiese Marco.
<<Non lo so, una cosa è certa, Lya ci ha sempre mentito sulla sua identità.>> risposi io.
<<Lya... Chi sei veramente? Il Casato Redefelt cosa ha in mente di farti fare?>>
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Tutto inizia da ora...
La mia vita fu sempre senza significato, abbandonati da tutti e da tutto.
Ma da quando venni salvato da quell'uomo, e preso cura dall'Ordine Praxis, tutto cambiò.
Igea, Arata, Marco e... Lya.
Grazie a loro, sono quello che sono oggi.
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<<La ritroverò.>> dissi improvvisamente.
<<Cosa? E come scusa?>> chiese Marco.
<<Sei fuori di testa, Virtus!>> esclamò Arata.
<<Fratellone, cosa hai in mente?>>
<<Da oggi in poi non sono più un bambino di nome Virtus. Io sono il nuovo spadaccino di Giarogia, Yukkito! E riuscirò ad entrare nel Casato Reale del Primo Anello per riprendermi Lya!>>
Esclamai queste esatte parole prima di ritornare ad incamminarmi verso casa, ed iniziare a cambiare la mia vita per sempre.
Da quel momento in poi avevo solo un obiettivo; salvare Lya Redefelt dal suo casato. Nient'altro era importante per me in quel momento.
──── Nel mentre... ────
<<E così anche io ce l'ho fatta, eh?>>
Uno strano ragazzo stava sfogliando dei fogli nella segreteria della scuola, notando che passò l'esame di qualifica con un 93.
<<Bene... Così il Casato delle Lame del Destino mi potrà accettare.>> sussurrò, mentre prese i fogli e li poggiò nel bancone della segretaria.
<<Vuoi una copia?>> chiese la segretaria che stava lavorando nella sua scrivania.
<<Sì.>>
<<Dimmi il tuo nome.>>
<<Kevin... Kevin Nakano.>>
La segretaria iniziò a creare una copia con penna e documenti nuovi, mentre il giovane ragazzo Kevin rimase in pensiero.
<<Bene. Ecco la copia, buona fortuna, che la Dea Blue sia sempre con te.>>
Prese la copia e se ne andò.
<<La mia vita, inizia da ora!>> pensò Kevin, pronto ad entrare nell'Accademia della Spada Argentata per seguire il suo obiettivo: diventare il nuovo membro delle Lame del Destino.
◖Fine Capitolo 1◗
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